Sanità
NOTA STAMPA
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Sanità, FP CGIL Salerno: "No alla chiusura dei punti nascita di Sapri e Polla"
Comunicato Stampa
08 marzo 2025 16:22
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SALERNO. “La richiesta del governo Meloni di chiusura dei punti nascita di Polla e Sapri rappresenta un’imposizione inaccettabile e un ulteriore attacco alla sanità meridionale e delle aree interne della provincia di Salerno”. È quanto si legga nella nota della FP CGIL. Ed ancora:

“È necessario che le parti sociali si mobilitino al fianco delle istituzioni territoriali per ottenere lo sblocco delle risorse e del turnover del personale, senza che ci  venga subordinato alla chiusura dei punti nascita in deroga, come richiesto di nuovo in queste ore dal ministero della salute, nonostante ci  non sia giustificato dalla situazione contabile attuale, raggiunta, invero, dopo anni di commissariamento, costati lacrime e sacrifici per cittadini e operatori sanitari!  

Se è vero che il DM 70 stabilisce la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti all’anno, è altrettanto vero che quelli di Polla e Sapri hanno le caratteristiche per rimanere aperti in deroga, come dimostrano le richieste motivate di deroga della Regione Campania già accolte nel 2019 e nel 2023. Questo approccio è stato sostenuto con convinzione dalla FP CGIL Salerno, che ha sempre appoggiato la responsabilità, adeguatamente motivata, ancorché condivisa da tutte le istituzioni, dalla Regione Campania, alla direzione strategica dell’ASL Salerno, fino ai dirigenti, agli operatori sanitari dei due ospedali e ai sindaci, massimi rappresentanti istituzionali del territorio.  

Chiudere i punti nascita di Polla e Sapri significherebbe penalizzare ulteriormente comunità già svantaggiate, aumentando i rischi per le partorienti a causa delle lunghe distanze da percorrere verso altri ospedali. In queste aree interne, la sanità pubblica rappresenta un presidio fondamentale per la sicurezza e la dignità dei cittadini, e tale presidio deve essere preservato.Questa possibile chiusura si inserisce in un contesto più ampio e preoccupante: quello del calo demografico che sta colpendo duramente il nostro Paese, in particolare il Mezzogiorno e le aree interne. Una scelta come la chiusura dei punti nascita scoraggia ulteriormente le famiglie a risiedere o a trasferirsi in queste zone, alimentando un circolo vizioso fatto di spopolamento, impoverimento dei servizi e abbandono territoriale. Di fronte a una crisi demografica di queste proporzioni, è impensabile che la risposta sia la riduzione dei servizi essenziali. Al contrario, è necessario investire in politiche e infrastrutture che incentivino la natalità, rafforzando il welfare e garantendo che il diritto alla salute sia realmente accessibile a tutti.

 La FP CGIL Salerno chiede che siano considerati tutti i fattori rilevanti per il mantenimento di questi punti nascita, dalla posizione oro-geografica, alla densità demografica e alla lontananza da altri ospedali, garantendo al contempo la sicurezza dei parti attraverso una rete integrata di strutture e percorsi di screening per individuare eventuali situazioni di rischio che possono essere tranquillamente trattate in ambienti più complessi. Ad esempio, la stessa sotto-ordinazione nell’attuale Atto Aziendale dell’ASL Salerno del punto nascita di Sapri a quello di Vallo della Lucania, deve essere ritenuta da chi di dovere in debita considerazione come garanzia del raggiungimento degli standard di complessità e del numero minimo di parti, in forma aggregata e sussidiaria.  Viceversa, la chiusura di questi due punti nascita sarebbe un passo indietro insostenibile per la sanità pubblica e per le comunità locali, e rappresenterebbe un pericolo invece che il miglior standard paventato. La FP CGIL Salerno, pertanto, ribadisce il proprio impegno a fianco dei cittadini, degli operatori sanitari e delle istituzioni per difendere il diritto alla salute e garantire che nessuno venga lasciato indietro. È il momento di agire insieme, con forza e determinazione, per proteggere i servizi essenziali e costruire un futuro migliore per le nostre comunità”.



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