Attualità
SCIOPERO DELLA FAME E PRESIDIO PERMANENTE
SCIOPERO DELLA FAME E PRESIDIO PERMANENTE
Battipaglia, operai Fergom in agitazione davanti alla sede della Cooper Standard
Anna Vairo
04 marzo 2015 19:27
Eye
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BATTIPAGLIA. Da lunedì sono in presidio permanente davanti ai cancelli della Cooper Standard di Battipaglia. Sono gli operai della Fergom, che hanno visto scadere il proprio contratto di lavoro, il 28 febbraio scorso. Questa mattina, due dipendenti hanno anche iniziato lo sciopero della fame e da domani, se sarà il caso, anche quello della sete. I circa 30 dipendenti dell’azienda, che vede impiegati anche diversi lavoratori di Capaccio Paestum, sono decisi a continuare la loro protesta pacifica con il presidio che va avanti, giorno e notte (nella foto). Solo una tenda li protegge da freddo e pioggia: a portarla è stato un collega. “Avevamo presentato richiesta alla Protezione civile ed al Comune – raccontano – ma dopo un lunedì, passato sotto la pioggia, ed un martedì all’addiaccio, abbiamo provveduto autonomamente a dotarci di un riparo dalle intemperie”. Lamentano di essere stati dimenticati da tutti. “Stiamo protestando davanti alla sede della Cooper standard perché ci ha tolto le commesse - ha precisato il componente del direttivo Fim Cisl, Antonio Guglielmotti - già ce lo avevano preannunciato, a dire il vero, ma avevamo la speranza che il lavoro potesse continuare visto che, all’inizio, avevano paventato la decisione di trasferire tutto in Serbia e poi non è stato così. Poi, però, hanno spostato tutte le lavorazioni Fergom ad Oliveto Citra. In più, ci sono dei problemi - continua il rappresentate sindacale - è da dicembre che gli operai non percepiscono la cassa integrazione, per accedere al secondo anno con il rinnovo della cig, 13 persone sono andate in mobilità volontaria e, adesso, c’è una circolare di Renzi che dice che, quasi sicuramente, loro non rientrano in questa cig quindi, al momento, stanno a casa e non sanno se sono licenziati, in mobilità oppure in cassa integrazione. E anche se verrà approvata la cig si presume che arriverà verso luglio o agosto e, fino ad allora, loro sono senza reddito, si tratta di famiglie monoreddito che non sanno come andare avanti”. Una situazione critica con gli operai che hanno chiesto ai vertici aziendali di lavorare almeno 10 giorni al mese per allacciarsi alla cassa integrazione. “Chiediamo solo di sopravvivere – riferiscono ai microfoni di StileTV – perché ci sono persone che hanno mutui, affitti e sono monoreddito, senza avere nemmeno un euro in tasca non si può andare avanti. Siamo pronti ad aiutare perfino alla dismissione pur di lavorare”.



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