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IL DRAMMA E L'APPELLO DI UNA GIOVANE MADRE
IL DRAMMA E L'APPELLO DI UNA GIOVANE MADRE
Capaccio, tentò suicidio per la vergogna: “Non ho i soldi per far mangiare mio figlio a scuola”
Alfonso Stile
22 marzo 2017 13:54
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Aveva appena 20 anni, tanta gioia di vivere ed un sogno nel cassetto, quello di sfondare nel mondo dello spettacolo grazie al fascino delle sue origini sudamericane, magari sposando un principe azzurro da trovare in un talent show su Canale 5, nel 2008. Ma, 9 anni dopo, la vita di Susy (nome di fantasia) è cambiata radicalmente mettendola a dura prova, fino a spingerla sull’orlo del precipizio.
Tre anni fa ha avuto un bambino, l’unica gioia in un’esistenza che, ad un tratto, è diventata difficile, buia, insopportabile, tanto da decidere di farla finita tentando il suicidio: 40 pillole buttate giù in un colpo solo e la disperata corsa in ospedale in ambulanza. Ricorda solo questo di quella brutta sera trascorsa tra la vita e la morte, quando la vergogna prese il sopravvento su tutto.
Oggi Susy, che parla ben 5 lingue, vive ancora con il suo compagno, disoccupato come lei. In casa i mobili sono pochi come i giocattoli. Da poco le è arrivata l’ingiunzione di sfratto, perché non paga l’affitto da diversi mesi. Ma il colpo di grazia l’ha ricevuto ieri, quando è arrivata a non poter pagare la retta per la mensa scolastica: ci vogliono 16 euro e 50 per rinnovare il bollettino dei ticket, ma lei non ce li ha. Non ha i soldi per far mangiare il suo bambino all’asilo o per comprargli il latte, nemmeno quelli per il sale per condire la pasta. Una disperazione che distrugge la sua dignità di donna, di madre e di cittadina, ogni giorno: “Non ce la faccio più, il mio è un grido disperato uguale a quello di tante madri e di tante famiglie che non ce la fanno a mettere un pezzo di pane a tavola - spiega a StileTV - non ho il coraggio di mostrare il mio volto perché non voglio che, un domani, anche mio figlio debba sopportare il peso della mia vergogna; ho chiesto i contributi assistenziali ma ho firmato solo fogli senza mai ricevere nulla; non voglio puntare il dito contro nessuno, però ho bisogno veramente di aiuto, di un lavoro anche saltuario, perché non so più come fare; per questo, in passato, ho tentato di togliermi la vita, non vedevo più sbocchi, mi sentivo persa, oggi invece penso che non voglio diventare l’ennesima vittima di uno Stato che non aiuta i più deboli e bisognosi, non voglio essere l’ennesima vita spezzata dalla miseria e dall’assenza delle istituzioni; ricevo il pacco alimentare ogni mese, mi vergogno pure a dirlo, ma non basta per far vivere una famiglia di tre persone... se sono arrivata a farmi intervistare è perché vorrei fare tanto per mio figlio, per farlo essere come tutti gli altri”.



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