Attualità
"RUBRICA NON SOLO DIRITTO"
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Tenuità del fatto: prima pronuncia della Cassazione
Rosario Buccella
18 aprile 2015 13:15
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  2001

Tanto attesa, arriva la prima sentenza della Corte di Cassazione, e con essa il primo vero spunto giurisprudenziale, in seguito all’entrata in vigore del decreto legislativo n. 28/2015, che ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico la possibilità, da parte del giudice, di escludere la punibilità dell’autore di reati per i quali è prevista la pena pecuniaria oppure una pena detentiva non superiore a cinque anni, quando, “per le modalità della condotta e per l’esiguità del danno o del pericolo, l’offesa è di particolare tenuità”, con le dovute eccezioni.

In particolare, la Suprema Corte, Terza sezione penale, con la sentenza n. 15449/2015, ha evidenziato due aspetti fondamentali. In primo luogo, ha chiarito come la riforma, ossia l’art. 131 bis del codice penale, sia applicabile anche ai procedimenti in corso, avendo la norma natura sostanziale e, quindi, suscettibile di attuazione retroattiva, poiché più favorevole. In secondo luogo, la Corte ha escluso la sua applicabilità nei confronti di chi si sia sottratto in maniera fraudolenta al pagamento delle imposte, rigettando, di conseguenza, il ricorso proposto da un uomo condannato dalla Corte d’Appello di Milano per tale reato. Questi, in veste di liquidatore di una società in accomandita semplice, al fine di evadere imposte per 467.000 mila euro, aveva costituito un trust e trasferito a se stesso (trustee) l’intero patrimonio della Società. Così, aveva auspicato di rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva ed eludere i creditori, in violazione dell’articolo 11 del decreto legislativo n. 74/2000, che sanziona tale condotta con la reclusione da sei mesi a quattro anni.



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