Opinione
L'opinione - Agropoli, bandiera blu al profumo di alghe!
Aurelio Di Matteo
05 giugno 2012 10:40
Eye
  1986

Ciò che succede ad Agropoli conferma che le Bandiere Blu non sono assegnate in base a certificazioni oggettive, a verifiche de visu o ad analisi con prelievo delle acque da parte dell’organismo che fa le valutazioni (Foundation for Environmental Education). Insomma che esse non servono a dichiarare e garantire la limpidezza delle acque e la pulizia della spiaggia, ma soltanto a fare attrattiva e marketing turistici. Il fatto che Agropoli, le sue spiagge e il suo lungomare abbiano ottenuto la Bandiera blu sarà di certo un ottimo richiamo per accrescere il numero di turisti agostani, ma non vuole significare che lì tutto vada al meglio o almeno in modo accettabile. Che lì l’acqua sia cristallina e pura, l’aria salubre; che sulla spiaggia si possa stare piacevolmente, respirando a pieni polmoni aria iodata pura, è presupposto per una patinata brochure propagandistica, ma non per un certificato di garanzia oggettivamente veritiero.   
Sta di fatto che le alghe e i cattivi odori la fanno da padroni sulla spiaggia della marina e che i colibatteri comportano un grave inquinamento del lungomare determinato dalle correnti in prossimità della foce del Testene. La prima situazione è testimoniata dalle proteste dei residenti, la seconda dalle analisi, questa volta concordi, di Legambiente e dell’ARPAC. Tra i criteri internazionali delle spiagge, non derogabili perché imperativi, fissati per ottenere la Bandiera blu nel 2012, c’è il decimo che impone che le alghe e gli altri tipi di vegetazione debbano essere lasciati decomporre sulla spiaggia a meno che non creino fastidio. In tal caso, come pare sia la situazione ad Agropoli, sulla spiaggia non devono essere accumulate alghe strappate dal mare. Secondo le decisioni e gli interventi dell’Amministrazione, una parte è stata interrata nella sabbia della stessa spiaggia e il resto è lasciato a pochissima distanza, a ridosso della rupe, tanto per dare un tocco di eccentricità al paesaggio. Il tutto nel rispetto, si fa per dire, dei criteri internazionali fissati dalla FEE per assegnare le Bandiere blu! D’altra parte un altro criterio recita testualmente che “la spiaggia non deve essere a ridosso di aree ad alto inquinamento”. Sia l’ARPAC sia Legambiente considerano l’area interessata dalla foce del Testene – ma anche quella del Solofrone – gravemente inquinata. E mi pare che a ridosso della foce del Testene e del Solofrone ce ne sia qualcuna o più di qualcuna! A parte la valenza propagandistica, credo che l’assegnazione di una bandiera blu dovrebbe essere di stimolo per le Amministrazioni locali affinché siano più attente a salvaguardare l’integrità dei territori e a migliorare le condizioni ambientali, eliminando ogni forma d’inquinamento. Costa molto? Investire sull’ambiente, eliminando qualche spesa assistenziale improduttiva e magari clientelare, e migliorare effettivamente le condizioni per attrarre turismo dovrebbero essere le preoccupazioni prioritarie perché sono scelte economiche rivolte allo sviluppo.

Prof. Aurelio Di Matteo



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