CAPACCIO PAESTUM. Continuano i commenti politici in relazione all'arresto del primo cittadino di Capaccio Paestum, nonchè presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri. Il senatore di Fratelli d'Italia, Antonio Iannone, ha presentato interrogazione al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Di seguito il testo integrale: "In data 3 ottobre 2024 è stato emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere per Francesco Alfieri, sindaco di Capaccio-Paestum e presidente della Provincia di Salerno; le accuse a carico di Alfieri sono di estrema gravità, soprattutto per chi ricopre importanti cariche di vertice amministrativo locale; la grave misura cautelare della carcerazione lascia pensare che ci siano riscontri molto consistenti e che l’autorità giudiziaria ravvisi pericolo di fuga o di inquinamento delle prove o reiterazione del reato; i militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Salerno hanno dato esecuzione ad un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali nei confronti di 6 indagati a cui risultano contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, procedendo contestualmente al sequestro, nella forma diretta e per equivalente, di un ammontare superiore ai 543.000 euro; in particolare è stata disposta la custodia cautelare in carcere, come detto, nei confronti di Francesco Alfieri, nonché la custodia domiciliare nei confronti di Vittorio De Rosa e Alfonso D'Auria, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale della Dervit S.p.A., Elvira Alfieri, legale rappresentante della Alfieri impianti S.r.l. nonché sorella del sindaco, Andrea Campanile, dipendente del Comune di Capaccio facente parte dello staff del sindaco, e Carmine Greco, responsabile tecnico del Comune nonché responsabile unico dei procedimenti di cui alle contestazioni; le indagini, condotte congiuntamente dal gruppo della Guardia di finanza di Eboli e dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Salerno, riguardano alcune procedure di affidamento di lavori e, in particolare, quella relativa all'intervento di adeguamento, ampliamento e efficientamento energetico dell'impianto di pubblica illuminazione comunale (primo lotto funzionale) e quella relativa ai "lavori di adeguamento e riqualificazione energetica della pubblica illuminazione stradale del Comune, con corpi illuminanti a LED e sistemi automatici di regolazione - telecontrollo e telegestione del flusso luminoso" entrambe bandite dal Comune di Capaccio-Paestum ed aggiudicate alla Dervit; secondo la ricostruzione accusatoria, allo stato condivisa dal giudice per le indagini preliminari, ma suscettibile di successive ulteriori valutazioni, gli indagati a vario titolo avrebbero turbato con collusioni ed altri mezzi fraudolenti le procedure negoziate volte ad affidare le commesse pubbliche citate, al fine di garantire alla Dervit l'aggiudicazione dei lavori; secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica, fondata essenzialmente su intercettazioni e sull'esame della documentazione, anche informatica, acquisita nel corso di perquisizioni svoltesi il 30 gennaio 2024, molto tempo prima dell'ufficiale indizione delle gare indicate, Campanile e D'Auria, operando il primo in nome e per conto di Francesco Alfieri e il secondo in nome e per conto di Vittorio De Rosa, legale rappresentante della Dervit, avevano concordato le strade da inserire nel progetto esecutivo concernente le future gare, i tempi e i costi dei singoli interventi, nonché ogni altro dettaglio tecnico concernente i futuri lavori, dando per certo che sarebbe stata la Dervit ad aggiudicarsi gli appalti; la società, dopo il perfezionamento degli accordi, avrebbe provveduto, attraverso sue propaggini organizzative, alla materiale redazione degli atti delle due procedure; contestualmente, Carmine Greco, operando sempre su mandato del sindaco Alfieri, aveva conferito un incarico in una delle procedure ad un professionista esterno affinché firmasse gli atti materialmente redatti dalla Dervit, prevedendo peraltro, a fronte di una prestazione concretatasi nell'assunzione della paternità di un elaborato al quale era rimasto estraneo, il pagamento della somma di circa 70.000 euro, poi materialmente non corrisposta; in altra procedura lo stesso Greco si era personalmente assunto la paternità degli atti predisposti dalla società che si sarebbe aggiudicata l'appalto. sempre Greco si era adoperato per invitare a partecipare alle procedure negoziate ditte compiacenti o non aventi i requisiti per aggiudicarsi le gare, in modo tale da rendere blindata l'aggiudicazione alla Dervit, predesignata fin dal principio quale vincitrice delle procedure negoziate; ulteriore profilo di illegittimità dell’aggiudicazione è stato individuato nel ricorso ad una procedura di gara aggiudicata con un ribasso rispetto al prezzo a base d'asta di circa il 17 per cento nella prima e di circa il 5 per cento nella seconda, benché la Dervit, peraltro in associazione temporanea con altra impresa, fosse già stata incaricata della manutenzione ordinaria e straordinaria dell'impianto di illuminazione del Comune di Capaccio con contratto di concessione che prevedeva che qualsiasi intervento, anche innovativo, sull'impianto dovesse essere svolto dall'associazione di imprese, con un ribasso pari al 33 per cento; con riferimento al secondo appalto, inoltre, l'aggiudicazione alla Dervit è stata effettuata, secondo la prospettazione ritenuta fondata dal giudice, in violazione del principio di rotazione nell'affidamento delle commesse pubbliche previsto dal codice degli appalti; al fine di ottenere dalla Regione Campania il finanziamento dell'intervento della seconda gara, il Comune, con dichiarazione a firma del sindaco Alfieri, aveva falsamente dichiarato che il locale impianto di illuminazione era gestito da una società in house, laddove, viceversa, la gestione era stata attribuita in concessione alla predetta associazione di imprese; attesi il ritardo, e la successiva sospensione, dell'erogazione del finanziamento regionale, il Comune di Capaccio, su impulso del sindaco, al fine di garantire alla Dervit la regolarità dei pagamenti, aveva approvato una perizia di variante, per un valore netto di 160.692,26 euro, nell'ambito della procedura relativa all'intervento di adeguamento, ampliamento e efficientamento energetico dell'impianto di pubblica illuminazione comunale; tale perizia di variante, peraltro, è stata adottata sempre previa predisposizione degli atti da parte della Dervit; secondo il provvedimento cautelare, quale corrispettivo per l'ottenimento degli appalti indicati la Dervit aveva concesso alla Alfieri impianti, società legalmente rappresentata da Elvira Alfieri, ma di fatto riconducibile al fratello Francesco in subappalto e subaffidamento parte dei lavori, dalla medesima svolti a Battipaglia, dei quali era risultata aggiudicataria all'esito di una terza e distinta gara bandita dallo stesso Comune, allo stato non oggetto di contestazioni, per un ammontare complessivo superiore al milione di euro, nonché, l’ulteriore somma di 250.302,60 euro, oggetto di sequestro preventivo disposto dal giudice, corrispondente al maggior costo dei materiali forniti dalla Alfieri impianti nell’esecuzione dei subcontratti indicati rispetto a quelli identici che la Dervit acquistava dal medesimo fornitore di entrambe; identico provvedimento cautelare reale ha avuto ad oggetto la somma di ammontare pari a 293.545,263 euro, corrispondente al profitto conseguito dalla Dervit derivante dal reato di corruzione, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei gravi fatti esposti e quali iniziative intenda adottare, ferme restando l’attività giudiziaria e la presunzione d’innocenza, per garantire un proseguimento delle attività amministrative del Comune di Capaccio-Paestum e della Provincia di Salerno, che per effetto della misura cautelare si trovano senza un vertice politico in grado di agire".