CAPACCIO PAESTUM. Legittime le procedure per la costruzione del nuovo cinema Myriam a Capaccio Paestum (Sa). Con apposita sentenza, infatti, il Tar di Salerno ha respinto il ricorso presentato, nel novembre del 2020, dall’associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale ‘Italia Nostra’, che impugnò tutti gli atti procedimentali adottati dal Comune, costituitosi in giudizio nel procedimento insieme alla Soprintendenza. Una vicenda che fece molto discutere, all’epoca, generando un aspro confronto tra le parti.
Nella sentenza si legge che, ad avviso della ricorrente, il Comune di Capaccio Paestum intendeva “con apposita variante urbanistica, cancellare un’area dichiarata storico-artistica e sostituirla con un’area edificabile, realizzando un illegittimo incremento del limite volumetrico in violazione della normativa urbanistica nazionale. Il Comune, senza far alcun riferimento alla avvenuta demolizione del Cinema acquistato precedentemente, infatti, avrebbe stabilito di adottare, in variante al P.R.G. vigente, un provvedimento finalizzato all’edificazione di un complesso multifunzionale adibito ad auditorium, uffici ed unità commerciali, ampliando notevolmente le volumetrie dell’immobile preesistente, però vincolato dal vigente P.R.G., in quanto destinato ad interventi di esclusivo risanamento conservativo”.
Ma per i giudici della terza Sezione del Tar (presidente Gianmario Palliggiano, referendari Pierangelo Sorrentino e Fabio Di Lorenzo), ricorso è infondato, in particolare “le doglianze articolate dalla ricorrente sulla violazione del D.P.R. n. 327/2001, in specie dell’art. 19” così come quelle “sull’illegittimità della pregressa demolizione da parte dell’ente comunale, ancorché suggestive, non possono essere condivise”.
Nell’atto, si legge ancora che “il Comune ha legittimamente fatto ricorso alla procedura di variante semplificata, procedendo attraverso l’approvazione di un progetto di opera pubblica riguardante un immobile già in sua proprietà, senza necessità, dunque, di avviare alcuna procedura ablatoria”.
“Diversamente da quanto dedotto dalla ricorrente, poi, la demolizione del Cinema Myriam è supportata da titoli edilizi e paesaggistici, come eccepito dalla difesa del Comune, non tempestivamente impugnati dalla ricorrente, di guisa non è ipotizzabile alcun effetto invalidante rispetto alla delibera consiliare di approvazione della variante urbanistica - aggiunge il Tar - anche il parere della Soprintendenza risulta correttamente reso, dunque, ex art. 146 del d.lgs. 42/2004 e, pertanto, la contraria pretesa di illegittimità della procedura per violazione degli artt. 10 e 21, risulta infondata”.
LE CONTESTAZIONI DI ITALIA NOSTRA - “Abbiamo deciso di dar vita al ricorso poiché le carenze documentali ci hanno spinto in quella direzione; l’azione giudiziaria è finalizzata ad evitare ulteriori compromissioni dei caratteri identitari del borgo, costituitosi come luogo di aggregazione per tutta la comunità rurale e che testimonia la manifestazione fisica della riforma agraria, pertanto di fatto chiediamo di fermare questo progetto” spiegò a StileTV la presidente della sezione di Italia Nostra di Salerno, Raffaella Di Leo, sottolineando che “l’obiettivo è dunque quello di salvaguardare lo spirito originario del progetto urbanistico, che rende il borgo di Capaccio Scalo unico, anche visto che il piano regolatore ancora vigente consente solo interventi conservativi, così come proposto dal ministero dei Beni culturali e ambientali”.
LA REPLICA DELL’AMMINISTRAZIONE ALFIERI - Alle invettive di Italia Nostra, l’Amministrazione Alfieri replicò duramente attraverso l’allora consigliere comunale di maggioranza delegato al progetto, oggi assessore al Demanio, l’avv. Antonio Di Filippo: “L’Urbanistica, così come la scienza medica, è materia complessa, dunque non può essere maneggiata con improvvisazione e sufficienza. Siamo certi di aver agito in piena legittimità, il nuovo cinema si farà”.