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INDAGINI DI QUESTURA E CARABINIERI
INDAGINI DI QUESTURA E CARABINIERI
Vietri sul Mare: tre arresti per usura, droga ed estorsioni
Redazione
29 maggio 2017 16:30
Eye
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SALERNO. Associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. spaccio di sostanze stupefacenti, usura pluriaggravata, estorsioni continuate aggravate dal metodo mafioso e intestazione fittizia di beni. Sono i reati contestati dalla Procura di Salerno a Dante e Vincenzo Zullo, padre e figlio, e a Vincenzo Porpora, tutti residenti a Vietri sul Mare, arrestati all’alba. Il modus operandi era molto semplice: lo spaccio di droga era una sorta di bancomat, perché i proventi venivano utilizzati nell’attività di strozzinaggio.

Le indagini, coordinate dal pm Vincenzo Senatore e condotte dalle Questura di Salerno e dai carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore, sono ancora in corso. Perché si sta ricostruendo tutto l’intreccio di contatti, tant’è che sono state sottoposte a sequestro due società operanti nel settore dei trasporti privati, del noleggio e vendita di autovetture e sono state eseguite perquisizioni nei confronti di altri quattro indagati, di cui tre provenienti dall’area di Scafati-Castellamare di Stabia. attivamente coinvolti nell’attività di usura, e, in un caso, nel delitto di riciclaggio. La ricostruzione degli inquirenti ha permesso di venire a capo di un gruppo criminale, al cui vertice c’era Dante Zullo, coadiuvato dal figlio Vincenzo e da Vincenzo Porpora. Proprio Porpora, da vittima si sarebbe trasformato in procacciatore d’affari per la famiglia Zullo e in esattore.

Porpora, infatti, secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, era titolare di una pescheria al Corso Mazzini di Cava de’ Tirreni. E aveva chiesto un prestito di 6mila e 800 euro, pagando interessi per 3mila e 800 euro, oltre a numerose forniture di pesce ed una riparazione di un’autovettura. Porpora, tuttavia, aveva fatto anche da tramite per far incontrare Giovanni Sorrentino, noto imprenditore cavese operante nel settore del trasporto turistico e del noleggio delle autovetture, a Dante Zullo.

Sorrentino sarebbe stato costretto, tra il 2014 e il 2017, a corrispondere, in denaro o acquisti di beni mobili, circa 150mila euro, oltre che ad assumere Dante Zullo, il figlio Vincenzo e la moglie
Carmela Lamberti, ai quali pagava lo stipendio senza che avessero mai lavorato. In pratica, come sostiene il Gip, si era creato un vero e proprio “asservimento” della Sorrentino Travel alle “esigenze criminali di Carmine Zullo”. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura salernitana, diretta da Corrado Lembo, ci sono almeno altri 30 indagati e 10 persone offese attraverso i reati di usura e di estorsione aggravata dal metodo mafioso.(fonte REPUBBLICA.IT)



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