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Consorzio, minoranza contesta Bilancio 2009
Redazione
11 agosto 2010 13:48
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Consorzio

 

Attraverso una nota circostanziata inviata agli organi regionali e provinciali, i consiglieri di minoranza del Consorzio di Bonifica Sinistra Sele di Paestum (Matteo Franco, Gianluigi Barlotti, Ettore Bellelli, Franco Tarallo, Giuseppe Troncone e Roberto D’Angelo), contestano la delibera di approvazione del conto consuntivo 2009, evidenziando presunte irregolarità. 

“L’approvazione del conto consuntivo per l’anno 2009 - si legge nella missiva - è avvenuta in palese violazione della legge in materia, pertanto si chiede che sia valutato l’operato degli organi consortili con l’adozione dei necessari provvedimenti. In primis, la relazione del Collegio dei Revisori sul consuntivo 2009 prevede la presenza di tutti e tre i revisori, ma la sottoscrizione è stata effettuata solo da due di essi, un’irregolarità che genera la nullità della stessa. Il bilancio approvato presenta un utile di 486 euro, determinato in violazione dei requisiti della rappresentazione veritiera e corretta dei dati di bilancio”. 

“Si evidenzia in modo lampante come alcune valutazioni sono state effettuate al solo scopo di raggiungere un risultato economico positivo - è specificato ancora nella nota – così da non incorrere nei vincoli posti a carico degli enti che chiudono l’esercizio finanziario con un deficit di bilancio. Uno dei casi riguarda l’inventario, nel quale tra le rimanenze si indica un residuo di gasolio di 16mila litri, valutato 9mila euro, quando il Consorzio non possiede cisterne così capienti”. 

Gli esponenti della minoranza consortile puntano il dito anche verso altri Comuni, presso i quali l’ente di bonifica pestano vanta crediti per le acque reflue per circa 157mila euro, “crediti per i quali non si riscontra alcuna notifica ai creditori, tant’è che nei bilanci dei Comuni non è riportato il debito corrispettivo”. 

L’affondo del gruppo avverso al presidente Fraiese arriva con la denuncia della presunta incompatibilità tra un componente dell’amministrazione consortile con un membro del Collegio dei Revisori dei conti: “Si tratta di una incompatibilità che è tanto grave da comportare l’annullamento dell’intero collegio. Un’ulteriore irregolarità riguarda le competenze per svolgere il ruolo. Ad eccezione del presidente del Collegio dei Revisori dei conti, nessun altro dei membri effettivi e supplenti è in possesso dei requisiti per svolgere l’incarico”.



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