CASTELLABATE. Svolta nel giallo Nowak nel Cilento. È stato fermato all’alba, dai carabinieri della Compagnia di Agropoli, il 62enne Kai Dausel, compagno di Silvia Nowak, la 53enne tedesca uccisa e rinvenuta semi-carbonizzata, il 18 ottobre scorso, in un bosco di Ogliastro Marina. L'uomo era l'unico indagato per il delitto: dopo le operazioni di fotosegnalamento, è stato tradotto in carcere a Vallo della Lucania. Il provvedimento è stato eseguito su disposizione della Procura vallese, diretta dal procuratore capo f.f. Antonio Cantarella, che questa mattina ha convocato una conferenza stampa per illustrare ulteriori dettagli sul caso. L'uomo si era sempre proclamato innocente partecipando anche a diverse iniziative locali per ricordare la donna: per gli inquirenti, si è trattato di delitto d'impeto, ma sul movente si continua ad indagare, anche se il rapporto di coppia, negli ultimi tempi, non era più idilliaco.
Tra gli indizi principali una traccia ematica su un paletto della recinzione posteriore esterna dell’abitazione, da dove l’uomo rientrato nella proprietà. Fondamentali sono state anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza di un vicino di casa, che riprendono l'uomo prima nella villetta e poi mentre esce dirigendosi in direzione opposta a quella di Silvia. L'uomo si era sempre proclamato innocente partecipando anche a diverse iniziative locali per ricordare la donna, l'ultima nella giornata di ieri a Ogliastro Marina.
OMBRE DAL PASSATO DEL PRESUNTO ASSASSINO - Dal passato del compagno di Silvia sono venuti a galla elementi inquietanti: Dausel era sospettato anche nel suo Paese d'origine di omicidio volontario per un altro episodio risalente al 1999, oltre ad avere precedenti penali per furto e frode informatica. Dai primi accertamenti, pare che avesse anche un nome diverso all'anagrafe tedesca, tale Uwe Altmann, rispetto ai documenti italiani. Nella villetta sono stati rinvenuti 6mila euro in contanti.
IL COMUNICATO STAMPA DELLA PROCURA DI VALLO DELLA LUCANIA - Questa mattina, dopo complesse e articolate indagini, avviate a seguito della scomparsa di Silvia Nowak, la cittadina tedesca, il cui cadavere fu, poi, rinvenuto semicarbonizzato, in data 18/10/2024, in Castellabate (SA), fraz. Ogliastro Marina, i Carabinieri della Compagnia di Agropoli, con il supporto dei militari del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Salerno, hanno eseguito un decreto di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania, nei confronti del compagno della donna. A quest'ultimo sono stati contestati i delitti di omicidio aggravato e distruzione di cadavere.
In merito, il provvedimento pre-cautelare, dopo aver attentamente valutato gli alibi proposti nel corso dell'investigazione, dà conto della sussistenza di un quadro di particolare gravità indiziaria a carico dell'indagato. Sono ivi riportati gli elementi dimostrativi di tipo dichiarativo, logico, documentale e scientifico (in essi compresi i rilievi e i successivi accertamenti eseguiti dal R.I.S. di Roma), che hanno fatto protendere per la riferibilità dei fatti per cui è procedimento penale al compagno della vittima. In particolare, si è ritenuto che il predetto, nel pomeriggio del 15 ottobre 2024, cagionò la morte della donna, in un luogo isolato (nel bosco confinante con la proprietà Nowak), colpendola reiteratamente con un corpo contundente e tagliente e distruggendone parzialmente il cadavere con il fuoco. Dopo l'efferato delitto, l'indagato, secondo la tesi seguita dalla Procura, simulò la scomparsa della vittima. Contestualmente all'esecuzione del decreto, sono iniziate le perquisizioni delegate dall'autorità giudiziaria, presso le dimore in cui il fermato ha stabilmente vissuto, in epoca successiva all'omicidio.
Presenti in conferenza stampa il Procuratore Antonio Cantarella, il Procuratore Antonio Pizzi, il Colonnello del Comando Provinciale dei Carabinieri Filippo Melchiorre, il Capitano della Compagnia Carabinieri di Agropoli Giuseppe Colella e il Tenente Nicola Di Benedetto, comandante del Nucleo Operativo Radiomobile, il comandante dei carabinieri della stazione di Santa Maria di Castellabate, Marco Cesa.
Ovviamente, le argomentazioni adottate a supporto del fermo saranno valutate dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vallo della Lucania, cui il provvedimento sarà prontamente inviato, con richiesta di convalida ed emissione di misura cautelare personale. Si ricorda, infine, che, nel nostro ordinamento, vige la presunzione di non colpevolezza, sino a condanna definitiva. Pertanto, l'eventuale fondatezza delle accuse dovrà essere accertata nelle ulteriori fasi del procedimento.