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ESCLUSIVA STILETV - PROPRIETÀ ULIANO NELL'AREA ARCHEOLOGICA
ESCLUSIVA STILETV - PROPRIETÀ ULIANO NELL'AREA ARCHEOLOGICA
Paestum, vendesi casa privata costruita sull'anfiteatro: 450mila euro, incredibile ma vero
Alfonso Stile
15 aprile 2014 09:28
Eye
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PAESTUM. Vendesi/affittasi caratteristico bilocale di 60mq, interamente adagiato su antico anfiteatro romano in area patrimonio dell’umanità, dotato di servizi, cucina, sottotetto, camere con vista Templi ed annesso giardino di circa 500mq, immerso nella magnifica area archeologica di Paestum: proprietà privata, prezzo 450.000 euro (trattabili). A leggerlo così sembra davvero uno scherzo, una scena da film di Totò o l’ingannevole descrizione di un rudere abusivo da appioppare a qualche facoltoso credulone. Niente di tutto ciò: l’incredibile ‘annuncio immobiliare’ è proprio vero. Una storia tutta italiana, in salsa capaccese, raccontata in esclusiva, a StileTV, da Giovanni Uliano, proprietario (insieme alla sorella Anna) dell’abitazione in questione, tra le poche regolarmente accatastate al Comune di Capaccio nell’area protetta dalla Legge 220/57. Un legittimo paradosso, se così possiamo definirlo, che consente sia la compravendita che la locazione dell’immobile (nelle foto), edificato agl’inizi del ‘900… direttamente sui blocchi squadrati della gradinata e del muro di terrazzamento perimetrale del versante orientale (sotterrato e mai riportato alla luce) dell’anfiteatro. Sembra assurdo, ma all’epoca era prassi consolidare le fondamenta di abitazioni private sui resti di antiche costruzioni interrate.
“Quindi, chi è interessato ad acquistarla – sottolinea il sig. Uliano – non si compra soltanto una bella casa in un posto unico al mondo, ma anche mezzo anfiteatro romano… o meglio ci abiterà proprio sopra”. Come dargli torto. Per dove è collocata, in effetti la residenza dovrebbe avere un valore inestimabile: nel 1975, Uliano senior la strappò al precedente proprietario, un nababbo americano di Pittsburgh, per 25 milioni di lire. Oggi, i figli chiedono ‘appena’ 450mila euro: “Veramente siamo partiti da 600mila euro, ma c’è crisi ed a molti è parso un prezzo sproporzionato”, precisa Giovanni Uliano mentre ci mostra il giardino, ricordando che “semmai un benedetto giorno si decideranno a scavare qui sotto, per legge il Ministero riconosce al proprietario dell’immobile un indennizzo in denaro, oppure fino al 25% del valore stimato dei reperti archeologici eventualmente ritrovati o addirittura parte degli stessi”. Questa non è una fantasia da caccia al tesoro, ma quanto prevede all’art. 44 una vigente legge dello Stato, precisamente la n. 1089 del 1° giugno 1939, che vincola l’intera proprietà.
Ma quante offerte sono pervenute finora? Giovanni, titolare di un bazar di souvenir sito nell’area archeologica, non esita un istante: “Decine e decine, tra curiosi e persone realmente interessate, ma tutti vogliono fare l’affare della vita, pensando, da illusi, che io poi ceda e la svenda; c’è perfino un’anziana signora di Siena, molto benestante, che vorrebbe scambiare la sua tenuta in Toscana con la nostra casa pestana, ma le ho risposto… signo’, altro che Maremma, qui siamo in un posto speciale, siamo nella storia”.

L’ARENA DELL’ANTICA POSEIDONIA
‘Tagliato’ in due dall’antica Via delle Calabrie, realizzata dai Borboni nella seconda metà del ‘700, oggi dell’anfiteatro di Paestum è visibile solo il versante occidentale. Risalente all’epoca cesariana (50 a.c. circa), è tra gli esempi più antichi e ben conservati al mondo di questo genere di edifici. Costruito a terrapieno con blocchi di calcare, fu ampliato nel II secolo d.c., forse per ordine degli imperatori Flavii. La struttura ellittica è caratterizzata da una serie di arcate poggiate su pilastri in laterizio. L’entrata è rappresentata da una volta a vela con due porte laterali ad arco, che davano accesso alla cavea. L’arena non è molto ampia, ma è dotata di balteo, un parapetto abbastanza alto realizzato per evitare contatti tra il pubblico e gli animali feroci che si ‘esibivano’, poggiante su un corridoio dove le bestie stazionavano prima di entrare nell’arena.

