AGROPOLI, PER LA SALVEZZA BISOGNA MIGLIORARE IL RENDIMENTO ESTERNO
Per centrare la salvezza non serve soltanto riuscire a tirare fuori il meglio dagli incontri al “Guariglia”. Nell’impianto di contrada Marrota, l’Agropoli ha collezionato diciannove dei ventisei punti che riempiono la classifica. A far da contraltare è il pessimo quadro delle apparizioni fuori casa. Eppure l’inizio era stato dei migliori, con il blitz inaugurale a Cava de’ Tirreni, con il team affidato allora a Salvatore Nastri che aveva sbancato il “Simonetta Lamberti”. Poi, è iniziato il digiuno che perdura quindi dal 2 settembre. Soltanto quattro punti raccolti, a fronte di sei sconfitte, delle quali tre consecutive, dal derby con la Gelbison al “Morra”, passando per Licata e Cosenza. Non solo. I biancazzurri hanno il peggior attacco per quel che concerne le marcature realizzate fuori casa. Solo quattro, con il bilancio fermo al sigillo di Peppe Mallardo in quel di Palazzolo Acreide lo scorso 2 dicembre. Troppo poco, o almeno non basta quanto prodotto al “Guariglia” ai delfini di Franco Dellisanti (nella foto) per vivere in totale tranquillità l’avventura che deve condurre alla permanenza in serie D a maggio. Ecco che allora il calendario viene in soccorso, nell’immediato, all’Agropoli per fornire la prima risposta. Al rientro, dopo la sosta, si va in quel di Caltanissetta, per affrontare la Nissa ormai allo sbando, da settimane in campo con gli Juniores e con una media di quattro gol subìti a partita. Un blitz in Sicilia rappresenterebbe il miglior viatico per invertire la rotta e condurre in porto punti pesanti, anche perché le altre nel frattempo sono chiamate a veri e propri scontri diretti. Il primo è quello del “Lamberti” tra Pro Cavese e Palazzolo Acreide.
GELBISON, I ROSSOBLU SOFFRONO DEL MAL DI GOL IN TRASFERTA
Non solo una difesa divenuta colabrodo. La Gelbison soffre del mal di gol. Un discorso che interessa quasi prettamente le esibizioni esterne dei rossoblu di Alessandro Erra, perché al “Morra” la media viene tenuta comunque alta. I vallesi segnano nel proprio stadio, dove la difesa subisce pochissimo, essendo la terza miglior retroguardia casalinga, dietro solo alla capolista Acr Messina e alla Vibonese. Un primato perso per i due gol del Palazzolo nell’ultimo incrocio interno. Le cose vanno male, nelle ultime settimane, lontano dal Cilento. La Gelbison deve ancora segnare il primo gol fuori casa nel 2013, nonostante siano già tre le partite giocate. In totale sono 319 i minuti che separano i rossoblu dall’ultima gioia, il provvisorio 2-1 siglato da Galantucci in quel di Ribera nell’ultima gara del 2012, con l’ottava marcatura fuori casa della stagione in totale. Poi, al “Celeste” di Messina, al “Falcone-Borsellino” di Paternò e al “Razza” di Vibo Valentia nessuna soddisfazione. Va registrato però un miglioramento nelle prestazioni e nei tentativi di andare a rete. Un attacco quasi non pervenuto nel match perso per 3-0 contro Citro e compagni, capace però di fallire con Senè la palla del possibile vantaggio nella sfida contro i rossazzurri catanesi e poi le occasioni avute al cospetto della Vibonese, con un pizzico di imprecisione ma anche tanta sfortuna, con due legni colpiti. Adesso è necessario che nell’involuzione vissuta dalla Gelbison in questo primo scorcio di 2013, ci sia la possibilità di rimediare, di dare un seguito ad una comunque buona prestazione riuscendo a produrre il massimo a Torre Annunziata, contro il Savoia, dove però il compito risulterà difficile in partenza, perché i bianchi come i rossoblu sono assieme all’Acr Messina le uniche tre squadre che non hanno mai perso tra le mura amiche.
SAVOIA, SALTA L’ALLENAMENTO AL “GIRAUD”: SEQUESTRATA LA LAVATRICE
Acque agitate per il Savoia, nonostante il brillantissimo momento vissuto sul campo dai bianchi di Torre Annunziata, guidati da Salvatore Amura. Dopo tre successi di fila che sono valsi il sorpasso al terzo posto sulla Gelbison prossima avversaria nel derby del “Giraud”, e con una serie positiva che dura da sei giornate, ieri gli oplontini non si sono allenati, per una questione comunque extracalcistica. Nell’impianto torrese infatti è avvenuto il sequestro di materiale da parte della locale polizia municipale. Sul tavolo della discussione c’è la gestione dello storico stadio. Poi è arrivata anche la comunicazione ufficiale della società, attraverso il presidente Raffaele Verdezza che si è detto pronto a consegnare il titolo nelle mani del sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita. Nonostante l’apertura dei cancelli al gruppo di Amura per svolgere la seduta, l’assenza di una lavatrice non ha permesso ai calciatori di svestirsi ed allenarsi. Una situazione certamente paradossale, pronta comunque a rientrare, ma che ha lasciato esterrefatti per primi gli stessi giocatori che dopo un periodo non particolarmente brillante e dopo la rivoluzione di mercato, a dicembre, hanno preso a fare risultati, portando ora il Savoia dietro soltanto alle battistrada Acr Messina e Cosenza.
SERIE D GIRONE I, LOTTA PLAY-OFF: QUESTE LE SQUADRE ATTUALMENTE IN CORSA
Si riapre la lotta al vertice tra Acr Messina e Cosenza, distanziate ora di quattro punti, mentre sembra restringersi il numero di squadre che, guardando ora la classifica si giocheranno tre posti in palio per l’accesso ai play-off. Dal Savoia di Salvatore Amura attualmente terzo e il Ribera e la Vibonese ora tra la terza e la nona c’è una forbice di nove punti. Gli stessi calabresi di Antonio Soda sono troppo discontinui ma sono gli unici che hanno toccato la soglia dei trenta punti, mentre altre come Ragusa e Paternò sono state invischiate nella zona play-out. Ed allora dopo gli oplontini, c’è la Gelbison di Alessandro Erra, che si è vista sorpassata domenica dai bianchi torresi, con i rossoblu di Vallo della Lucania sicuri di una posizione negli spareggi-promozione anche per la prossima giornata, per i quattro punti di vantaggio sul Comprensorio Montalto, attualmente sesto, ed inteso a rilanciarsi dopo un momento di forte appannamento con il ritorno in panchina di Franco Giugno. Al quinto posto resiste un’altra squadra che come il Savoia è in gran forma, il Città di Messina, che ha provato anche a far suo il derby dello Stretto contro la capolista Acr Messina, con la compagine guidata da Pasquale Rando che è quinta. Da verificare c’è la tenuta del Licata di Pippo Romano. Forte al “Dino Liotta” ma discontinua nelle apparizioni esterne la formazione gialloblu, mentre il Ribera di Totò Brucculeri, grande sorpresa della prima parte di stagione vive, un po’ come la Gelbison, una fase non propriamente felice, che parla di una sola vittoria negli ultimi cinque incontri, con il distacco dai play-off che è arrivato a quattro lunghezze anche per il doppio stop contro le più forti, l’Acr Messina prima e il Cosenza poi, con i silani che hanno violato l’imbattibilità del “Nino Novara”, il campo in terra battuta della matricola siciliana.