Giudiziaria
INTERVISTA ESCLUSIVA
INTERVISTA ESCLUSIVA
Agropoli, Malandrino a StileTV: “Non sono fuggito, dai processi verranno fuori molte sorprese”
Alfonso Stile
16 novembre 2024 12:10
Eye
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AGROPOLI. I magistrati di mezza Italia gli danno la caccia da tempo e non vedono l’ora di interrogarlo per far luce sui suoi affari, in patria e all’estero. Diversi i procedimenti penali avviati, a suo carico, con l’accusa di truffa ai danni dello Stato, frode fiscale e riciclaggio per svariati milioni di euro, culminati con arresti, centinaia di indagati, sequestri e confische per equivalente. Inchieste legate fra loro dallo stesso fil rouge, ovvero dal presunto dominus balzato agli onori della cronaca non solo per il suo genio finanziario, ma anche per la sua abilità nell’eludere le forze dell’ordine conducendo una vita da star negli Emirati Arabi Uniti: stiamo parlando del noto imprenditore salernitano Concordio Malandrino (nella foto), i cui business in Italia sono impiantati ad Agropoli e nel Cilento. 

Grazie a fonti privilegiate ed alla mediazione del suo legale di fiducia, l’avv. Giuseppe Saccone, affermato e noto penalista, siamo riusciti ad intervistare Malandrino, nell’esercizio del diritto di replica e in esclusiva, direttamente da Dubai, dove vive da nababbo da circa quattro anni in attesa di essere estradato.

Il suo nome spicca nelle indagini di procure di mezza Italia quale dominus di frodi milionarie. Cosa si sente di dire a sua discolpa?

“Intendo subito chiarire che nessuna delle accuse mosse nei miei confronti è stata ancora verificata in contraddittorio. Ad esempio, tutte le attività che ho svolto nel settore ‘Formazione 4.0’ sono state certificate da Ernst & Young (network mondiale di consulenza, revisione e formazione; ndr) prima dell’effettuazione delle perquisizioni, in tempi non sospetti, quindi… ho dato incarico a professionisti del Politecnico di Milano di effettuare delle consulenze che, al momento opportuno, saranno date in visione ai Giudici che si dovranno occupare di verificare se le accuse sono, o meno, fondate”.

Si è trasferito a Dubai per sfuggire alla giustizia italiana, sfruttare free zone per trasferirvi ingenti capitali o per una scelta di vita personale?

“Questa affermazione è frutto di pura fantasia, nata dalla mente di qualche Finanziere che ha ignorato volutamente la verità. Io non sono fuggito da niente! È stato fatto apparire che ero sfuggito e lo posso dimostrare. Quando ho messo piede a Dubai per la prima volta nessuna delle vicende giudiziarie era stata avviata, non avevo il benché minimo sentore che potesse accadere quello che è accaduto; mi sono trasferito a Dubai, tra il 2020 ed il 2021, per avviare attività che non era conveniente svolgere dall’Italia. Queste informazioni erano fin dal principio ben note all’Autorità Giudiziaria che nel frattempo, a mia insaputa, mi stava intercettando e, quindi, sapeva bene che mi spostavo, per quale destinazione e per quale ragione: non avevo nulla da nascondere! Quando è stata emessa la prima ordinanza cautelare mi trovavo negli Emirati da oltre un anno, proveniente dalla Bulgaria dov’ero stabilmente residente da oltre 10 anni, essendo iscritto all’AIRE; quindi, di quale fuga stiamo parlando? Di quella che si sono inventati per far apparire l’indagine ancora più grande di quello che era...”.

Ma volare negli Emirati Arabi Uniti rappresenta, sostanzialmente, una sorta di “ammissione di colpa” indiretta che potrebbe penalizzarla in sede processuale?

