Opinione
L'opinione - Capaccio, dimensionamento scolastico: chiarimenti
Aurelio Di Matteo
16 agosto 2012 10:35
Eye
  1887

Con riferimento alle preoccupazioni espresse per il rischio che si perdano tre Dirigenze scolastiche (ex Presidenze) nel Comune di Capaccio, mi corre l’obbligo di intervenire in merito con alcune precisazioni, se non altro per essere stato, a tal fine, collaboratore dell’Assessore provinciale fino al giorno delle mie dimissioni - 8 dicembre 2011 - quando, di fatto, si era già concluso tutto l’iter procedurale della razionalizzazione della rete scolastica, mancando soltanto l’atto deliberativo della Giunta provinciale, che fu concretizzato alcuni giorni dopo. Ritengo che le conseguenze paventate, più che a doverosi atti del MIUR o al legittimo ricorso di un Dirigente di altra Autonomia, siano tutte ascrivibili a disattenzione di chi istituzionalmente aveva il compito di fare proposte e prendere decisioni con atti formali coerenti con le previsioni di legge. È appena il caso di ricordare l’iter che ha portato all’attuale lamentata situazione. In conformità alla normativa sopraggiunta, - art. 19, comma 4, del D.L. n.98 del 6 luglio 2011, convertito dalla legge 15 luglio 2011, n.111 e modificato successivamente dal comma 75 legge 12 novembre 2011, n. 183, Circolare del MIUR A00DGPER PROT. N. 8220 del 7.10.2011 - la Regione Campania emanò con Delibera della Giunta n. 435 del 09.08.2011, prima, le Linee Guida per il Dimensionamento scolastico 2012-2013, concordate con i cinque Assessorati provinciali competenti, e, poi, la Nota di chiarimento N. 1771 del 07.11.2011. L’Assessore provinciale delegato alla Razionalizzazione e Pianificazione scolastica, per dare attuazione al dimensionamento delle Autonomie scolastiche salernitane e all’ampliamento dell’offerta formativa, a sua volta emanò apposita circolare di chiarimento e di comunicazione di criteri, procedure e tempi, diretta ai Dirigenti scolastici di tutte le autonomie e ai Sindaci dei Comuni salernitani, con allegati i modelli-prospetti sui quali riportare proposte e deliberazioni da sottoporre all’esame della Giunta provinciale. Programmò, altresì, un percorso che si è articolato con la convocazione di cinque Conferenze Provinciali di Organizzazione, una per ogni Ambito territoriale in base al quale è suddivisa la rete scolastica della Provincia salernitana. Alle Conferenze furono invitati, come da previsione normativa, i Sindaci di tutti i Comuni, il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Salerno, i Dirigenti delle Istituzioni scolastiche, i Rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali. Tali riunioni furono coordinate dallo scrivente con la presenza in ognuna del neo Provveditore dottor Renato Pagliara. Per carità di patria e per evitare qualsiasi nota polemica ometto di riportare gli assenti nella riunione dell’Ambito n. 3, nel quale è ricompreso il Comune di Capaccio. Aggiungo, inoltre, che nessuna proposta di Razionalizzazione e Dimensionamento, formalizzata con delibera dei Consigli d’Istituto delle Autonomie di Capaccio, ora sub iudice, o della Giunta comunale era pervenuta alla Provincia entro i termini previsti dalla circolare della Regione e da quella della Provincia. Non si può che evidenziare il diverso e positivo modo di porsi del Comune di Roccadaspide, che formalizzò la sua proposta di “razionalizzazione e dimensionamento” rispettosa della normativa e che ora si vede riconosciuta non solo una propria Autonomia, ma la presenza in loco di un Dirigente scolastico. A Capaccio, invece, la disattenzione di Comune e Istituzioni scolastiche ha comportato l’attuale lamentata situazione, per cui resterebbe coperta da un Dirigente scolastico in loco una sola Autonomia oltre quella dell’Alberghiero, già rientrata nel dimensionamento, grazie all’attenzione e solerzia del suo giovane Dirigente che nei tempi e nei modi previsti avanzò formale proposta deliberata dal Consiglio d’Istituto. Forse qualche responsabile istituzionale avrà pensato di continuare a risolvere problemi e situazioni attivando i soliti individuali e personali buoni uffici amicali e non la strada della formalità di atti pubblici assunti dagli Organi elettivi secondo le previsioni normative.



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