GELBISON, TANTI MOTIVI PER SORRIDERE ED UN PIZZICO DI RABBIA
Motivi per sorridere ma anche per arrabbiarsi. Alessandro Erra è contento di aver ritrovato la sua Gelbison. Meglio chiarire: i rossoblu non si sono mai persi, ma le due sconfitte consecutive con passivi pesanti in terra siciliana contro Città di Messina e Ribera aveva generato un pizzico di delusione. La performance di domenica contro il Comprensorio Montalto ha offerto nuovamente al pubblico tutte le qualità dei vallesi: cuore, grinta, carattere e buone giocate. E’ mancata, insomma, soltanto la vittoria, che sarebbe stata meritata. La Gelbison riparte, con l’obiettivo play-off da confermare che diviene il nuovo mirino da centrare. E’ piaciuto anche l’impatto del nuovo modulo, per la prima volta sperimentato da Erra. Un 4-3-1-2 che ha portato Galantucci ad una maggiore libertà, con la bella prova offerta dal bomberino Emanuel Maiese, classe 1994, con tanto movimento ed anche tentativi dalle parti dell’estremo difensore ospite. Le arrabbiature provengono da fattori squisitamente esterni. Non è andato giù alla società del presidente Antonio Piccininno l’operato del direttore di gara, Mastrodonato di Molfetta, che ha deciso di non espellere il portiere Ramunno per il fallo su De Cesare, avvenuto fuori area, al 18° del primo tempo. C’erano, per la dirigenza vallese, gli estremi per il rosso che avrebbe di fatto cambiato la partita, con i calabresi ridotti in dieci. Di contro, alla Gelbison è stato fischiato il primo calcio di rigore stagionale. Un vero record, essendo ormai già giunti alla diciannovesima giornata. I motivi per sorridere sono di più rispetto a quelli che mettono il broncio e così i rossoblu si presentano al campionato con una nuova veste: quella di testa di serie dietro le lepri Acr Messina e Cosenza per entrare nella griglia degli spareggi-promozione.
GELBISON, GALANTUCCI SUGLI SCUDI MENTRE ERRA PUNGOLA SENE’
Un borsino tra chi sale e chi scende nel reparto offensivo della Gelbison. Detto di Emanuel Maiese, anche Alessio Galantucci ha garantito tutto il suo repertorio ai rossoblu, andando in gol per la settima volta in stagione. Il bomber salernitano diviene il cannoniere principe dei vallesi, staccando di una rete Pape Ousmane Senè che è invece partito dalla panchina. Alessandro Erra ha voluto pungolare così il coloured, apparso poco brillante dal punto di vista fisico, impreciso e non incisivo nelle ultime due apparizioni oltre lo Stretto. Così, domenica, al momento di stilare la formazione, il tecnico di Coperchia ha deciso di cambiare modulo e temporaneamente il proprietario della numero 9. Senè a sedersi con i compagni sulla panca del “Morra”, a guardare gli altri giocare per cinquantuno minuti. Poi l’ingresso sul manto in sintetico al posto di De Cesare e l’esplosività e la voglia matta di diventare il protagonista del match. Dopo pochi minuti la Gelbison passa in vantaggio, e dopo il pareggio-beffa, Senè prende per mano i suoi, entrando in pratica in tutte le occasioni pericolose dei rossoblu. Il peccato è solo per l’occasione sciupata in pieno recupero, quando al coloured è mancata la zampata finale davanti a Ramunno. Un graffio che non arriva da due mesi quasi esatti, dal 18 novembre, quando l’attaccante ex Salernitana corse a festeggiare con la panchina il gol dell’1-0 contro il Ragusa.
