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ora consiglio e nomina giunta
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Regione, accolto il ricorso urgente: Vincenzo De Luca può governare
Redazione
02 luglio 2015 11:15
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NAPOLI. Il Tribunale di Napoli, con decreto presidenziale del presidente della prima sezione civile, Guglielmo Cioffi, ha accolto la richiesta di Vincenzo De Luca, disponendo la sospensiva della sospensione firmata venerdì scorso dal presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi. Il governatore della Campania potrà, quindi, a tutti gli effetti, entrare in possesso dell’incarico di presidente, partecipando al primo Consiglio (che sarà fissato a breve), nominare la Giunta di palazzo Santa Lucia e firmare gli atti. De Luca aveva presentato il ricorso urgente contro la decisione presa dal premier Renzi per effetto della Legge Severino. L’attesa è ora sulla sentenza della Corte Costituzionale che il prossimo 20 ottobre sarà chiamata ad esprimersi proprio sulla costituzionalità della Legge Severino. Cessa il momento di stasi della Regione, che può iniziare a programmare la nuova legislatura dopo la vittoria di De Luca, a capo della coalizione di centrosinistra, nelle elezioni dello scorso 31 maggio.E il governatore della Campania ha commentato l’esito positivo del ricorso: “Esprimo – scrive De Luca - il mio rispetto per il Tribunale di Napoli, che ha affrontato una questione, anche inedita, con grande attenzione e profondità. Esprimo il mio ringraziamento ai miei legali per la loro professionalità. Si apre ora la fase del lavoro e dell’impegno amministrativo pieno.
Rivolgo un saluto alle elettrici ed agli elettori campani, che hanno scelto democraticamente a chi affidare il governo della Regione. E’ sembrato, in questi giorni, che il primo e fondamentale elemento di correttezza istituzionale potesse esser quasi cancellato. Si ripristina il rispetto della volontà popolare. Agli elettori di Napoli e della Campania riconfermo la mia gratitudine ed il mio impegno. Abbiamo rispettato e rispetteremo rigorosamente tutte le leggi dello Stato. Così come ci batteremo a fondo per la difesa dello Stato di Diritto e dei principi costituzionali. E’ necessario espellere dalla vita pubblica ladri e tangentisti; ma è altrettanto necessario tutelare a pieno, nella loro dignità e nel loro lavoro, quanti continuano ad assumersi responsabilità, per cambiare il Paese, realizzare opere, creare lavoro. Ci batteremo perché la legge sia uguale per tutti, e non ci siano disparità fra amministratori locali, che lavorano e rischiano in trincea, ed esponenti politici nazionali e di governo. Ci batteremo perché la “paura della firma” e della responsabilità non paralizzino più l’Italia. Nei prossimi mesi sarà sempre più chiaro che la vecchia Campania dei luoghi comuni non esiste più. Arriverà presto, all’italia intera, l’immagine di un’altra classe dirigente, fatta di dignità istituzionale, di concretezza operativa, di rigore spartano. Lavoreremo, a testa alta, per affrontare e risolvere i nostri problemi, e valorizzare in pieno le nostre potenzialità.Ci batteremmo, infine, perché il dibattito pubblico diventi meno confuso ed approssimativo. C’è un clima pesante in Italia. Arrivano ai cittadini notizie di scandali e ruberie. Tutto viene compreso in un generale sentimento di sfiducia e di disincanto. A maggior ragione, in questa situazione, è indispensabile andare sempre al merito delle questioni, rendere chiare le differenze, tutelare le persone corrette. Rispettare sempre la vita di chi si spende correttamente per l’impegno pubblico, non indebolisce, ma rafforza la battaglia contro le degenerazioni della politica, e a tutela della dignità delle Istituzioni”.



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