Attualità
CERIMONIA SOLENNE IL 30 APRILE
CERIMONIA SOLENNE IL 30 APRILE
Castel San Lorenzo: una statua per ricordare Luigi Peduto, finanziere eroe nel lager nazista
Comunicato Stampa
29 aprile 2017 12:38
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CASTEL SAN LORENZO. Il cavaliere maresciallo Luigi Peduto della Guardia di Finanza, scomparso pochi anni orsono, viene internato nel 1943 all’interno del famigerato campo di concentramento di Krems, in Austria, ove conosce la vedova ucraina Mokryna Maria Yurzuk, madre di una bimba ancora in fasce, che il sottufficiale provvede a sfamare anche con il proprio, misero pasto.
I due, sopravvissuti a quell’inferno, dopo oltre 60 anni si ritrovano grazie all’emittente televisiva ucraina ‘Inter’ e, quale rievocazione di tale evento, verrà svolta il prossimo 30 aprile una cerimonia solenne nel comune di Castel San Lorenzo, nel corso della quale verrà donata ufficialmente alla locale comunità una statua, realizzata dallo scultore Alexandr Morgatskyy, intitolata, non a caso, ‘Una storia d’amore’, in analogia con quanto già realizzato nel 2013 in una delle piazze più importanti della capitale ucraina Kiev (nella foto).
Due croci per aver combattuto, una per essere stato internato nei lager nazisti e l’altra di ‘Cavaliere della Repubblica’; una medaglia per aver fatto parte della gloriosa 2^ Armata e una perché ‘Volontario della Libertà’.
Un uomo d’altri tempi, soldato nato, figlio e nipote di ‘Cavalieri di Vittorio Veneto’, il maresciallo Peduto venne educato fin da bambino ai valori della Patria e della Libertà. Intorno a questi, poi, ha costruito tutta la sua vita. A cominciare da quel fatidico 10 dicembre del ’41, allorquando egli stesso chiedeva di “essere assegnato a qualunque reparto mobile del Corpo” della Guardia di Finanza, in cui era entrato da appena sette mesi. Partì il giorno dopo, assegnato alla 2^ Compagnia autonoma del Battaglione di stanza a Spalato (Croazia) agli ordini del colonnello Veronesi.
Da qui inizia, in prima linea, un’odissea che lo sballotta tra l’isola jugoslava di Scolta, di nuovo a Spalato e infine sull’isola di Curzola, nell’Adriatico. A luglio del ’43 il ritorno sulla terraferma, a Omis. Qui, il suo plotone viene inviato in avanscoperta della divisione tedesca, con il compito di tenere a bada i terribili partigiani di Tito che avrebbero pregiudicato il passaggio degli allora alleati.
Una missione alla quale il nostro sottufficiale verrà, proprio e solo lui, inspiegabilmente sottratto dall’ordine di rientro all’accampamento diramato dal proprio tenente.



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