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QUERELLE INTERNAZIONALE
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Ballerina testimone al processo, lo stop dagli Usa
Redazione
20 marzo 2015 17:18
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SALERNO. Braccio di ferro tra il tribunale italiano e il Dipartimento di giustizia americana. Si trasforma in una querelle internazionale l’inchiesta della Procura sull’estorsione messa a segno nel dicembre 2000 ai danni del titolare del negozio di antiquariato Compagnia delle Indie. Oggetto del contendere è la testimonianza dell’ex moglie del collaboratore di giustizia Ciro Ferrara, Maria Caramanno, divenuta cittadina americana dopo aver contratto matrimonio oltreoceano, chiamata a deporre nel processo a carico di Santo Pepe e contro la cui escussione è intervenuto il Dipartimento di giustizia Usa. Il caso è esploso ieri mattina quando sul tavolo dei giudici della seconda sezione penale del tribunale di Salerno è giunta una nota dell’Anticrimine americana che sosteneva l’impossibilità della donna, ballerina di lap dance e conosciuta a Miami nel mondo dello spettacolo, a rendere testimonianza perché non ricordava nulla della vicenda come, d’altronde, la stessa avrebbe già dichiarato alla polizia italiana. Immediata l’opposizione del pm dell’Antimafia Rosa Volpe e del difensore di Santo Pepe, Ivan Nigro, di fronte a quella che appare, a tutti gli effetti, come una indebita ingerenza dello Stato americano nell’ambito della giurisdizione italiana. È stata così emessa un’ordinanza da parte del presidente di sezione Siani, immediatamente trasmessa al ministero della Giustizia, che sostiene la necessità di procedere alla videoconferenza assistita della donna, precisando che per l’udienza del 2 aprile 2015 a tanto si dovrà procedere, non tollerandosi indebite intrusioni da parte di soggetti estranei alla giurisdizione italiana.



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