QUI SI CAMPA UN SECOLO!
Per quasi 70 anni, ad abitare nella casa sopra l’anfiteatro è stata la signora Concetta Pizzino, per tutti Clorinda, arcinota affittuaria passata purtroppo a miglior vita, lo scorso ottobre, alla veneranda età di 99 anni: per questo, la famiglia Uliano ha deciso di vendere, o riaffittare, la loro pregiata casetta nel cuore dell’antica Poseidonia. “Nonna Clorinda ci ha campato un secolo qui dentro perché ha respirato l’aria millenaria che avvolge questo luogo mistico – spiega convinto Uliano – come se, chi ci vive, ne assorbisse l’eternità”.

DIRITTO DI PRELAZIONE ALLO STATO
L’immobile, come già detto, è sottoposto ai vincoli previsti dalla legge 1089/39 in materia di “Tutela delle cose d’interesse artistico o storico”: al momento della sottoscrizione dell’atto d’acquisto, il Ministero ha la facoltà di esercitare, entro 60 giorni, una sorta di diritto di prelazione al medesimo prezzo pattuito. Nel caso ciò non avvenga, il contratto di compravendita, da privato a privato, è legale a tutti gli effetti. Ovviamente, il proprietario ha poi l’obbligo tassativo di comunicare alla competente Soprintendenza qualsiasi modifica intenda eseguire sull’immobile, al fine di ottenerne preventiva approvazione, soprattutto in caso di opere di ristrutturazione interne ed esterne.
Ma, finora, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, nessuno si è fatto sentire. Si vocifera, all’ombra dei Templi, che dopo il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, anche il ministro Dario Franceschini abbia stretto buoni rapporti con il sindaco Pd di Capaccio Paestum, Italo Voza. Magari… dopo questo articolo esclusivo di StileTV, potrebbe partire la telefonata giusta, per sottrarre da mani private un bel pezzo di storia di Paestum e restituirlo non solo alla comunità, ma al mondo intero.
Anche perché, di recente, la Giunta comunale di Capaccio ha approvato il Piano d’azione denominato “Scavo spettacolare dell’anfiteatro romano e dismissione di un primo tratto della ex SS18”, elaborato dal responsabile dell’Area IV, l’architetto Rodolfo Sabelli. Con l’approvazione definitiva del relativo piano di fattibilità, infatti, potrebbe partire proprio il recupero della porzione di anfiteatro romano ancora seppellita sotto la strada e sotto la proprietà degli Uliano: nel documento, è prevista anche la ‘spettacolarizzazione’ dei lavori attraverso l’installazione di apposite balconate che consentiranno, a cittadini e turisti, di seguire gli scavi ‘dal vivo’ ed osservare da vicino archeologi e ricercatori all’opera nel sito.

CHE FINE HANNO FATTO GLI AMBIENTALISTI?
Con la benedizione da lassù della compianta nonna Clorinda, è proprio il caso di dirlo: un’occasione così capita una volta ogni cent’anni. Ma gli ambientalisti? I paladini della difesa del patrimonio della Magna Graecia, che ne pensano? Gli artefici della lodevole iniziativa di caratura mondiale ‘Paestumanità’, dove sono finiti? Chi li ha visti? “E che ne so, lo chiede a me – sbotta Uliano – guardi a dire la verità pensavo che, una volta apposti i cartelli Vendesi ed Affittasi sulla porta, anche a mo’ di provocazione da parte mia, ho pensato che sarebbero stati i primi a farsi sentire, a fare battaglie nelle opportune sedi; e invece che delusione… sì, va bene pure pensare a comprare l’area nella cinta muraria, per carità, ma qui si parla di mezzo anfiteatro, non so se mi spiego! Chissà, magari dopo l’articolo ed il filmato di StileTV, qualcuno di Legambiente o del Ministero stesso si farà sentire, ma premetto che per costoro il prezzo è quello: 450mila euro, non un centesimo in meno”.

ESCLUSIVA STILETV - IMMAGINI E VIDEO DELL'INTERVISTA COMPLETA NEL CORSO DEL TGSTILE DI OGGI (13:55-17:00-19:00-20:30-23:00-00:30)



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