CAPACCIO PAESTUM. Reazioni politiche al blitz della Direzione Investigativa Antimafia, con 10 arresti.
VINCENZO DE LUCA - “Non so sinceramente nulla, so quello che sapete voi. Il mio auspicio è che si vada fino in fondo senza guardare in faccia a nessuno, come è doveroso, ma che ci siano tempi di decisione rapidi, perché sono vicende che non si possono trascinare in eterno”. Lo ha detto il governatore della Campania Vincenzo De Luca, a margine della conferenza stampa sul progetto per lo stadio Collana a Napoli, commentando l’arresto dell’ex presidente della Provincia di Salerno ed ex sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, nell’inchiesta sullo scambio politico-mafioso tra Campania ed Abruzzo, ritenuto politicamente vicino allo stesso governatore. De Luca ha spiegato che la rapidità delle decisioni giudiziarie serve “per dare tranquillità – ha detto – ai cittadini ma anche per rispetto della dignità delle persone coinvolte, le quali, per quello che mi riguarda, sono persone innocenti fino al terzo grado di giudizio. Io non ho perduto l’abitudine di leggere ogni tanto la Costituzione italiana. E dunque si vada fino in fondo in tempi rapidi ma sapendo che fino a giudizio definitivo stiamo parlando di persone innocenti”.
PINO BICCHIELLI - “Dall’operazione della Dia di questa mattina, stando a quanto si apprende, emerge un quadro ancor più grave. Le nuove accuse ci confermano che, purtroppo, non è sbagliato parlare di ‘Sistema-Cilento’. Anzi”. Lo ha detto il deputato Pino Bicchielli, vicepresidente del gruppo Noi Moderati alla Camera e coordinatore del comitato d’inchiesta ‘Sistema-Cilento’ incardinato nella Commissione Antimafia. “Tra i nuovi arresti figura anche un’amministratrice locale, la candidata più votata alla scorsa tornata comunale. Questo dimostra, in base alle accuse mosse, che la vittoria bulgara di Franco Alfieri e della sua maggioranza era tutta una farsa - ha aggiunto il deputato salernitano - Non si può più restare in silenzio di fronte ad episodi simili che mettono in allarme anche la popolazione, oggi fortemente penalizzata da queste vicende giudiziarie”. “Oggi non possiamo parlare più solo di corruzione, le accuse mosse dalla Procura parlano di mafia. Ringrazio la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo per il tempestivo intervento circa l’acquisizione degli atti, come richiesto dal comitato di inchiesta. Quando abbiamo chiesto di istituire il comitato d’inchiesta lo abbiamo fatto sulla base di dati chiari e preoccupanti. Avevamo visto bene, ma oggi purtroppo non si può parlare più solo di ‘Sistema-Cilento’, perché coinvolge tutta la provincia di Salerno. Vorremmo capire, oggi, qual è la posizione del PD su questa vicenda che sta screditando il nostro territorio, devastato dalle organizzazioni malavitose che hanno avuto vita facile in questi anni”, ha concluso Bicchielli.
SERGIO RASTRELLI - “Apprendo con favore che la commissione parlamentare Antimafia abbia chiesto gli atti dell’indagine che ha portato agli arresti compiuti stamattina dalla Dia di Salerno, per il presidente della provincia di Salerno Alfieri e per altri componenti della sua amministrazione. L’accusa nei loro confronti è molto grave: voto di scambio politico-mafioso. Occorre pertanto fare piena luce. Sarebbe interessante conoscere la posizione pubblica del Pd”. Così in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Sergio Rastrelli, segretario della commissione Giustizia.
IMMA VIETRI - "Dai nuovi arresti condotti dalla Dia di Salerno, con la pesante accusa (tra le altre) di voto di scambio politico mafioso, che vedono coinvolto, ancora una volta, il sindaco dimissionario di Capaccio Paestum ed ex presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri insieme ad altri amministratori locali, emerge un quadro davvero inquietante che desta molta preoccupazione". Lo dichiara, in una nota, il deputato salernitano di Fratelli d'Italia Imma Vietri. "Dalle indagini si delinea, infatti, l'esistenza di una vera e propria cappa di malaffare e malapolitica che ora, grazie al lavoro portato avanti dalle Forze dell'Ordine e dalla Magistratura, si sta poco a poco sgretolando. Chissà se, almeno questa volta, dal Partito Democratico e dal governatore della Campania De Luca - di cui Alfieri è stato prima capo della segreteria e poi consigliere per l'Agricoltura - arriveranno parole chiare di condanna. Chissà se finalmente parlerà soprattutto la segretaria dei dem Elly Schlein, la quale è sempre pronta a puntare il dito contro gli avversari e a trincerarsi nel silenzio, invece, quando le inchieste giudiziarie riguardano suoi compagni di partito", conclude Vietri.