AGROPOLI, PER SALVARSI SERVE CONTINUITA’ ANCHE FUORI CASA
La sconfitta di Licata, dopo due vittorie di fila, ha molte attenuanti in casa Agropoli. La prima, puramente interna, è nelle tante assenze che hanno costretto Franco Dellisanti a rivedere fortemente l’undici base che ha raccolto sei punti in due confronti, prima di scivolare al “Liotta”. Difficile fare a meno di elementi come Montano e Parisi in difesa e di D’Attilio e Giraldi a centrocampo. Se si mette nel conto anche l’uscita di Altobello nel corso della ripresa del match in Sicilia con l’ingresso di un fuori ruolo come Vicidomini le difficoltà aumentano, con il Licata bravo poi a capitalizzare nell’ultima mezzora con Saani e Vella. La seconda attenuante è l’aver ceduto il passo ad una delle squadre più in forma del campionato. E’ dura per chiunque l’opera di strappare punti ai gialloblu di Pippo Romano, che ormai strizzano l’occhio ai play-off. Eppure l’Agropoli è stato in partita per più di sessanta minuti, facendosi anche vedere dalle parti di Valenti, con quel pizzico di imprecisione che non ha permesso di raccogliere qualcosa. L’anemia di reti, in trasferta, continua ad accompagnare i delfini. Solo quattro le marcature esterne in dieci partite giocate lontano dal “Guariglia”. Troppo poco, anche se la storia insegna che per compagini, come quella biancazzurra, che devono ottenere punti salvezza, le mura dove cementare le possibilità e concretizzare l’obiettivo sono quelle amiche. Però se l’attuale divario di tre lunghezze dai play-out non verrà dilatato a sufficienza nelle prossime settimane, portando già tra poco l’Agropoli fuori da ogni problema, è necessario trovare una maggiore continuità. Nella tabella dei possibili scontri diretti, il “Guariglia” che regala punti e certezze ai delfini ospiterà Acireale e Palazzolo, mentre è fuori dal Cilento che i biancazzurri sfideranno Nissa, Noto e Paternò e soprattutto Sambiase all’ultima giornata, tutte formazioni che al momento dimorano assieme ai delfini nella parte destra della classifica.
AGROPOLI, 180 MINUTI DA BRIVIDO CONTRO LE CORAZZATE ACR MESSINA E COSENZA
Due gare da brivido, nell’immediato, attendono l’Agropoli, che in centottanta minuti rischia di incidere nella corsa a due per la vittoria del girone. Di filato, prima l’Acr Messina e poi il Cosenza. All’andata, le due partite perse nell’overtime dettero una sostanziale botta alle ambizioni di grandezza e ai sogni di giocarsi la possibilità di dominare il raggruppamento all’allora squadra allenata da Salvatore Nastri. Un girone dopo tutto è cambiato. Peloritani e silani volano, i delfini vanno alla ricerca di punti per la permanenza. Fermare l’attuale corazzata di Gaetano Catalano sembra impresa improba, anche perché nel frattempo i giallorossi si sono rinforzati, con quel Giuseppe Savanarola che è già stato ad Agropoli, timbrando il cartellino con il Paternò, nella gara poi persa a tavolino dai biancazzurri. Davide contro Golia, sarà questo il motivo delle prossime due settimane che anticiperà i confronti del “Guariglia” e del “San Vito”. Due battistrada che corrono senza freni, distanziate di solo tre punti, con la capolista siciliana che vince da quattro gare, che non perde dallo scontro diretto del dicembre scorso contro Mosciaro e soci, e che in altrettante partite non ha subìto gol, realizzando ben otto. Più risicato lo score del Cosenza di Gianluca Gagliardi che però continua a cercare di tenere il passo dell’Acr Messina. Prima di Natale, la dura scoppola di Ragusa, del 4-1 che ha fatto vacillare anche la panchina del tecnico calabrese. Poi la ripresa con due acuti consecutivi e l’entusiasmo dell’ambiente, con uno stadio ed una tifoseria che sono pronte ad appoggiare fino alla fine i tentativi dei lupi di vincere il torneo. Nel mezzo, per dodici giorni, ci sarà l’Agropoli. Sarà vero, in questo caso, che tra i due litiganti a caccia di punti, il terzo gode?