BALVANO. “Era il 1944 quando il treno numero 8017 partì dalla stazione ferroviaria di Napoli diretto a Potenza. Erano parecchi giorni che non partivano convogli, e per questo motivo al treno già strapieno furono agganciate delle carrozze aggiuntive, anche queste cariche all'inverosimile. Giunto alla Galleria delle Armi il convoglio non riuscì a superare la salita e si fermò, circa seicento persone morirono intossicate dalle esalazioni di monossido di carbonio” come racconta Nunzia Pasqua, cittadina porticese, nipote di una delle vittime che aveva intrapreso quel viaggio, come tanti altri, in cerca di viveri per la sua famiglia, l'Italia e il suo popolo in quel periodo erano stremati da anni di guerra.
Portici perse 18 concittadini e sostiene con convinzione la proposta di legge regionale dell’onorevole Tommaso Pellegrino per istituire una “Giornata della Memoria” dedicata alle vittime di questo dramma.
“Sosteniamo questa importante battaglia che restituisce dignità alle quasi 500 persone morte nel più grande disastro ferroviario del nostro Paese e ci consegni finalmente una memoria storica e collettiva di ciò che fu, affinché ci sia sempre diligenza nella gestione dei trasporti e mai superficialità o sommarietà di giudizio su chi muore per sfamare la propria famiglia” - lo dichiara sui canali social istituzionali l’Assessore Florinda Verde – “Inoltre, continuiamo a cercare i familiari delle vittime porticesi per raccogliere testimonianze che restituiscano dignità e memoria a chi ha perso la vita in quella strage. In questi giorni abbiamo ricevuto una prima testimonianza, che ci racconta di una nonna paterna e sua sorella, entrambe vittime di quella tragedia. La nipote ci ha descritto come il padre, all’epoca appena tredicenne, visse quel dramma. Sua madre, in cerca di cibo per sostenere la famiglia, salì su quel treno senza avvertire il marito, portando con sé biancheria e oro da barattare. In quel viaggio disperato, la donna perse la vita, ma compì un gesto eroico: con il suo cappotto salvò una cugina più giovane, proteggendola dai letali fumi di combustione del carbone. Questa donna lasciò dietro di sé sei figli, tra cui una bambina di appena due anni”.
Dopo oltre ottanta anni si cerca di raccontare queste storie nel ricordo di vittime che meritano di ricevere dignità e il ricordo che per tanto tempo è stato negato, per questo il Sindaco Enzo Cuomo, l’ Amministrazione del comune di Portici si è impegnata a recuperare e rintracciare le famiglie dei 18 porticesi coinvolti.