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MAXI OPERAZIONE DEI CARABINERI
MAXI OPERAZIONE DEI CARABINERI
Scafati, operazione 'Ghost Truck': 10 arresti e 42 denunce
Comunicato Stampa
02 marzo 2015 09:43
Eye
  2058

SALERNO-COMO. Nel mese di febbraio, nelle province di Napoli e Salerno, la Compagnia Carabinieri di Como, con la collaborazione dell'Arma locale e della Sezione di Polizia Gudiziaria della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, darà esecuzione a 10 ordinanze di custodia cautelare emesse a carico di altrettanti soggetti dal gip presso il Tribunale di Nocera Inferiore, che ha concordato appieno con le risultanze investigative prodotte a termine di una complessa attività d'indagine conclusasi nel mese di ottobre 2012, con la quale i militari della Compagnia di Como prima e la Sezione di Pg - Ps della Procura poi, sono riusciti a disvelare un'articolata e capillare associazione a delinquere operante nel territorio dell'agro-nocerino-samese ed in zone limitrofe, finalizzata alla commissione di una infinita serie di reati di truffa ed appropriazione indebita di merce di qualsiasi genere in danno di aziende dislocate sul territorio nazionale ed estero (Francia, Rep. Ceca, Polonia, Romania, Inghilterra, Lituania, Germania, Svizzera, Slovenia, Austria), realizzando profitti illeciti per un valore superiore ai due milioni di euro. I deferiti in totale alla locale Procura della Repubblica sono 42 che dovranno rispondere di reati associativi finalizzati alla truffa, alla ricettazione ed all’appropriazione indebita.

LE INDAGINI
L'indagine "Ghost Truck” della Compagnia Carabinieri di Como ha avuto origine a seguito di una denuncia presentata in data 20 marzo 2011 dal responsabile della "Cargo Service Como", ditta operante nel settore dei trasporti su strada, che nel mese di gennaio 2011 aveva aperto un' unità locale in Pontecagnano (Salerno), la quale due mesi dopo era stata incaricata di trasportare merce (bobine di te lidi plastica, dal valore complessivo di oltre 230 mila euro) da Battipaglia all'estero (Polonia e Francia). Tale merce, il cui trasporto è stato sub-delegato ad altra ditta, non ha mai raggiunto la destinazione finale, in quanto oggetto di appropriazione indebita da parte della ditta subappaltante. Il titolare della Cargo Service Como, oltre a tale appropriazione indebita, ha denunciato di aver ricevuto una telefonata con la quale uno sconosciuto asseriva di essersi impossessato della merce perché - a suo dire - la Cargo Service Como, con il suo ufficio in Pontecagnano (SA), gli stava "rubando clienti". Sostanzialmente, lo sconosciuto intimava al denunciante di chiudere quella unità locale della sua attività e di non lavorare più in Provincia di Salerno. Tale iniziale denuncia ha consentito ai carabinieri di Como, al termine di mesi di indagini, avvalendosi di intercettazioni telefoniche sulle utenze in uso agli indagati, di servizi di osservazione e pedinamento (attuati anche mediante il ricorso ad apparati GPS), di acquisizioni documentali e testimoniali, di identificare e deferire alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Como 11 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata a estorsioni, minacce gravi, truffe, appropriazioni indebite, falso, sostituzione di persona e reati transnazionali. Le risultanze investigative prodotte dalla Compagnia di Como, trasmesse nel mese di ottobre 2012 con la comunicazione di notizia di reato all'Autorità Giudiziaria di Como hanno consentito di: dimostrare la commissione di 19 furti a carico di altrettante ditte, di merce varia per un valore complessivo superiore ai 2 milioni di euro, di cui parte è stata recuperata e restituita ai proprietari; sventare un furto a carico della ditta "Euromotiv" di San Giuliano Milanese, nel corso del quale è stato recuperato materiale plastico del valore di 50 mila euro circa;
sequestrare un apparato "JAMMER", utilizzato dai sodali per inibire il funzionamento di tutti gli apparati elettronici, inclusi i sistemi GPS e telefonici usati dagli investigatori. Nel caso della associazione "Abaco" dal nome del promotore Abaco Francesco invece fondamentali sono state le dichiarazioni rese dal promotore del sodalizio criminale che unite alle risultanze investigative avviate dal Commissariato di PS di Nola, dopo la "sparizione" di un carico diretto in Canada per 1 milione e 200mila euro (in realtà mai partito dal CIS di Nola) hanno consentito di ricostruire oltre venti episodi delittuosi rimasti senza responsabili nel corso degli anni.

