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GREEN LIFE
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Come sarà l’agricoltura del futuro, tra verde e biologico?
Redazione
10 gennaio 2025 11:59
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Ormai ci sentiamo dire da tutte le parti che l’ambiente ha bisogno di una mano, che bisogna proteggere il verde, le foreste, l’atmosfera, che le risorse si consumano e che l’agricoltura è in difficoltà, con aziende emarginate o improduttive. Ormai è finita l’epoca dei grandi finanziamenti a pioggia e a prescindere. Persino lo scenario della competizione internazionale non può più ignorare le tematiche ambientaliste legate allo sfruttamento del territorio. Vediamo meglio come si è arrivati a questa situazione, come uscirne e cosa ridarà vita e profitto al settore più antico dell’economia.

Come mai la scelta di un’agricoltura più verde è tanto difficile? Una scelta ambientalista può essere vista come una transizione semplice, come accendere un interruttore: differenziare i rifiuti, riciclare, comprare un’auto elettrica. Ma non è così semplice. Tanto che, ad esempio, l’intero settore automobilistico ha dovuto progettare la riduzione (o l’abbandono) dei carburanti fossili nel giro di oltre un decennio, per il 2035.

Negli ambienti delle multinazionali, è difficile far passare una svolta che riduca anche minimamente i profitti, così i dipendenti e i dirigenti spesso devono limitare le proprie giuste convinzioni verdi alle scelte personali, a casa propria. Nell’agricoltura, non è possibile, in quanto le scelte del settore sono sotto gli occhi di tutti, sempre sotto analisi, e finiscono nei nostri piatti. Così, le normative che limitano le tecniche e le quantità sono all’ordine del giorno.

Per fortuna, esistono alcuni settori soprattutto dell’economia moderna che si impegnano a dedicare una percentuale dei profitti a cause nobili, come la conservazione ambientale e la protezione di flora e fauna. In questo senso operano le fondazioni delle banche, alcuni fornitori di servizi digitali (come le consegne dei fast food) e anche alcuni casinò online.

Automazione intelligente per un progresso accelerato - Torniamo agli aspetti più pratici dell’agricoltura: i compiti ripetitivi e sfiancanti sono molti e lo sviluppo tecnologico si è concentrato per molti decenni sulla meccanizzazione e sull’automazione. Eppure c’è ancora un’ampia schiera di lavoratori stagionali che nell’estate riempiono le campagne, con un doppio rischio: da un lato, il lievitare dei costi per l’assunzione regolare di dipendenti, che ricade sul costo del prodotto finale; dall’altro, purtroppo il caso più frequente, lo sfruttamento di tali lavoratori, che sopravvivono in condizioni di povertà (qualcuno sostiene di moderno schiavismo), ignari dei loro diritti.

Per fortuna, una nuova generazione di imprenditori si sta rivolgendo a nuovi sistemi di irrigazione, semina e piantumazione automatizzati, con macchinari sviluppati appositamente per specifiche culture, macchinari disponibili non necessariamente per l’acquisto, ma anche per il noleggio (appunto, stagionale). Anche questa scelta comporta perplessità: che fine faranno tutti quei lavoratori?

I veicoli elettrici entrano in campo - La rivoluzione dell’elettrico è ormai entrata su strade e autostrade; finalmente è arrivato il momento in cui l’elettrico “scende in campo” anche nel settore agricolo. I vantaggi di un trattore elettrico sono innumerevoli, soprattutto considerando che si tratta di un veicolo destinato a operare all’aria aperta, spesso nella bella stagione, quindi ricaricabile con un fotovoltaico adeguato e una stazione di ricarica di pertinenza all’azienda. Ottenere le prestazioni necessarie all’attività senza l’inquinamento della nafta e con costi energetici contenuti è un bel passo avanti.

L’intervento dei droni - Le operazioni che richiedono un intervento dall’alto sono diverse, dal monitoraggio dei campi per gli infestanti alla diffusione dei pesticidi o dei fertilizzanti, a seconda del tipo di coltivazione. Persino un’ispezione attenta del territorio trae beneficio dall’utilizzo di droni di media portata combinati con camere ad alta definizione. Grazie alla collaborazione di un operatore in tempo reale, le lunghe camminate sfiancanti sotto il sole cocente e i costi dell’affitto di aerei leggeri saranno solo ricordi del passato. Anche l’intelligenza artificiale ha fatto il suo ingresso in questo connubio virtuoso, contribuendo a semplificare la progettazione e l’ottimizzazione nel settore dell’agricoltura del futuro.

Rifiuti urbani e generazione del biogas: prima e seconda generazione - Facciamo un nuovo richiamo al settore automobilistico in relazione all’utilizzo di ecofuel, il combustibile verde di prima generazione. Si tratta di un prodotto derivato da oli naturali che necessitavano di coltivazioni apposite (come l’olio di colza). Ne parliamo al passato perché questo settore è già stato superato, in quanto comportava varie problematiche, tra cui appunto lo sfruttamento di terreni agricoli per produrre carburante (e non alimenti).

Questa prima generazione è stata soppiantata dalla seconda generazione di biocarburanti, che invece della coltivazione sfrutta come materia prima nientemeno che i rifiuti organici. Il settore agricolo produce una grande quantità di rifiuti organici, che invece di diventare scarti si rigenerano tramite processi chimici specifici, per andare ad alimentare motori diesel di ultima generazione, molto meno inquinanti rispetto ai veicoli alimentati con carburanti di origine fossile. Oltre ai rifiuti organici derivati dall’agricoltura, anche i rifiuti organici urbani vengono utilizzati per integrare il gasolio pulito di ultima generazione.

Efficienza e agricoltura verticale: uno sguardo al futuro - Proiettarsi nel futuro è sempre un azzardo intrigante. Quali sono i passi innovativi delle aziende agricole all’avanguardia? Il primo punto sembra essere l’abbandono di un modello bidimensionale tramite l’utilizzo di sistemi verticali di idrocoltura: idroponica e vertical farming. Le proiezioni delle fattorie sperimentali parlano chiaro: su una determinata superficie, la resa in verticale è almeno quadrupla rispetto alla coltivazione tradizionale.

L’investimento iniziale è ancora un ostacolo: servono infrastrutture nuove per cominciare, vere e proprie start-up per una coltivazione intensiva che è destinata a dare maggiore resa in termini di prodotti, ma anche di guadagni. Accrescendo la resta con un approccio innovativo e intelligente, l’economia del territorio si porta a un livello nuovo, da settore che dipende dal supporto pubblico, a settore redditizio che attira investimenti. L’innovazione sembra aver così risolto anche uno dei problemi che preoccupava le proiezioni legate all’eccessivo aumento della popolazione globale: la scarsità di risorse sufficienti a sfamare tutti. Un bel traguardo, che rende la prospettiva dell’ambiente e della serena esistenza di tutti più roseo.



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