CASERTA. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno dato esecuzione a 9 provvedimenti cautelari, emessi su richiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta dal procuratore capo Pierpaolo Bruni, nei confronti di appartenenti alla pubblica amministrazione e imprenditori operanti nel Casertano. L'indagine riguarda gli appalti per la manutenzione del verde pubblico nei Comuni di Caserta e San Nicola la Strada, per i quali imprenditori e dipendenti comunali avrebbero formato una sorta di cartello in modo da far aggiudicare gli affidamenti alle stesse ditte.
Tra i reati contestati la corruzione e la turbativa d'asta, mentre tra le persone coinvolte figurano il dirigente comunale di Caserta Franco Biondi, già arrestato nel giugno scorso, e suo fratello Giulio, dirigente di vertice a San Nicola la Strada fino ad un anno fa, quando è andato in pensione. 23 in totale gli indagati: per tutti, la Procura aveva chiesto misure cautelari tra carcere e domiciliari, ma il gip ancor prima di emettere le misure oggi eseguite, aveva ritenuto che solo per 14 indagati sussistessero le esigenze per concedere il provvedimento restrittivo, e così, solo per loro, aveva disposto gli interrogatori preventivi ai sensi della nuova legge Nordio, che si sono tenuti il 17 e 18 ottobre scorsi.
Un'inchiesta, però, che non scompone il sindaco di Caserta, Carlo Marino, il quale con una nota ufficiale ha dichiarato: “Siamo di fronte ad una vicenda che conosciamo dal 2020: all’epoca già ci furono delle attività giudiziarie rispetto ai fatti contestati ed applicammo il Piano Anticorruzione, facendo ruotare i dirigenti e cambiando le deleghe. Da quel momento, infatti, Biondi fu esonerato da quelle competenze".
Il primo cittadino casertano si dice fiducioso nella magistratura e conclude: "Negli anni, in capo all’ingegnere Biondi non sono praticamente rimaste più attività gestionali. Auspichiamo, dunque, che i diretti interessati chiariscano nelle sedi opportune la propria posizione. Ci troviamo in una fase iniziale dell’azione giudiziaria: ricordo a tutti che in Italia esiste la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva di condanna”.
IL COMUNICATO STAMPA DELL'ARMA - I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione a un'ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dall'Ufficio GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 9 persone (5 agli arresti domiciliari e 4 all'obbligo di presentazione alla p.g.), ovvero imprenditori del verde pubblico e pubblici ufficiali dei Comuni di Caserta e San Nicola La Strada (il Dirigente del Settore Programmazione Urbanistica e Lavori Pubblici per il Comune di Caserta e il Responsabile dell'Area Tecnica per il Comune di San Nicola La Strada), ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere, falso in atti pubblici e turbata libertà degli incanti.
Il provvedimento cautelare riflette gli esiti di un'attività investigativa, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, riguardante la Pubblica Amministrazione e, in particolare, l'affidamento di lavori a gestione diretta dei Comuni di Caserta e San Nicola la Strada. Le investigazioni hanno consentito di far emergere - nella fase delle indagini preliminari - un quadro associativo secondo il quale gli indagati avrebbero creato un 'accordo-cartello' di imprese che, con la correità di pubblici ufficiali dei due Comuni, avrebbero alterato o turbato il normale e lecito andamento delle aggiudicazioni di lavori pubblici - prettamente per la cura del verde in entrambi i Comuni - per un importo complessivo stimato in oltre 500mila euro.
È stato disvelato un vero e proprio fraudolento 'sistema gare', consistente nella scelta ad hoc delle ditte da invitare (tutte facenti parte del 'cartello') - con la classica tecnica dell'invito a partecipare rivolto a consapevoli ditte 'spalla' - ciascuna già consapevole del proprio 'turno' di aggiudicazione, in base al quale, pertanto, nelle procedure per le quali non erano interessate omettevano di presentare l'offerta, oppure la presentavano con minore ribasso, così da risultare economicamente svantaggiosa rispetto a quella che, preordinatamente, si era deciso doveva aggiudicarsi la gara.
Si precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e gli odierni indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva e che la misura cautelare è stata adottata anche a seguito del vaglio degli interrogatori preventivi degli indagati medesimi.