CAPACCIO PAESTUM. Presunti appalti pilotati a Capaccio Paestum: pubblicate le motivazioni con le quali la Cassazione ha rinviato, al giudice di merito, la questione relativa alla competenza territoriale del processo immediato inerente il primo filone dell’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Salerno.
All’esito della Camera di Consiglio del 14 febbraio scorso, la Suprema Corte aveva anticipato il rigetto totale dei ricorsi presentati dai legali dei sei indagati, compreso quello sulla competenza territoriale, avversi la decisione del Riesame di rigettare la richiesta di revoca o attenuazione della misure cautelare per il sindaco sospeso Franco Alfieri, la sorella Elvira, lo staffista Andrea Campanile, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria della Dervit e il funzionario comunale Carmine Greco.
Dunque, il gup Donatella Mancini del Tribunale di Salerno potrà ora dirimere definitivamente la questione in occasione dell’udienza del 24 aprile prossimo, dopo aver rinviato quella dello scorso 20 marzo proprio per attendere e prendere atto delle motivazioni degli ermellini prima di decidere.
ECCO LE MOTIVAZIONI – Riportiamo testualmente, di seguito, le motivazioni della Cassazione: “Il ricorso riguardante l’eccezione di incompetenza territoriale deve ritenersi inammissibile. Va infatti rilevato che il pubblico ministero procedente ha tempestivamente comunicato che è stata esercitata l’azione penale per i reati oggetto del provvedimento cautelare e che il gip ha, in particolare, emesso decreto di giudizio immediato, fissando la relativa data. Da ciò discende che, nel presente procedimento, il tema della competenza è definitivamente devoluto alla sede processuale”.
“Non vuol negarsi, in astratto, la deducibilità dell’incompetenza con riguardo ad una misura cautelare, profilo che ha formato oggetto di plurime pronunce delle Sezioni Unite - concludono gli ermellini - ma deve necessariamente rilevarsi che, dopo l’esercizio dell’azione penale, non vi è margine per una valutazione incidentale, compatibile con l’ordinaria dinamica degli atti demandati nella relativa fase al giudice delle indagini preliminari, posto che l’eventuale attribuzione della competenza ad un diverso giudice e l’effetto di rendere, se del caso, precaria l’efficacia della misura potrebbero discendere solo da una sentenza pronunciata nell’ambito del giudizio: in tal senso vanno, a ben guardare, interpretate anche le pronunce in base alle quali la competenza può essere valutata in sede di riesame, se in quel momento non risulta ancora esercitata l'azione penale. Conseguentemente, con riguardo al tema dedotto in questa sede, deve ravvisarsi una sopravvenuta preclusione”.