Giudiziaria
ESITO DEL RIESAME
ESITO DEL RIESAME
Capaccio Paestum, appalti pilotati: Alfieri ai domiciliari, rigettati ricorsi degli altri indagati
Alfonso Stile
28 ottobre 2024 17:04
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CAPACCIO PAESTUM. Franco Alfieri è agli arresti domiciliari a casa sua, in quel di Torchiara, dove è arrivato pochi minuti fa. Dopo un'improvvisa fuga di notizie, la conferma è arrivata pochi istanti fa, alla nostra redazione, dai legali del noto politico cilentano. Respinti invece i ricorsi di tutti gli altri indagati, che restano dunque anch'essi ai domiciliari. 

Questo l’esito del Riesame di stamane, durato complessivamente quasi 5 ore per Franco Alfieri, la sorella Elvira Alfieri, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria della Dervit. Davanti al collegio giudicante del tribunale della libertà, presieduto dal magistrato Dolores Zarone (a latere Enrichetta Cioffi e Cristina De Luca). Questa mattina sono stati ascoltati prima gli avvocati della famiglia Alfieri, Agostino De Caro e Domenicantonio D’Alessandro: in aula c’era la sola Elvira, titolare dell’impresa Alfieri Impianti srl di Torchiara (Sa). Successivamente, alla presenza degli indagati Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, ha relazionato il legale della Dervit spa di Roccadaspide (Sa), Antonello Natale. 

LE TESI DEL POOL DIFENSIVO - Nel chiedere la revoca o la mitigazione delle misure cautelari per i propri assistiti, il pool dei penalisti ha presentato corpose memorie difensive e documentazione integrativa per chiarire ulteriormente la posizione degli indagati: oltre ad insistere sulla presunta incompetenza territoriale della Procura salernitana, (sostenendo che il presunto atto corruttivo alla base dell’intero impianto probatorio, ovvero i bonifici della Dervit in favore della Alfieri Impianti, si sono concretizzati a Torchiara, dove ha sede legale la Alfieri Impianti, ricadente sotto la giurisdizione del Tribunale di Vallo della Lucania), si è sottolineata una connotazione prettamente indiziaria dell’impianto accusatorio, l’impossibilità della reiterazione dei reati ipotizzati e dell’inquinamento probatorio.

LE INTEGRAZIONI DELLA PROCURA - A prendere parte all’udienza anche il pm inquirente Alessandro Di Vico e il procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, i quali, di contro, hanno presentato minuziose perizie integrative atte ad avvalorare la territorialità delle indagini e soprattutto la portata delle accuse, in particolare sul fatto che gli appalti venissero concordati a tavolino, ovvero che gli indagati, a vario titolo, avrebbero turbato con collusioni ed altri mezzi fraudolenti le procedure negoziate volte ad affidare le commesse pubbliche, al fine di garantire alla Dervit S.p.A. l’aggiudicazione dei lavori. Il 24 ottobre scorso, Borrelli aveva presenziato anche al Riesame dell’ex capo staff di Alfieri, Andrea Campanile, difeso dall’avv. Cecchino Cacciatore.

È opportuno ricordare che il gip Valeria Campanile del Tribunale di Salerno non si è espressa sulla richiesta di revoca delle misure cautelari presentata, in sede d’interrogatorio di garanzia, per gli indagati De Rosa e D’Auria; l’ing. Carmine Greco, infine, tramite il proprio legale Enrico Tedesco, ha concordato il proprio interrogatorio di garanzia al termine del Riesame degli altri coinvolti, dopo averne chiesto lo slittamento per comprovati motivi di salute.

MISURE CAUTELARI: ULTIMA PAROLA ALLA CASSAZIONE – In caso di rigetto delle proprie istanze da parte del Riesame, gli avvocati degli indagati avevano già preannunciato ricorso in Cassazione.



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