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Vallo, Marilù De Luca spiega le proprie dimissioni da vicesindaco
Redazione
30 gennaio 2010 08:52
Eye
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“Ho lasciato il Consiglio comunale perché il mio ruolo di vicesindaco non aveva più senso”. Così spiega Marilù De Luca (nella foto) le sue dimissioni dal consesso civico di Vallo della Lucania, in cui era stata eletta con la lista “Vallo +”. Ad un mese dal suo abbandono, ha affisso dei manifesti nella città vallese per rendere conto, ad elettori e concittadini, “di questa decisione grave, sofferta ma frutto di valutazioni personali e politiche sulle quali da tempo riflettevo”.

È una citazione di Giorgio La Pira ad aprire il documento della De Luca (“Io non sono fatto per la vita politica nel senso comune di questa parola: non amo le furbizie dei politici ed i loro calcoli elettorali; mi piace dire a tutti le cose stanno. Bene al male, male al bene”). L’ex vicesindaco non si sofferma sulle ragioni personali delle dimissioni, ma sul suo agire “che ha ragioni e conseguenze politiche che non possono essere taciute”. Spiega che la sua presenza non aveva più senso “in un consesso ormai impantanato ed asservito alle ambizioni politiche, piccole e grandi, di tutti i protagonisti, cui corrisponde l’assoluta mancanza di azione a favore della comunità. Dove ciò che è normale è inteso come superfluo, quasi un fastidioso incongruo, rituale. Il rispetto di regolamenti, tempi e forme, la regolare verbalizzazione”. Un Consiglio “delegittimato” perché “non esiste più il naturale confronto tra maggioranza ed opposizione”. Rivela che il suo ruolo, “già isolato in giunta, è diventato impraticabile in Consiglio”. Di qui le dimissioni come “distacco da coalizioni, accordi, intese senz’anima, da un modo di fare politica che ha prodotto il naufragio del progetto “Vallo +”, un’operazione gattopardesca ormai sotto gli occhi di tutti”. Non condivide che “perfino nodi politici di grande rilevanza (la mancata designazione del vicesindaco), vengono con naturalezza giustificati con battute inaccettabili, nel silenzio tombale della minoranza”. Mente “il paese langue, perde peso in ambito territoriale e l’Amministrazione non ha prodotto nulla di significativo”. Ritiene che “Vallo non merita questa politica, ma deve trovare la forza e la coesione per superare questo momento così negativo”. Rivendica l’adesione convinta al Pd per “costruire una politica diversa, un luogo di confronto ed aggregazione fondato sui principi di democrazia, condivisione e trasparenza. È questo il senso – conclude – del mio impegno politico e solo questo può essere lo scopo di un partito che faccia sentire ancora di più la sua voce di dissenso, mentre costruisce una valida alternativa”.



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