SALERNO. I Carabinieri per la Tutela del Lavoro, nella mattinata odierna, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, hanno eseguito una delle due ordinanze applicative della misura cautelare personale degli arresti domiciliari emesse dal tribunale del Riesame di Salerno nei confronti di dipendenti dell'Ispettorato del Lavoro Area Metropolitana di Napoli (IAM), già distaccato presso lo Sportello Unico Immigrazione della Prefettura partenopea, gravemente indiziati dei delitti, in concorso con altri, di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, favoreggiamento aggravato dell'immigrazione irregolare e corruzione.
Il provvedimento restrittivo si inserisce nella complessa attività investigativa nell'ambito della quale, lo scorso 3 febbraio, aveva portato all'esecuzione di un'analoga misura nei confronti di 36 persone, gravemente indiziate di associazione per delinquere dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio. Tale provvedimento veniva adottato dal GIP del Tribunale di Salerno il quale, con la medesima ordinanza, pur riconoscendo la sussistenza di gravi indizi colpevolezza, aveva rigettato - per la mancanza di esigenze cautelari — la richiesta della Procura della Repubblica di Salerno di applicazione di misura cautelare personale nei confronti di alcuni pubblici ufficiali.
La Procura della Repubblica, avverso la decisione di rigetto del G.I.P., proponeva appello al Tribunale di Salerno — Sezione Riesame che, ritenendo fondate le argomentazioni spese dal PM in ordine all'attualità e sussistenza delle esigenze cautelari, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di entrambi i pubblici ufficiali indagati. Il provvedimento è divenuto definitivo, ed è stato eseguito, nei confronti di uno di essi, DI GENNARO Nello, che ha proposto ricorso in cassazione. Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale di Salerno, hanno permesso di far luce su un'organizzazione criminale in grado di generare un volume di affari illeciti per un ammontare di diversi milioni di euro. In particolare, il sodalizio avrebbe presentato, in favore di oltre 2.000 cittadini extracomunitari, disposti anche a pagare elevate somme di denaro pur di ottenere un valido titolo di soggiorno in Italia, altrettante richieste fittizie di nullaosta al lavoro nell'ambito dei decreti flussi ed emersione, avvalendosi di aziende compiacenti - o create ad hoc - e di professionisti e intermediari (pubblici e privati). Nel corso delle attività investigative sarebbero, altresì, emersi i ruoli dei soggetti coinvolti nell'ambito dell'organizzazione criminale: cittadini stranieri che avrebbero assunto la veste di intermediari nei confronti di connazionali desiderosi di giungere o permanere nel territorio dello Stato; datori di lavoro compiacenti che, dietro compenso, avrebbero falsamente attestato il possesso dei requisiti previsti per l'inoltro delle domande; vari faccendieri che si sarebbero occupati di reperire e formare la falsa documentazione per il buon esito delle istanze; referenti di CAF e patronati che, dietro compenso, nel corso dei cosiddetti click day, avrebbero inoltrato telematicamente le richieste di rilascio di nullaosta al lavoro in favore di cittadini extracomunitari; pubblici ufficiali degli Ispettorati Territoriali del Lavoro di Salerno e Napoli che, in cambio di denaro, avrebbero garantito l'esito favorevole delle istanze e l'emissione dei falsi titoli d'ingresso o di soggiorno; altri soggetti che si sarebbero occupati di riciclare i proventi illeciti raccolti dai cittadini stranieri, spesso a fronte dell'emissione di false fatture di copertura. Il richiamato provvedimento cautelare è stato emesso sulla base degli elementi probatori acquisiti nel corso delle indagini preliminari e le accuse saranno quindi ulteriormente vagliate nelle ulteriori fasi di giudizio.