IL MODUS OPERANDI
L’associazione a delinquere, strutturata su estesa base, si aggiudicava i trasporti chiamando ditte e società aventi ad oggetto l’attività di intermediazione nel settore dei trasporti di merce su strada, che avevano pubblicizzato la predetta attività attraverso l’inserimento del trasporto in un archivio nazionale consultabile su appositi siti internet (Timocom Teleroutè ed altri) con due diversi modus operandi: utilizzazione fraudolenta delle credenziali di ditte di trasporto realmente esistenti per raccogliere la commessa e far proprio il carico. Una volta entrati in possesso dei dati identificativi di imprese realmente operanti (partita iva, numero di iscrizione alla Camera di Commercio, numero di polizza assicurativa), gli indagati li falsificavano ad hoc e li utilizzavano per i loro fini illeciti spacciandosi per i titolari, provvedevano a falsificarne la documentazione amministrativa e le polizze assicurative, il tutto mentre l’impresa (vera) era totalmente ignara dell’attività delittuosa in corso. Individuato il carico di interesse (in base al valore economico della merce ovvero in base alle richieste provenienti dagli abituali ‘ricettatori’), acquisivano sui predetti siti specializzati richieste provenienti dalle ditte committenti alle quali inviavano e-mail contenenti offerte particolarmente vantaggiose dal punto di vista economico, in modo da assicurarsi l’incarico per il relativo trasporto. A questo punto provvedevano ad inviare alla ditta committente la falsa documentazione amministrativa ed assicurativa ed a comunicare il nominativo dell'autista compiacente nonché la targa del veicolo utilizzato per il trasporto, anch'essa spesso oggetto di preventiva alterazione. Dopo aver ricevuto la merce, per il trasporto, l'autista anziché portarsi alla destinazione commissionata, spariva con il carico, così come si rendevano irreperibili tutti i referenti della (falsa) azienda che aveva operato. Si trattava, come è evidente, di modalità operative particolarmente insidiose, in quanto non consentivano alle ditte committenti, in sede di preventivo controllo, di rendersi conto della condotta truffaldina posta in essere in loro danno. Gli accertamenti pur diligentemente effettuati sulla documentazione trasmessa all'atto dell'affidamento dell'incarico davano, infatti, esito generalmente positivo, dal momento che - per effetto della spendIta del nome dell'impresa donata - la ditta di trasporto cui erano affidati i beni risultava apparentemente in regola e, per giunta, affidabile, in quanto operante sul mercato da molti anni.

Creazione di ditte di trasporto ad hoc, da utilizzare per le attività illecite
Intestavano un'impresa a prestanomi pienamente inseriti nel contesto associativo ("EVT Esposito Trasporti di Esposito Vincenzo". ditta regolarmente iscritta presso la Camera di Commercio di Napoli ed intestata a ESPOSITO Vincenzo, qui indagato quale adepto all'associazione per delinquere o come nel caso di Abaco Francesco (promotore del sodalizio) mediante l'uso della ditta TRASPORTI POMPEI di Scafati). Per il resto, il sistema era il medesimo analizzato nell'ipotesi precedente: intercettavano le richieste provenienti dalle ditte committenti, si aggiudicavano il carico attraverso offerte particolarmente vantaggiose dal punto di vista economico e si appropriavano indebitamente della merce, mediante autisti sodali alla organizzazione e veicoli provvisti di targhe e di documenti di circolazione contraffatti. Gli associati erano ben consapevoli che nel giro di poco tempo la notizia della attività abusiva posta in essere con una certa denominazione di impresa si sarebbe diffusa tra gli operatori del settore, ma tale circostanza non era di ostacolo al perseguimento dei fini illeciti, dal momento che occorrevano alcuni mesi prima che il nominativo della ditta di trasporti fosse inserita nell'elenco delle ditte non affidabili dal punto di vista commerciale ed in tale arco temporale, considerando la frequenza con la quale venivano consumati i reati, l'associazione poteva mettere a segno numerosi colpi, realizzando ingentissimi guadagni. Successivamente, provvedevano a vendere la merce trafugata realizzando ingenti guadagni. Tutti con l'aggravante di aver cagionato alle parti offese un danno patrimoniale di rilevante gravità, quantificato in circa euro 6.000.000 (sei milioni di euro), avendo di fatto beneficiato degli illeciti profitti.