ANNA BILOTTI - "È un scenario inquietante quello che emerge dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno che ha portato, oggi, all’esecuzione di un’ordinanza che applica misure cautelari nei confronti di dieci persone". A dirlo è la senatrice del Movimento 5 Stelle, Anna Bilotti, ricordando che, "tra le accuse ipotizzate, a vario titolo, dalla Procura salernitana c’è anche quella dello scambio elettorale politico-mafioso". La parlamentare salernitana auspica "che la magistratura faccia presto chiarezza su questa vicenda".
MICHELE CAMMARANO - "Dall’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno emerge un quadro preoccupante, che impone una seria riflessione su come assicurare amministrazioni libere da ogni ombra”. Dichiara Michele Cammarano, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, in merito all’operazione che ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di dieci persone, tra cui l’ex sindaco di Capaccio Paestum ed ex presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri. “Le gravi accuse emerse, tra cui lo scambio elettorale politico-mafioso, richiamano la necessità di un impegno fermo per difendere la legalità. È essenziale che la magistratura faccia piena luce sui fatti e che la politica si dimostri all’altezza del compito di garantire istituzioni credibili, trasparenti e lontane da qualsiasi condizionamento illecito”.
AURELIO TOMMASETTI. “Il sistema Alfieri è alla frutta”. Perentorio l’affondo di Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega, sull’operazione della Dia di Salerno che ha portato a 10 arresti. Tra i destinatari delle misure cautelari c’è di nuovo l’ex presidente della Provincia ed ex sindaco di Capaccio Paestum. I reati ipotizzati sono legati allo scambio politico-mafioso. “Gli inquirenti parlano di un vero e proprio patto elettorale per le elezioni amministrative 2019, quando Alfieri fu eletto per la prima volta sindaco di Capaccio. In pratica voti in cambio di favori, e in questo caso il non abbattimento di un lido abusivo”. Altra parte inquietante dell’inchiesta, aggiunge Tommasetti, “è quella che ricostruisce presunti messaggi minatori al primo cittadino dopo l’abbattimento della struttura, fino addirittura al progetto di un attentato ai danni dello stesso Franco Alfieri. Nella vicenda sono coinvolti noti personaggi della malavita organizzata non solo nel contesto capaccese ma anche della Valle dell’Irno e due ex consiglieri comunali della maggioranza Alfieri”. Il consigliere regionale parla chiaro: “Come per l’inchiesta sugli appalti che aveva portato al primo arresto, anche in questo caso resto in doverosa attesa degli sviluppi giudiziari. Ma sull’aspetto politico non si può stare zitti: il sistema messo in piedi dall’ormai ex presidente della Provincia, già sindaco di Capaccio, Agropoli e Torchiara, sta crollando sotto i colpi delle inchieste che mettono in evidenza una visione distorta delle istituzioni, considerate un giardino in cui coltivare i propri interessi o, all’occorrenza, un bancomat elettorale. Troppi silenzi ci sono stati da parte del Pd salernitano che per mesi ha tergiversato mentre noi chiedevamo un passo indietro per non tenere in ostaggio gli Enti rimasti senza guida”.
