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Petrolio nel Vallo di Diano, ancora "no" alle richieste di trivellazione della Shell
Marco Rizzo
23 febbraio 2012 16:06
Eye
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Il coro di no si allarga sull’ipotesi trivellazioni nel Vallo di Diano. Compatto e deciso, il diniego espresso davanti alla richiesta della società Shell Italia di voler procedere a sondaggi sui terreni di ben otto comuni valdianesi  che sono Sala Consilina, Montesano sulla Marcellana, Atena Lucana, Padula, Polla, Sant'Arsenio e Teggiano per rintracciare la presenza di eventuali giacimenti petroliferi. Oggi l’assemblea dei sindaci del Vallo di Diano, presso l’ente della Comunità Montana, a Padula, per esprimere ancora una volta il no che trova sempre di più sponde importanti. Dalle associazioni ambientaliste agli organismi professionali, fino ad una componente fondamentale, quella politica. Che sul tema dimostra compattezza davanti ad un no bipartisan. Prima il consigliere regionale del Partito Democratico, Donato Pica, ora il consigliere regionale del Pdl Giovanni Fortunato. Espressioni del territorio che, solidali con i primi cittadini, pongono sul tavolo le stesse preoccupazioni. Per Fortunato “gli introiti economici derivanti da una possibile trivellazione da parte della multinazionale Shell nel Vallo di Diano sarebbero di gran lunga inferiori ai danni che l’operazione arrecherebbe all’ambiente, ma anche per la salute dei cittadini”. A fare da sfondo alla levata di scudi è anche la salvaguardia delle eccellenze valdianesi. Si batte su questo tasto per evidenziare il prestigioso sito culturale della Certosa di Padula, con le ricadute negative che si avrebbero con dun progetto, come quello denominato “Monte Cavallo” di Shell Italia, soprattutto sulla ricettività e sui flussi turistici nel Vallo di Diano. “Il Vallo di Diano è un territorio a vocazione agricola e ricco di risorse paesaggistiche. Il paventato progetto della Shell di un’ installazione di pozzi petroliferi nei comuni che rientrano nel progetto “Monte Cavallo”  è , dunque, paradossale”. Così, Simone Valiante, delegato nazionale Anci per i Parchi e le riserve naturali, interviene sulla ipotesi di trivellazioni nel Vallo di Diano da parte della Schell. “Esprimo contrarietà al progetto - continua - e mi associo al coro dei “no” espresso dai sindaci valdianesi interessati dalla questione e fortemente preoccupati dal rischio insito nell’operazione. Il comprensorio del Vallo di Diano non può essere al servizio di una multinazionale che non ha ritenuto opportuno informare neanche il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano o mettere al corrente su modi e tempi del progetto le otto amministrazioni interessate. Il segnale di forte preoccupazione dei sindaci è, dunque, condivisibile, visto che sarà difficile controllare la gestione delle delicate manovre che potrebbero compromettere le falde acquifere con un tangibile rischio di emissione di gas nell’ambiente. Bisogna mantenere alta la guardia e guardare al proprio territorio con grande senso di responsabilità. Una battaglia che deve essere di tutti, anche di coloro che si dicono possibilisti, lasciandosi ingannare dal sogno di un ritorno economico legato al mito dell’oro nero”. 



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