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SERIE A1
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Basket, Napoli torna ultima: ko a Fuorigrotta da una Pistoia in disagio
Carmelo Prestisimone
02 marzo 2025 19:40
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NAPOLI. Anche i più visionari avrebbero evitato di stilare una bolletta dai bookmaker che prevedesse il saccheggio da parte di Pistoia della Fruit Village Arena. La vittoria dell’Estra contro il Napoli basket, tornato ultimo della classe, era quotata a 12.00 ed abbiamo detto tutto. Le criticità economiche del club presieduto da Ron Rowan, rientrato negli States, sono note: occorrono oltre 500mila euro per arrivare in fondo al campionato e non scomparire. Quattro americani come Christon, Rowan jr, Silins e Kemp hanno preferito abbandonare la nave. Con una squadra ai minimi termini e con 7/8 giocatori disponibili nelle rotazioni ed un unico centro di ruolo come Derek Cooke a Fuorigrotta accade l’imponderabile perché i toscani di Okorn (corsaro con la sua Ungheria anche contro l’Italbasket del Poz), sostenuti da una trentina di tifosi in missione - esibito lo striscione “Liberate il Pistoia basket” - non solo vincono 74 a 70 ma hanno grandi meriti per il risultato conseguito. Nella pallacanestro, come nello sport, l’energia vale più del talento e la spiegazione del crollo di Napoli - all’intervallo era avanti + 7 -  è semplice perché bastona la mentalità che non è pochissimo, soprattutto quando ci si batte per la salvezza: “Se non la cambiamo sarà tutto in salita - conferma il tecnico campano Giorgio Valli mortificato nel postgara -; in salita sarà lo stesso perché siamo ultimi in classifica però dobbiamo prendere coscienza che bisogna far passare l’avversario sul nostro corpo”. E Napoli sul parquet, baciato a mezzogiorno dal sole del litorale flegreo, non mostra quella durezza mentale necessaria che magari non c’è mai stata davvero quest’anno ma che nei recenti 20 giorni del break tra Coppa Italia e nazionale si sarebbe anche potuta costruire almeno parzialmente. Da tempo sosteniamo che Pangos, Pullen e Green sono giocatori dal grande talento offensivo ma sostando insieme sui legni anche 15-20’ sottraggono risorse nella protezione del canestro non avendo quella resilienza in grado di reggere agli esterni muscolari avversari. Porta più valore nella fase senza palla, per capirci, il capitano De Nicolao che infila un solo canestro ma si batte con una vis agonistica non comune. Una deminutio importante anche oggi e frutto anche del modesto lavoro di scouting (11 ko di fila in autunno) prodotto in estate dall’area tecnica - ormai out da diversi mesi tra dimissioni ed esoneri - che non ha incastrato bene le pedine innescando uno scompenso negli ingombri con ingaggi di giocatori anche importanti che però non hanno colmato le evidenti lacune difensive. A scanso di equivoci chapeau per Pangos (preso in agosto), Pullen (dicembre) e Green (fine ottobre) che sono grandi cestisti, per giunta con un passato illustre tra Eurolega ed Nba, ma non sono più giovanissimi e non hanno mai brillato per qualità in fase di copertura. Loro però erano disponibili sul mercato e non c’è stato modo di colmare quei vuoti, alla voce volumi, con almeno un esterno più robusto che tenesse botta. C’era Newman ma è andato via. Oggi tra l’altro il play canadese, così come Zubcic, non ha fatto un punto. Se dal perimetro la situazione non brilla va peggio sotto i tabelloni con 3 totem napoletani sui 2 metri e 10 come Totè (22 punti e 10 rimbalzi), Egbunu e lo stesso lungo croato surclassati dall’unico pivot pistoiese (Cooke) mai logoro - malgrado i 34 minuti in campo - che ha conquistato la bellezza di 20 rimbalzi, ripetiamo 20. Una piovra nel pitturato, per capirci. Decisivo certamente così come l’anima locale Della Rosa che al suono della sirena si è commosso per la vittoria con tutti i compagni intorno ad abbracciarlo. Due punti questi qui che affondano le radici anche nel backstage con il gran lavoro di coordinamento del manager Marco Sambugaro, sobrio e competente. Per Napoli però il tempo per riabilitarsi c’è con 10 giornate al gong. I giocatori ora dovranno dimostrare di saper reggere alle pressioni ulteriori - mansioni che rientrano serenamente nei propri compiti - perché sabato la sfida contro Cremona diventa quasi da dentro o fuori dopo questa sconfitta così come quella tra 20 giorni a Scafati. Ecco, se prima indugiavamo non esattamente con toni positivi sull’età non più verdissima di almeno 4 giocatori azzurri beh a questo punto ora restituiamo valore a quella voce con altri crismi perché questo sprint finale dei campani va condotto dai giocatori più autorevoli e Napoli ha in canna anche quelli giusti. Bisognerà capire quanto ancora questi senatori del parquet siano affamati per trasferire agli altri la giusta energia. Ed il nodo non è semplicissimo da sciogliere per quello visto poche ore fa al PalaBarbuto e per il fatto che in campo ci vanno anche gli avversari che non condividono le tue stesse idee. Una certezza c’è: se questa squadra ha davvero voglia di restare in A, e di sostenere anche il progetto nuovo palasport al centro direzionale propedeutico ad una proiezione del club verso orizzonti anche europei, lo scopriremo solo vivendo…



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