LA COMPETENZA TERRITORIALE DEL TRIBUNALE DI NOCERA INFERIORE
Avendo determinato in Scafati la sede dell'organizzazione criminale, nel mese di febbraio 2013 il procedimento è stato trasmesso dalla Procura della Repubblica di Como a quella di Nocera Inferiore, per competenza territoriale in relazione al luogo di consumazione del reato associativo. Idem per l'attività originariamente istruita presso la Procura di Nola. Come affermato dal dott. Cacciapuoti, sost. Proc. Presso la Procura di Nocera Inferiore, le risultanze investigative prodotte' dai Carabinieri di Como in collaborazione con l' aliquota di Pg della Polizia di Stato della locale Procura, hanno permesso ulteriormente di disarticolare più associazioni per delinquere operanti nel territorio costituito dai Comuni di Pompei (NA), Torre Annunziata (NA), Scafati (SA), Nocera Inferiore (SA), Nocera Superiore (SA) e Pagani (SA) (cd. zona Agronocerino), ove l'esistenza di gruppi organizzati dediti in via esclusiva alla sistematica appropriazione di merci da vendere sul "mercato nero" è fenomeno ampiamente diffuso.

IL GRUPPO ASSOCIATIVO "ABACO"
Le indagini che hanno originato ii filone del cd "gruppo Abaco" hanno fatto seguito alla intensa e proficua attività di indagine svolta dal Nucleo Operativo - Aliquota Radiomobile - dei Carabinieri di Como, ove si giungeva alla compiuta identificazione di tutti gli appartenenti al sodalizio criminoso denominato "Tufano - Amaro"; fra questi vi era Abaco Francesco, risultato intestatario della ditta "Trasporti Pompei srl" con sede in Scafati (SA) a carico del quale pendevano diversi procedimenti penali per numerosi episodi delittuosi. Risultava, inoltre, una querela presentata dal precedente titolare della ditta di trasporti, Sicignano Gerardo. Quest'ultimo veniva, in maniera ricorrente, escusso a sommarie informazioni da vari organi di polizia per episodi delittuosi a lui estranei ma comunque riconducibili alla sua vecchia ditta di trasporti che riferiva di aver ceduto all'Abaco. Le indagini relative ad uno di tali procedimenti, proveniente dalla Procura della Repubblica di Nola, consentivano di ottenere la piena "collaborazione" dell'Abaco Francesco il quale, resosi probabilmente conto della estrema gravità della propria posizione processuale, si rendeva disponibile a collaborare con le forze dell'ordine ed a rivelare nomi e circostanze relative alla commissione di una pluralità di episodi delittuosi da parte di una compagine associativa da lui stesso costituita e diretta con la collaborazione di altri soggetti. In questa fase prende corpo il secondo gruppo associativo che viene, per comodità espositiva, denominato gruppo "Abaco Francesco" dal nome di chi, dalle risultanze investigative, risulta essere tra gli organizzatori. La collaborazione dell'Abaco (oggi ristretto in carcere) consentiva al magistrato ed alla PG di ricostruire ben 26 episodi delittuosi in danno di altrettante aziende per un danno stimato in totale pari a sei milioni di euro. Si tratta della seconda operazione di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura di Nocera (PM Cacciapuoti) nel settore delle appropriazioni di merce che a giugno scorso hanno portato in carcere già 23 soggetti ritenuti responsabili di altri sodalizi criminosi operanti sempre nell'agro nocerino sarnese.



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