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FONDAZIONE FIORAVANTE POLITO
FONDAZIONE FIORAVANTE POLITO
Castellabate, un documento di Stefano Borgonovo sul passaporto ematico
Comunicato Stampa
03 aprile 2025 15:06
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CASTELLABATE. Dopo ben 15 anni, è stata reso pubblico un documento dedicato al passaporto ematico di Stefano Borgonovo, ex calciatore di Milan, Como, Fiorentina. L’attaccante, deceduto nel 2013 a causa della SLA, aveva dato vita nel 2008 alla Fondazione Stefano Borgonovo Onlus per sostenere la ricerca per vincere la SLA. A pubblicare il documento esclusivo è la Fondazione Fioravante Polito di Santa Maria di Castellabate, presieduta da Davide Polito.

Il contenuto del messaggio: “Credo che la proposta sia molto bella, mi piace. Dobbiamo assolutamente fare qualcosa per cercare di dare una cartella medica dove spiegare, nei minimi particolari tutto quello che l’atleta ha fatto: dalla classica sbucciata alle ginocchia, all’operazione complicata. Non dobbiamo avere paura nel ‘concedere’ il nostro corpo ai dottori, ricercatori e quant’altro. Lo facciamo per i nostri figli, per noi stessi. Sapete come si dice: MALE NON FARE, PAURA NON AVERE. Così, una colta per tutte, daremo un senso alla scomparsa dei nostri colleghi“.

 

Questo invece il commento della Fondazione Polito: “Nel suo messaggio, scritto nel 2011, ci invitava con forza a fare qualcosa di concreto. A non dimenticare. A non voltare lo sguardo. Serve un gesto chiaro: dotare ogni atleta di un passaporto ematico. Un documento clinico completo, digitale, consultabile e aggiornato costantemente, in cui annotare ogni trauma, ogni intervento, ogni farmaco somministrato nel corso della carriera sportiva. Dalla più semplice contusione alle operazioni chirurgiche, fino alle cure farmacologiche croniche. Ma non basta. Serve introdurre l’obbligo di visite cardiologiche approfondite e cicliche. Non una semplice visita sportiva annuale, ma analisi dettagliate del cuore, degli apparati interni e delle funzionalità organiche. Serve fare prelievi del sangue periodici, completi e mirati, per monitorare ogni possibile anomalia, squilibrio o danno collaterale provocato da allenamenti intensivi, da integratori o, in casi peggiori, da pratiche non trasparenti. Tutto questo non è solo un dovere medico. È una responsabilità etica. È un gesto d’amore verso gli atleti, verso i giovani, verso la vita. Facciamolo per i nostri figli. Facciamolo per noi stessi. E diamo finalmente un senso alle troppe scomparse premature che hanno colpito il mondo dello sport”. 



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