Opinione
L'opinione - Poseidonia: buone intenzioni, ma...
Aurelio Di Matteo
03 luglio 2012 10:47
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Il 27 giugno u.s. si è insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione dell'Istituzione Poseidonia. I membri sono stati ridotti a tre rispetto ai cinque della precedente composizione. Dei tre ho conoscenza diretta soltanto di uno, del quale sono indiscutibili la sensibilità, la levatura e la passione culturali, oltre che l’amore per Paestum e il rilievo extramurario. La circostanza è già un fatto che fa ben sperare, sebbene la notizia e la relativa nomina siano passate quasi inosservate alla pari della stessa istituzione. È utile, innanzitutto, ricordare che questa istituzione ha compiti di divulgazione e valorizzazione di Capaccio, attraverso convegni, seminari ed eventi di varia natura, finalizzati alla promozione culturale, enogastronomica, storica e antropologica del territorio. Già dalla sua nascita, dovuta all’Amministrazione Marino, ebbi a formulare perplessità sull’opportunità di creare un organismo che duplicava e portava all’esterno dell’organismo elettivo, assorbendoli, compiti propri di ben due Assessorati. Non si comprendeva, inoltre, il trasferimento ad essa di competenze e di autonomia decisionali e gestionali che, di fatto, esautorava l’intera Giunta e non solo i due Assessori, che allora erano rispettivamente Enzo Di Lucia, attualmente ancora Assessore al Turismo e il suo collega alla Cultura e della Scuola, l’arch. Eugenio Guglielmotti, assente nella recente tornata elettorale. È appena il caso di ricordare che i due Assessori, dopo qualche mese furono entrambi dimissionari. Qualcuno salutò con entusiasmo la nascita della Poseidonia, “riponendo grandi aspettative rispetto al produttivo funzionamento di quest’organo”. In questi due anni di vita, in verità, non mi sembra che abbia prodotto molto per promuovere il territorio di Capaccio, ad eccezione delle “Strade della Mozzarella”, evento, magnificamente già affermato fin dal 2006, quando ancora non esisteva questa “istituzione speciale” e, peraltro, reso culturalmente importante di anno in anno grazie alla competenza e all’attivismo di Barbara Guerra. Il rapporto giuridico e le funzioni di quest’ultima avrebbero potuto benissimo sussistere anche senza alcuna intermediazione di istituzioni derivate. Il mancato conseguimento dei risultati prefigurati emerge ancor più se visto sulla base dell’analisi tra risorse impegnate e incremento di presenze, tra i costi della promozione e ricavi di riferimento ottenuti. In genere lo scopo di tali Aziende o Istituzioni, previste come possibilità e non come obbligo dall’art. 114 del T.U.E.L, era quello di sfuggire, in termini di spesa e soprattutto di assunzione di personale, ai vincoli posti all’Ente locale. Oggi, in seguito all’approvazione dell’art. 25, comma 2 del D. L. n. 2012 (Decreto delle liberalizzazioni), che ha esteso i vincoli del Patto di Stabilità Interno alle Aziende e Istituzioni speciali, anche questo espediente è venuto meno, sempre che non si voglia leggere l’inciso «Sono escluse dall’applicazione delle disposizioni del presente comma aziende speciali e istituzioni che gestiscono servizi socio-assistenziali e educativi, culturali e farmacie», come possibilità di deroga al PSI. Il punto sostanziale però non è questo. È verissimo e coerente con le modalità del “fare turismo” emerse negli ultimi anni, l’ottimo proposito enunciato dal neo presidente Piero Cavallo: “Tra le priorità che abbiamo in mente, quella di rivoluzionare, una volta per tutte, il concetto di turismo sul nostro territorio, facendo in modo che venga concepito come motrice trainante sia per l’economia locale che per la crescita socio-culturale di Capaccio Paestum”. Perfetto. È questo il rilievo fondamentale che da due anni vado rivolgendo all’impostazione del PUC elaborato dal prof. Forte, per cui sarebbe opportuna una sua profonda riscrittura, senza ricorrere ad urbanisti dalla lunga militanza accademica che ignorano o semplicemente sacrificano la pianificazione economica del territorio a vantaggio della tradizionale cementificazione residenziale.  La caratteristica strutturale del turismo è costituita dalla frammentazione e dall’autonomia delle tante attività che pur indipendenti nella gestione, negli obiettivi e nelle motivazioni sono connesse alla complessiva performance del territorio condizionandone i risultati di sviluppo. Allo sviluppo economico e alle aspirazioni sociali può dare una seria e reale risposta solo una Pianificazione territoriale finalizzata all’economia turistica nelle sue varie tipologie secondo una visione integrata. Tutte qui le mie perplessità. Un’istituzione, autonoma nella gestione delle risorse e degli obiettivi, con compiti di marketing e organizzazione di eventi, può servire davvero alla promozione dello sviluppo turistico integrato del territorio? Non sarebbe stato meglio istaurare un rapporto giuridico di consulenza, sempre a titolo gratuito, con gli stessi esperti prescelti, avente a riferimento l’intera Amministrazione comunale nelle sue varie articolazioni e settori di competenza? Sarebbe stato il modo migliore e più produttivo per avviare, finalmente anche a Capaccio, un discorso globale, coerente, integrato e unitariamente finalizzato allo sviluppo del territorio. I problemi del turismo non attengono a uno specifico settore, ma riguardano aspetti e fenomeni di un globale sistema economico e di vita culturale e sociale. Soprattutto, la sua promozione non insiste più in azioni di marketing. Si tratta, insomma, non di fare “una politica per il turismo”, ma di attivare “le politiche per il turismo”.

Aurelio Di Matteo



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