ALTAVILLA SILENTINA. Pena definitiva a 22 anni di reclusione per Gerardo Cappetta, riconosciuto colpevole dell’omicidio di Snejana Bunacalea, la 43enne moldava trovata senza vita il 5 marzo 2020 nell’abitazione dell’anziana madre dell’uomo, di cui la vittima era badante. A mettere la parola fine alla vicenda giudiziaria è stata la prima sezione della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato dal difensore dell’imputato, l’avvocato Michele Sarno, confermando le condanne già inflitte in primo grado e in appello. La sentenza ribadisce quanto sostenuto dall’accusa: si trattò di un femminicidio. Cappetta uccise la donna nella vasca da bagno della casa materna, a Borgo Carillia, per futili motivi passionali. Un delitto d’impeto, scaturito da una lite: il giorno del ritrovamento del corpo, l’uomo cercò di depistare le indagini raccontando che la vittima soffriva di problemi di salute e che la sua morte fosse dovuta a un malore improvviso. Una versione smentita dall’inchiesta condotta dalla Procura e supportata dal legale di parte civile, l’avvocato Angelo Mancini. Le indagini, basate sull’autopsia e sui rilievi dei Ris di Roma, hanno invece ricostruito un quadro ben diverso: Cappetta, durante la convivenza con la badante, si era invaghito di lei, fraintendendo i suoi atteggiamenti e non accettando la sua relazione con un altro uomo, suo conoscente. Un appuntamento a cena con quest’ultimo fu la scintilla del litigio, culminato nell’omicidio: Cappetta aggredì la donna mentre si trovava in bagno, affogandola nella vasca da bagno e alterando poi la scena del crimine per simulare un incidente, prima di chiamare i soccorsi.