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DOCUMENTO DALL'ARCHIVIO CINEMATOGRAFICO LUCE DI CINECITTÀ
DOCUMENTO DALL'ARCHIVIO CINEMATOGRAFICO LUCE DI CINECITTÀ
Paestum soffocata dal virus del cemento: il grido d'allarme di 43 anni fa... è ancora attuale
Alfonso Stile
28 novembre 2014 14:02
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Paestum e lotta all’abusivismo edilizio nell’area tutelata dalla legge 220/57. Spunta fuori, dall’archivio cinematografico dell’Istituto Luce di Cinecittà, un documento storico e davvero molto interessante, datato 3 giugno 1971. Si tratta di un’inchiesta curata dall’allora filmgiornale d’attualità “Radar”, con tanto d’intervista al sindaco, Giacomo De Palma (nelle foto), innescata da una fotografia pubblicata dai giornali dell’epoca che mostrava, in prospettiva, i Templi lambiti da edifici di dubbia regolarità. Questo il significativo incipit del filmato, condito da immagini di Capaccio e dell’area archeologica degli anni ‘70: “Paestum soffocata dal cemento? Il grido d’allarme lanciato è, per lo meno, esagerato. La fotografia che mostrava i templi già lambiti dalle costruzioni è soltanto un effetto ottico. Tuttavia, il pericolo esiste se permarranno le deficienze legislative, le lungaggini ministeriali e l'indifferenza delle autorità centrali”. Quasi una premonizione, che suscita un certo effetto nel riguardare un filmato che, a 43 anni di distanza, è invece ancora così tremendamente attuale. Immagini in bianco e nero ma che rievocano, benissimo, tutto lo splendore dell’area archeologica pestana, condite da un audio gracchiante ma incisivo, che a giusta ragione definisce “sacra” la zona dove sono ubicati i Templi, esposta ad un “virus del cemento che sta infettando anche l’antica Poseidonia”. Evidenziando il “sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione di rimanere nel verde incontaminato dove sono stati per secoli”, ed il pericolo che “costruttori senza scrupoli li possano aggredire”, i Templi sono ripresi in tutta la loro bellezza e suggestione, ai piedi dei quali i cronisti dell’epoca, per ricevere “un’autorevole risposta”, intervistano il sindaco De Palma, intervallando il colloquio con impietose immagini di scempi edilizi, baracche, accessi privati alle spiagge e palazzoni “simili a quelli che si trovano nelle periferie delle città del Nord”. Riportiamo, di seguito, la trascrizione integrale di quell’intervista, che rende perfettamente l’idea di come in molti, anzi in moltissimi, abbiano saputo approfittare di un ‘buco legislativo’ gravissimo dando luogo, sull’onda del boom economico di quei tempi, ad una cementificazione incontrollata e selvaggia in uno dei siti più imponenti e meglio custoditi al mondo, di cui ancora oggi, purtroppo, si vedono i negativi effetti.

Sindaco De Palma, quali vincoli legislativi proteggono l’area archeologica?
“L’unica legge esistente a tutela di Paestum è la 220, in vigore dal 1957 e voluta da Zanotti Bianco, che prevede una zona ‘di rispetto’ di mille metri dalle mura di cinta dell’antica città”.
Esiste un Piano Regolatore e, in caso affermativo, viene fatto rispettare?
“Per motivi tecnici-amministrativi non è stato previsto un Piano Regolatore, ma un programma di fabbricazione, con piano di zona e regolamento edilizio; un programma che ha iniziato il suo iter dal 1964, ed è attualmente presso il Ministero dei Lavori Pubblici, ufficiosamente si è saputo che dal settembre del 1970 la Commissione Superiore del Ministero ha espresso il proprio voto, ma fino a questo momento l’Amministrazione comunale non è a conoscenza del voto espresso”.
Esistono costruzioni abusive?
“Sì, purtroppo dal 1957 sono state circa 300, ma devo precisare che non si è trattato di nuove realizzazioni, ma in massima parte di ampliamenti di costruzioni già esistenti, dovuti ad esigenze igienico sanitarie dettata da ampliamenti familiari a seguito dell’aumento demografico”.



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