“Le ripeto che non sono affatto ‘volato’, ero lì da oltre un anno: vuole che le faccio mandare i documenti? Atti costitutivi di società, compravendite, richieste di permessi di soggiorno, richieste a banche ed autorità locali, tutte con date precedenti di oltre un anno rispetto al momento in cui è stata eseguita la misura cautelare... si chieda, piuttosto, chi ha volutamente taciuto tutte queste cose che erano note”.

I tanti soldi che ha accumulato finora le consentono un tenore di vita invidiabile: ma, la notte, riesce a dormire con la coscienza a posto? 

“Anche su questo la voglio rassicurare: ogni mia attività è stata oggetto di analisi, certificazione e consulenza da parte di soggetti qualificati ed al di sopra delle parti: vedrà, vedrà… quando il processo inizierà, cosa verrà fuori! Intanto, le voglio dire una cosa: nel primo processo in corso a Vallo della Lucania per il sequestro del locale Umamì di Agropoli, quello da cui è nato il procedimento sulla ‘Formazione 4.0’, nel corso dell’udienza preliminare del 2 luglio 2024, i miei avvocati hanno documentato la mia impossibilità di partecipare al processo perché mi trovo ‘fermato’ negli Emirati, senza passaporto, in attesa che si tenga il processo di estradizione. In quella sede, il Giudice dispose che mi fosse consentito di partecipare al processo per videoconferenza ed i miei difensori acconsentirono. Fino ad oggi l’ordine del Giudice non è stato eseguito. Stessa cosa a Palermo: ricevuta notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, ho chiesto di essere interrogato e partecipare al processo. Vuole sapere cosa è successo? La mia posizione è stata separata, il processo è iniziato senza di me ed ancora non sono stato interrogato. Inizio a pensare che questi giudici non abbiano alcun interesse ad interrogarmi...”.

Cosa ha pensato quando l’hanno arrestata lo scorso marzo?

“Anche qui devo fare una precisazione: non sono stato arrestato, ma avendo saputo dai miei avvocati che la richiesta di estradizione era stata formalizzata, mi sono recato spontaneamente alla polizia di Abu Dhabi per essere sottoposto alle procedure di legge. In questo senso sono stato fermato e costretto a permanere in detenzione, presso il posto di polizia, fino a quanto il Procuratore del posto mi ha interrogato e, ritenendo che potessi essere liberato, mi ha imposto il versamento di una cauzione, il ritiro del passaporto e l’obbligo di permanere nel luogo di residenza. Questo è successo. A qualcuno piace raccontare che sono stato arrestato, ma la verità documentata dagli atti è quella che le ho raccontato. Attendo con serenità il processo di estradizione”.

Ha subito finora confische di denaro sui suoi conti correnti dalla GDF? 

“A me personalmente non è stato confiscato nulla. Alle società che gestivano le attività sì. Hanno tentato di sequestrare società e beni dei miei figli, sia da Vallo della Lucania che da Palermo e Catania, ma il Tribunale della libertà di Salerno e quello di Catania hanno stabilito che quei sequestri erano illegittimi ed i provvedimento di dissequestro non sono stati impugnati. Anche nella vicenda Umamì, il Riesame di Salerno ha restituito a me imbarcazioni e la famosa Lamborghini”.

Molte persone si ritrovano nei guai, coinvolte più o meno consapevolmente nei suoi affari, decisamente borderline visto che sono finiti sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di Finanza. Cosa si sente di dire loro?

“Di stare tranquilli, perché nei processi sarà fornito un contributo tecnico di massimo livello ad opera dei consulenti incaricati di dimostrare la legittimità delle attività: le consulenze sono pronte e non vedo l’ora di potermi confrontare non con l’accusatore, ma con i Giudici di merito. Ha visto com’è andata a finire la vicenda del sequestro ai miei familiari? A volte, per stabilire la verità bisogna attendere che i Giudici più alti possano intervenire. Mi permetto di suggerirle di andare a seguire il processo quando inizierà, così scoprirà tante cose non dette, anche su come sono stati prelevati ed esaminati i contenuti dei telefoni cellulari: vedrà vedrà!”.

