CAMEROTA. Morì, nell’agosto del 2015, mentre si trovava all’interno della discoteca all’aperto ‘Il Ciclope’ di Marina di Camerota, colpito da un enorme masso staccatosi improvvisamente, da un’altezza di circa 60 metri, dal costone roccioso che sovrasta il locale notturno, nel corso di un violento temporale: ad oltre un anno e mezzo di distanza dalla tragedia, sono 10 in tutto le persone indagate per la morte del 27enne di Mugnano, Crescenzo Della Ragione (nel riquadro). Secondo le risultanze di lunghe ed accurate indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, infatti, la discoteca non poteva restare aperta, quella sera, per ragioni di ordine meteorologico ed omesso controllo delle necessarie condizioni di sicurezza del costone. Con l’accusa di omicidio colposo, sono stati raggiunti da relativi avvisi di garanzia il titolare del locale, Raffaele Sacco, che dovrà rispondere anche del reato di apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o trattenimento; il sindaco e l’ex sindaco di Camerota, Antonio Romano e Domenico Bortone; i due tecnici incaricati del controllo del costone, l’ingegnere Gennaro D’Addio e il geologo Antonio Gravina; il responsabile del servizio demanio del Comune, Antonio Troccoli; ed i comandanti della polizia locale succedutisi dal 2011 al giorno della tragedia, ovvero Salvato Donato, Antonio Ciociano e Giovannantonio Cammarano. Dovrà invece difendersi dall’accusa di favoreggiamento personale Antonio Campanile, addetto alla sicurezza del locale in servizio quella sera che, secondo l’accusa, avrebbe fatto scomparire, subito dopo la tragedia, il masso che uccise il 27enne, intimando ad alcuni testimoni di non riferire dell’accaduto ai carabinieri, suggerendo di spostare il cadavere dal luogo in cui si trovava.