Cronaca
IL CONSUNTIVO
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Napoli: 4 arresti dei carabinieri per truffa, furti e possesso botti illegali
Comunicato Stampa
14 dicembre 2024 09:29
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NAPOLI. L’universo delle truffe conosce trame intricatissime, trucchi e messinscene tra i più vari e complessi. Nel campionario c’è di tutto: dall’inganno agli anziani al phishing, dallo smishing al romance scam. Sfogliando l’elenco anche vishing, Schemi Ponzi, truffe delle lotterie, del supporto tecnico, del finto maresciallo. Finti annunci di lavoro o pacchetti vacanza, truffe religiose. E poi la truffa dello “specchietto”. Gli “attori” fanno credere alle vittime di aver danneggiato il loro specchietto retrovisore o un’altra parte dell’auto, cercando poi di ottenere denaro come risarcimento. Si parte da un danno creato ad arte al proprio veicolo, utilizzando sassi o altri oggetti per simulare il rumore di impatto. La vittima, spesso anziana o neopatentata, ferma l’auto, il truffatore mostra il danno e chiede un risarcimento. Lo fa proponendo un accordo informale, per evitare di coinvolgere le assicurazioni e alzarne il premio. La richiesta è generalmente ragionevole così la vittima finisce per cascarci e paga. E’ esattamente quello che è successo ieri sera a Terzigno. Il copione è sostanzialmente quello raccontato poco fa, con una minaccia e un cric come varianti sul tema. Il truffatore lamenta un danno al paraurti e allo sportello. Poi propone un accordo ma la ritrosia della vittima impone una svolta.  Si passa alle minacce e poi al cric come deterrente. I carabinieri della stazione di Terzigno arrivano in quel preciso istante. Si rivolgono all’uomo armato, chiedendo spiegazioni. Lui cambia atteggiamento e fa per allontanarsi. La vittima, intanto, racconta quei pochi secondi e diventa tutto più chiaro. In manette per tentate estorsione e truffa finirà Bruno Abbruzzese, 35enne di Terzigno già noto alle forze dell’ordine. Nella sua auto un barattolo di cera nera, utilizzata verosimilmente per simulare graffi sulla carrozzeria. Abbruzzese è finito in carcere, in attesa di giudizio.

Il contrasto ai fuochi proibiti inizia già mesi prima del Capodanno. Il territorio della provincia di Napoli viene battuto con largo anticipo, per arginare la fabbricazione e l’approvvigionamento di botti potenzialmente letali. Depositi, abitazioni, piccoli garage. Sono questi i luoghi dove avviene la maggior parte dei sequestri. Luoghi angusti, spesso circondati da abitazioni, lontani anni luce dalle idee di sicurezza e cautela. Nel bilancio ormai già ricco di blitz dei carabinieri, torniamo a Ercolano, recentemente teatro di una terribile esplosione, costata la vita a tre persone. Ancora un’abitazione lo scenario. I militari della locale tenenza hanno sequestrato 22 artifizi pirotecnici non convenzionali ad alto potenziale esplosivo. Tradotti in peso, circa 7 chili di polvere che avrebbero potuto facilmente sbriciolare le pareti. In manette il proprietario di casa, Raffaele Fiore, 36enne del posto già noto alle forze dell’ordine. L’arresto è stato convalidato, Fiore sottoposto ai domiciliari. I fuochi sequestrati sono stati affidati agli artificieri del Comando Provinciale di Napoli.

Se domandassimo ai due carabinieri della sezione di radiomobile di Casoria cosa li ha spinti ad avvicinarsi a due uomini e una donna in auto, in un parcheggio di un supermercato, la risposta ovvia sarebbe “mascherine chirurgiche e cappucci neri”. Poco spazio per l’interpretazione, i 3 non erano in sosta per fare la spesa. E freddo e misure anti-covid c’entravano nulla. In una ipotetica intervista, per completare il quadro, i carabinieri aggiungerebbero anche una targa anteriore con cifre e lettere diverse da quella posteriore. E’ successo ieri sera, a Casoria. Parcheggio di un supermercato, via Padula. I due militari scambiano uno sguardo e, senza parlare, accendono lampeggianti e sirene. Di tutta risposta uno degli sportelli di quella Mazda 6 station wagon un po’ malconcia si spalanca. Uno dei 3 scappa a piedi, gli altri due sono già in terza marcia, con l’impronta degli pneumatici lasciata come scia. Il conducente dell’auto giapponese imbocca la circonvallazione esterna verso Casavatore, poi inverte la marcia, contromano, rischiando di colpire altri automobilisti. Raggiunto il raccordo con la Strada Provinciale 527 imboccano una rampa d’accesso ancora contromano e finiscono in un frontale con una Lancia Y guidata da una 32enne. I carabinieri sono alle loro spalle e li bloccheranno dopo un inutile tentativo di fuga a piedi. La 32enne è stata portata in ospedale da un’ambulanza e poi dimessa con lesioni guaribili in 5 giorni. Nell’auto dei fuggitivi attrezzi per lo scasso e alcuni alimenti verosimilmente rubati dalle auto in sosta. Le due targhe utilizzate risulteranno poi oggetto di due distinti furti, commessi nel quartiere di San Pietro a Patierno e nella città di Castellammare di Stabia. Francesko e Flaminia Adzovic sono finiti in manette, arrestati per resistenza a pubblico ufficiale e possesso ingiustificato di chiavi false e grimaldelli. Sono ora in camera di sicurezza, in attesa di giudizio.



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