CAPACCIO PAESTUM. Le dimissioni del consigliere comunale Gianfranco Masiello hanno aperto una crepa in seno all’Amministrazione civica di Capaccio Paestum (Sa), attualmente retta dalla sindaca facente funzioni, Maria Antonietta Di Filippo, dopo il terremoto giudiziario che ha investito il sindaco Franco Alfieri e diversi funzionari apicali comunali, lasciando la città dei Templi in una sorta di limbo politico-amministrativo, in un momento delicatissimo visto il redigendo Piano di riequilibrio finanziario pluriennale da approvare, a breve scadenza, per scacciare l’incubo del dissesto.
Ieri sera non hanno preso parte all’assise civica anche i consiglieri di maggioranza Pasquale Accarino, Adele Renna e Rossella Tedesco. Non era mai successo prima. Dunque, pur se assenti giustificati, la comunità s’interroga. Per qualcuno è una mera coincidenza, per altri si tratta dei classici tre indizi che fanno una prova: quella di una maggioranza ormai non più granitica dopo i guai di Alfieri e l’addio improvviso di Masiello.
Ci sono ovviamente le surroghe a tenere in vita l’Amministrazione e, seppur ad oggi appare remota la possibilità di sfiduciare Alfieri, inizia ad aleggiare lo spettro che tutto possa precipitare da un momento all’altro. Ad onor del vero, in molti consiglieri sembra però prevalere la ferma responsabilità di portare a compimento il Piano di riequilibrio, sventando così l’avvento del commissario prefettizio che potrebbe, invece, varare un Piano ‘lacrime e sangue’ o dichiarare addirittura il temuto dissesto.
PROVVEDIMENTI PER QUATTRO FUNZIONARI APICALI – Intanto, se per il primo cittadino Alfieri è scattata d’ufficio la sospensione prefettizia dopo la detenzione in carcere e poi ai domiciliari, per quattro dirigenti comunali si sono aperti scenari simili e paralleli. Per l’ing. Carmine Greco, anche lui attinto da misura cautelare ai domiciliari, è scattata la sospensione d’ufficio dalla guida dell’Area Servizi Cimiteriali - Pubblica illuminazione - Espropri - Datore di lavoro -Toponomastica.
Per gli ingegneri Gianvito Bello e Federica Turi, rispettivamente a capo dell’Area Lavori Pubblici - Servizi idrici integrati e dell’Area Area P.O. - Manutenzioni, il Comune ha subito aperto procedimenti disciplinari per ciascuno dei reati contestati a loro carico, dalla Procura di Salerno, in merito al secondo filone d’indagine sui presunti appalti pilotati di Fondovalle Calore, Aversana e sottopasso di Paestum.
Sia Bello che la Turi dovranno ora delucidare dettagliatamente l’ente sulle rispettive posizioni, dopodiché potrebbero incappare in una sospensione cautelativa. Chiaramente, entrambi potrebbero anche valutare di rassegnare le dimissioni, alla luce del procedimento penale che li riguarda, per potersi difendere senza vincoli in un eventuale processo.
Bello, tra l’altro, pare sia a pochi mesi dalla pensione: progettista delle tre opere pubbliche finite all’attenzione della magistratura, per lui la Procura ha ravvisato anche presunti profili d’incompatibilità tra il ruolo di funzionario e l’attività privata del suo studio d’ingegneria, avente sede legale a Benevento.
SOSPESO ANCHE SORRENTINO: ORA CHI FIRMA IL PIANO? - Intanto, piove sul bagnato sul municipio di Piazza Tempone. Anche Francesco Sorrentino, funzionario apicale del I Settore Finanziario - Tributi - Contenzioso - Igiene Urbana presso il Comune di Cava de’ Tirreni, è stato sospeso in via cautelare per 30 giorni dal sindaco metelliano, Vincenzo Servalli, che vuol vederci chiaro su alcune anomalie procedurali emerse da controlli interni, relative a trasferimenti di denaro pari a 1,2 milioni di euro al Consorzio Farmaceutico Intercomunale o a società ad esso collegate, che di riflesso avrebbero generato un 'buco' di pari entità nelle casse dell'ente civico cavese. Un provvedimento che, inevitabilmente, ricade anche sul Comune di Capaccio Paestum, dove Sorrentino è distaccato in alcuni giorni ed orari, per svolgere il ruolo di responsabile apicale dell’Area Contabilità e Finanze - Acquisti - Società Partecipate dell’ente civico capaccese.
Un doppio guaio… visto che tocca proprio a Sorrentino redigere, controllare e firmare il delicato Piano di riequilibrio finanziario pluriennale da inoltrare a MEF e Corte dei Conti: nel caso la maggioranza riuscisse a sottoporlo all’attenzione ed approvazione dell’assise civica entro fine anno 2024, come si auspica, potrebbe dunque toccare al segretario generale, Andrea D’Amore, sottoscrivere il Piano, cruciale per le sorti economico-finanziarie della città dei Templi per i prossimi 15 anni.
IL CASO DEL COMUNE DI NAPOLI - La Corte dei Conti della Campania, proprio ieri, ha approvato il Piano di riequilibrio finanziario presentato dall’Amministrazione civica retta dal sindaco, Gaetano Manfredi, che aveva ereditato un deficit di 5 miliardi di euro che rischiava di portare il Comune di Napoli al dissesto. La Corte, dopo aver dichiarato inammissibile la prima versione, ha detto sì ad una riformulazione risalente al 2018, opportunamente integrata. Dunque, ci sono voluti 6 anni: quanti ce ne vorranno per Capaccio Paestum?
DISSESTO: COSA RISCHIANO GLI AMMINISTRATORI? - Gli amministratori attuali e passati ritenuti responsabili, dalla Corte dei Conti, di aver contribuito al dissesto finanziario dell’Ente, non saranno ricandidabili per un periodo di 10 anni. Inoltre, rischiano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di 5 e fino ad un massimo di 20 volte la retribuzione dovuta al momento della violazione. Anche se resta da capire in che modi e tempi.