Attualità
CORPO FU RINVENUTO IN UN SACCO
CORPO FU RINVENUTO IN UN SACCO
Montecorvino, uccise di botte il padre violento e ne bruciò il cadavere: condannato a 14 anni
Redazione
27 novembre 2015 09:23
Eye
  1010

MONTECORVINO PUGLIANO. Condannato a 14 anni di carcere Giancarlo Di Francesco, il 43enne accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere per avere ucciso di botte il padre, il cui corpo fu rinvenuto dai carabinieri in località Occiano, a Montecorvino Rovella, in un sacco di juta legato mani e piedi, completamente carbonizzato. L’uomo, difeso dall’avv. Pierluigi Spadafora, è stato giudicato con rito abbreviato: la sentenza è stata emessa ieri dal gup Renata Sessa, che ha concesso al 43enne le attenuanti generiche escludendo l’aggravante della crudeltà, inserita nella formulazione accusatoria avanzata dal pm della Procura della Repubblica di Salerno, Katia Cardillo, titolare dell’inchiesta sul macabro assassinio che, invece, aveva chiesto per Di Francesco una condanna all’ergastolo. Il giudice si è pronunciato anche sulle richieste di patteggiamento avanzate dalla sorella, Sonia, e dalla madre, Anna Mercadante: per entrambe è stata ratificata la pena di 1 anno e 6 mesi concordata con il pubblico ministero per i reati di occultamento e distruzione di cadavere.
Il delitto si consumò il 5 agosto 2014, intorno alle 15:30. Poco dopo la mezzanotte dello stesso giorno, il cadavere del 69enne pregiudicato Romano Di Francesco , infilato in un sacco di juta, fu caricato in auto e portato nelle campagne dove poi fu cosparso di benzina e bruciato. Il giorno dopo, il 6 agosto, a fare la macabra scoperta fu un pastore che diede l’allarme; ma la svolta nelle indagini che portò al fermo dei due figli ci fu il 7 agosto: determinante, a tal proposito, la denuncia di scomparsa presentata dalla moglie del Di Francesco, ai carabinieri della Stazione di Montecorvino Pugliano. Ad insospettire gli inquirenti, la reazione della famiglia nell’apprendere che il corpo carbonizzato era del padre e il fatto che il racconto fatto sembrasse concordato. Dopo un lungo interrogatorio, fratello e sorella finirono col confessare. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, diretti dal ten. col. Giulio Pini, e i militari della Compagnia di Battipaglia, allora coordinati dal cap. Giuseppe Costa, chiusero così il cerchio risolvendo il delitto in meno di 48 ore. Movente del macabro assassinio, secondo quanto raccontato da moglie e figli, le continue vessazioni perpetrate dal 69enne nei confronti dei familiari: proprio dopo l’ennesima violenza, nei confronti della moglie e della nipote 15enne, sarebbe maturato il delitto. L’uomo, infatti, avrebbe aggredito la consorte a pugni e la nipotina a calci, scatenando così la reazione del figlio Giancarlo, che lo avrebbe colpito più volte al capo e al torace uccidendolo. Dapprima il panico, poi l’attesa che la sorella rientrasse dal lavoro e, successivamente, la decisione di nascondere e distruggere il cadavere, prima cosparso di benzina e poi dato alle fiamme.



Logo stiletvhd canale80
Immagine app
SCARICA
L’APP