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inserito per errore in lista superstiti
inserito per errore in lista superstiti
Tragedia Rigopiano, i familiari di Stefano Feniello presentano esposto: “Vogliamo chiarezza”
Redazione
09 marzo 2017 08:42
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FARINDOLA. Era stato inserito nella lista dei superstiti e la disperazione dei familiari si era subito trasformata in trepidante attesa: ma la loro speranza di riabbracciarlo, però, è stata drammaticamente delusa nelle ore successive. Oggi a distanza di quasi due mesi dalla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, i familiari dei Stefano Feniello, successivamente accertata come una delle 29 vittime, hanno presentato un esposto in Procura nei confronti del prefetto di Pescara, di una funzionaria della Protezione civile e del sottosegretario di Stato Federica Chiavaroli. L’obiettivo è fare luce sulla vicenda del nome di Stefano, inserito erroneamente in una lista contenente i nomi di cinque superstiti che avrebbero raggiunto l’ospedale a breve. Obiettivo della famiglia del giovane , originaria di Valva, in provincia di Salerno, assistita dall’avvocato Camillo Graziano, è capire ”se si sia trattato di un madornale errore di comunicazione o se vi sia qualcosa di poco chiaro che noi non conosciamo”.

La fidanzata disse: «Era poco lontano da me»

Nel pomeriggio di venerdì 20 gennaio, durante una comunicazione ai familiari dei dispersi da parte del prefetto e di una funzionaria di Protezione civile, il nome di Stefano era stato inserito nella lista di cinque persone estratte vive dai resti dell’hotel, che sarebbero arrivate a breve in ospedale a Pescara. Il sabato mattina, riferisce l’avvocato Graziano, il sottosegretario Chiavaroli aveva tranquillizzato la madre di Stefano dicendole che avrebbe presto rivisto il figlio. Ma Feniello in ospedale non è mai arrivato. Il suo corpo è stato estratto quattro giorni dopo il ritrovamento della sua fidanzata, Francesca Bronzi, una degli undici superstiti. “Francesca”, spiega il legale, “ha raccontato che Stefano era vicino a lei, che aveva riconosciuto il suo orologio e che, pur non potendosi muovere, era riuscita a toccare la sua mano. Abbiamo chiesto anche ai soccorritori, ma ci hanno detto che Stefano non era nel punto indicato dalla ragazza. Successivamente abbiamo appreso dalla stampa che forse Stefano era a quattro o cinque metri da Francesca. Vogliamo capire perché il nome di Stefano era in quella lista e che sia fatta luce su queste discordanze”.

La lettera aperta della mamma

Maria Perilli, la mamma del giovane, sfoga il suo dolore in una lettera aperta e critica duramente le istituzioni: “Dopo il funerale di Stefano ho sentito dire che Farindola e i suoi amministratori sono tristi perché questa tragedia è stata un duro colpo per l’economia del paese. Ecco, proprio quell’economia che mio figlio era andato ad alimentare con quella vacanza, quell’economia che oggi dicono è stata uccisa, ha contribuito a uccidere mio figlio”.A causa di quell’economia - continua - a Stefano è stato assicurato che c’erano le condizioni per andare a Rigopiano, gli è stato detto di stare tranquillo, la strada è sempre pulita, non ci sono problemi. Ma la strada non era pulita; quando è arrivato la stavano pulendo, ha dovuto aspettare che lo spazzaneve finisse di pulirla e poi, scortato dal sindaco di Farindola, che gli faceva strada, è salito fino alla sua tomba”. “Ringrazio il sindaco di Farindola", continua amara la donna, “che si è preoccupato di aiutare Stefano e tutte le altre persone affinché arrivassero in hotel, e non si è posto il problema di come quelle stesse persone sarebbero potute andare via il giorno dopo”. (Fonte Corrieredellasera.it)



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