Attualità
Vallo, chiuso il reparto di Psichiatria del 'San Luca' dopo l'interdizione dei medici
Redazione
27 gennaio 2010 00:00
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mastrogiovanni

 

La vicenda della morte di Francesco Mastrogiovanni (nella foto), il maestro di Castelnuovo Cilento deceduto lo scorso 4 agosto, dopo quattro giorni di ricovero in Psichiatria a Vallo della Lucania, sta provocando serie conseguenze.

Dopo l'ordinanza di interdizione temporanea dalla professione sanitaria, emessa qualche giorno fa dal gip di Vallo della Lucania, Nicola Marrone (secondo gli inquirenti, l’insegnate sarebbe morto in seguito ad una contenzione farmacologica e fisica durata oltre 80 ore), riguardante 8 infermieri e 6 medici del reparto di Psichiatria del “San Luca”, è stata disposta, ieri, la chiusura del dipartimento. La decisione è stata presa dal neo primario reggente, Antonio Mautone, avendo costatato l'impossibilità a garantire il normale funzionamento del reparto con solo un medico e 4 infermieri disponibili e per l’impossibilità di salvaguardare adeguatamente la salute dei pazienti. Nel reparto di psichiatria, al momento della decisione del neo responsabile, vi erano 5 persone ricoverate: 3 di queste sono state dimesse poiché le cure effettuate sono state considerate sufficienti, le altre 2 sono state trasferite all'ospedale di Polla-Sant’Arsenio.

Su tale decisione il subcommissario sanitario dell'Asl di Salerno ha riferito: "Non si tratta di una chiusura definitiva ma limitata nel tempo, direttamente collegata alla sospensione dei 14 operatori che non sono al momento sostituibili. Il reparto sarà nuovamente disponibile ed attivo appena potranno essere di nuovo utilizzate le risorse professionali ora sospese".

Intanto, ieri, si è svolta una conferenza stampa dei rappresentanti e dei legali del comitato "Verità e Giustizia per Franco". Nell'occasione gli avvocati Caterina Mastrogiovanni, Loreto e Marcello D'Aiuto hanno sottolineato che il provvedimento di interdizione, per i medici e gli infermieri del reparto di Psichiatria, è un primo importante riscontro alle accuse che si incentrano principalmente sulla mancata registrazione sulla cartella clinica della contenzione, come prescrivono i protocolli, a cui è stato sottoposto il maestro. Una cura, secondo i familiari, sproporzionata rispetto alle reali condizioni di salute in cui si trovava Francesco Mastrogiovanni.



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