NAPOLI. Due figli di Napoli strappati all’affetto dei propri cari e dei colleghi. Non si conoscevano tra di loro il giornalista Fabio Postiglione e il diciassettenne Domenico Cirillo, ma un tragico filo unisce la loro scomparsa. Morti di omicidio stradale, entrambi. Il primo sbalzato contro un guardrail della tangenziale est di Milano a causa di una manovra azzardata di un moldavo alla guida di un furgone, il secondo investito mentre attraversava una strada di Napoli da un diciannovenne alla guida di un’auto di grossa cilindrata che secondo le norme non avrebbe potuto guidare.
Una lista, quella delle vittime della strada, che continua ad allungarsi sempre più a Napoli così come nel resto d’Italia. Gremita la chiesa della santissima trinità in via tasso per Fabio postiglione. Sul feretro la maglietta degli azzurri e una copia del quotidiano il “Roma”, giornale dove il cronista aveva mosso i primi passi.
Oltre duemila persone invece hanno affollato la chiesa di San Vitale a Fuorigrotta e la piazza esterna per l’ultimo saluto a Domenico Cirillo, conosciuto da tutti come Dodi. Sotto la bara una palla da basket ed un fiore, mentre poggiato su un muretto il cartello con la scritta “Basta morti in strada”. Applausi scroscianti hanno accompagnato l’ingresso e l’uscita della bara. Questo il ricordo del compagno di squadra di pallacanestro di Domenico, Riccardo Coppola e quello dell’allenatore Walter Esposito.