Fra queste persone, c’è chi la maledice tutti i giorni augurandole i peggiori guai giudiziari e non solo: lo sa questo o lo immagina soltanto?

“Mi dispiace, ma in ogni caso sono certo che il processo farà giustizia di tante ingiustizie di cui è infarcita questa indagine”.

Ma c’è anche chi, incredibilmente, la “ammira” perché è stato capace di fregare tutti e farla franca, vivendo nel lusso…

“Come le ho già detto, non ho fregato nessuno, ho solo operato con professionalità in un settore che oggi è finito sotto la lente d’ingrandimento del Governo e della Guardia di Finanza poiché legato ai cd. ‘crediti d’imposta’. Ha visto cosa è successo, anche a livello politico, con il cd. Bonus 110%? Le farò avere le consulenze di Ernst & Young e del Politecnico, in modo che potrà farsi un’idea anche dell’altra campana... A proposito, della famosa inchiesta della Procura di Napoli Nord, non ho ricevuto nulla e nemmeno si sa ancora se riguarda la mia persona o una mia azienda...”.

I suoi video postati sui social in cui “sfotteva” le Fiamme Gialle sono diventati virali: è pentito di averlo fatto? È disposto a chiedere scusa?

“Guardi, io non ho mai sfottuto le fiamme gialle, nutro un profondo rispetto verso le istituzioni; i miei atteggiamenti erano rivolti nei confronti di chi mi ha ingiustamente perseguitato, si tratta di una sola persona... e se venisse fuori nel processo che l’acquisizione e consultazione dei dati contenuti nei cellulari è avvenuta in modo non del tutto regolare, Lei pensa che qualcuno chiederebbe scusa a me? Lo sa che, da mesi, i miei avvocati chiedono invano di poter ottenere le copie dei dischi che contengono i dati estratti dai cellulari, senza che vengano consegnate? Inizi a farsi qualche domanda pure lei...”.

Concordio Malandrino è un… genio del crimine, mago dell’alta finanza, fenomeno dell’informatica, lucido folle, Arsenio Lupin, Robin Hood. Quale appellativo la rispecchia di più? 

“Nessuna di queste. Ho solo avuto la capacità di comprendere i tempi che vivevo e fare le scelte giuste. Vede, quando ero in Bulgaria fui il primo a fondare una Crypto Farm Italiana. Un giorno arrivarono Le Iene, credendo di trovare chissà cosa per fare il solito scoop, e invece s’imbatterono nella più grande e moderna Crypto Farm costruita da italiani: dove crede che abbia preso le risorse che ho impiegato nello sviluppo di altre attività? Da lì... e tutto fatto secondo le regole europee e di quel paese”.

Spera di tornare, un giorno, in Italia?

“Sicuro, sono certo che quando i processi inizieranno avremo molte sorprese... mi sono accorto, in questi anni, che le grandi inchieste servono spesso a favorire rapide carriere... poi le vicende cadono nel dimenticatoio e nessuno si preoccupa di seguire il lavoro dei giudici che devono emettere le sentenze: l’Italia è piena di storie di questo genere”.

Se potesse tornare indietro nel tempo, rifarebbe tutte le scelte che ha fatto?

“Non ho nulla di cui pentirmi, anzi… a pensarci bene, se tornassi indietro lascerei nel Cilento solo la mia passione per la coltivazione delle famose Cipolle di Vatolla, che sono la cosa che mi manca di più negli Emirati, mentre tutte le altre attività le avrei fatte fuori dall’Italia”.

Rispettare la legge e pagare le tasse è un dovere di tutti i cittadini: concorda Concordio?

“Certo, le mie aziende le hanno sempre pagate fino all’ultimo centesimo le tasse; quanto al rispetto delle leggi, sono certo che il processo mi scagionerà completamente”.



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