DARIO VASSALLO - “Oggi si compie un altro passo verso la verità: l’ennesima operazione antimafia ha portato all’arresto di dieci persone tra la provincia di Salerno e Sulmona, tra cui l’ex presidente della Provincia di Salerno ed ex sindaco di Capaccio Paestum, Francesco Alfieri. Le accuse sono gravissime: scambio elettorale politico-mafioso, tentato omicidio, estorsione con metodo mafioso, traffico di armi e favoreggiamento. Una rete criminale che ha prosperato per anni, protetta da un sistema colluso che ho denunciato. Le indagini hanno confermato ciò che ripeto da tempo: il cosiddetto “Sistema Cilento” non è solo un meccanismo di corruzione, ma un’alleanza con la criminalità organizzata. Gli arresti di oggi dimostrano come, nelle elezioni del 2019, voti siano stati scambiati con favori illeciti, permettendo a esponenti legati alla camorra di controllare attività economiche e politiche. Nel 2011, denunciai apertamente tutto. Parlai di un sistema marcio che stava infiltrandosi nelle istituzioni, di legami pericolosi tra politica e criminalità. In quell’anno, feci una denuncia formale a Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria nazionale del PD, portando alla sua attenzione le prove e le mie preoccupazioni. Il mio gesto era un atto di coraggio, ma la risposta che ricevetti fu sconvolgente. Migliavacca, con tutta la sua autorità, mi rispose che per loro “Franco Alfieri era la punta di diamante” del partito. Una frase che, oggi, appare come un'ammissione di complicità e di protezione nei confronti di chi poi è stato arrestato e accusato di crimini gravissimi. Quella risposta segnò il silenzio e il sostegno politico che ha protetto il sistema Cilento e consentito alla mafia di radicarsi ancora di più. Nel 2019, dopo aver accumulato documenti e prove inconfutabili, consegnai tutto al Partito Democratico, all'epoca guidato da Nicola Zingaretti, e parlai direttamente con Stefano Vaccari e Marco Miccoli. Mi aspettavo che finalmente qualcuno agisse, ma invece tutto è stato ignorato. Non solo il mio appello è stato messo a tacere, ma i responsabili sono stati protetti e il sistema ha continuato a prosperare, come dimostrano gli arresti di oggi. Sei lunghi anni di silenzio che hanno dato spazio alla criminalità di fare affari, manipolare voti e controllare la politica. Tutti sapevano, ma nessuno ha agito. A dirlo è il Presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore Dario Vassallo. “Oggi c’è ancora chi nega l’esistenza del Sistema Cilento. Amministratori che difendono l’indifendibile, voltando lo sguardo altrove di fronte a prove schiaccianti. Ma il tempo dell’omertà è finito. La luce blu della giustizia si sta avvicinando anche per loro. Nel mio ultimo libro, Il Vento tra le mani, scrivevo che un'inchiesta su larga scala sarebbe stata talmente devastante da rendere Tangentopoli quasi insignificante rispetto al sistema Cilento. Non lo dicevo come una mera ipotesi, ma come una previsione. Oggi, quella previsione sta prendendo forma, e la realtà si sta rivelando ancor più inquietante di quanto immaginassi. E non è ancora finita. Manca ancora il filone che riguarda il settore bancario. Esprimo il mio profondo apprezzamento per l’impegno straordinario della Direzione Distrettuale Antimafia e della Procura di Salerno. Il loro lavoro sta finalmente portando alla luce un sistema marcio che ha avvelenato il Cilento per troppo tempo. La verità su Angelo Vassallo e lo smantellamento del Sistema Cilento sono due battaglie che procedono insieme. Per questo, chiedo che la Commissione parlamentare antimafia, guidata dall’On. Chiara Colosimo, acquisisca tutti gli atti di questa inchiesta. Il Paese deve sapere, e la giustizia deve fare il suo corso senza ostacoli. Le ombre si stanno diradando. La verità non si può più nascondere”.
VIRGINIA VILLANI - “Oggi, ancora una volta, ci troviamo a fare i conti con la gravissima realtà della criminalità organizzata che ha messo radici profonde nella nostra terra. L'operazione antimafia che ha portato all'arresto di dieci persone, tra cui l’ex presidente della Provincia di Salerno e ex sindaco di Capaccio Paestum, Francesco Alfieri, è la dimostrazione che le infiltrazioni mafiose e le connivenze politiche sono un male che sta dilagando sul nostro territorio da molti anni. Le accuse mosse nei confronti degli arrestati sono gravissime: scambio elettorale politico-mafioso, tentato omicidio, estorsione con metodo mafioso, traffico di armi e favoreggiamento. Pur rispettando il lavoro della Magistratura, è innegabile che questa operazione non sia semplicemente una vittoria per la giustizia, ma una chiara testimonianza di un sistema marcio che è stato protetto per troppo tempo. Una rete criminale che ha operato indisturbata nonostante le numerose denunce anche da parte nostra perché noi non abbiamo mai taciuto di fronte a questo né fatto finta di non vedere. Già nel 2019, come Movimento 5 Stelle, avevamo denunciato questo sistema corrotto presentando un’interrogazione urgente, a mia prima firma, ai Ministri della Sanità e dell’Interno per stigmatizzare un episodio grave: l’uso vergognoso di ambulanze di proprietà di Roberto Squecco per festeggiare la vittoria elettorale di Alfieri. Una vergogna assoluta, che oggi si collega a un quadro ben più ampio di corruzione e mafiosità”.