Cronaca
LA SENTENZA
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San Sebastiano al Vesuvio, omicidio Santo Romano: killer minorenne condannato a 18 anni
Redazione
29 aprile 2025 15:35
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NAPOLI. “Il mio appello è che venga fatta giustizia vera. Non solo per Santo ma per tutte le vittime innocenti. Stanno morendo tanti ragazzi, basta. Noi mamme non possiamo più piangere i nostri figli per futilità, siamo tutti genitori e noi genitori diciamo basta”. Sono queste  le parole di Filomena De Mare, la mamma di Santo Romano, all’esterno del Tribunale per i Minorenni di Napoli, dove si stava svolgendo la seconda udienza del processo al 17enne imputato del delitto, avvenuto la notte tra l’1 e 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. Il killer di Santo è stato condannato a 18anni e 8 mesi di reclusione. La decisione dei giudici è arrivata dopo circa due ore di camera di consiglio. La notizia della sentenza ha scatenato l'ira di parenti e amici che hanno urlato a gran voce: "fate schifo". Il processo si è svolto con il rito abbreviato e il pm Ettore La Ragione aveva chiesto la condanna dell'imputato a 17 anni di reclusione. "La giustizia ha fallito di nuovo, è uno schifo, per questo i minorenni continuano ad ammazzare", le parole di mamma Filomena.

Una giustizia vera, severa e soprattutto certa”. E’ l’ appello che lanciava poche ore prima della decisione dei giudici Simona Capone, la fidanzata di Santo Romano all’esterno del Tribunale per i Minorenni di Napoli. “Quindi, quale che sia la pena, io mi auguro sia il massimo, che possa essere scontata tutta dall’inizio fino alla fine senza sconti nè premi, nè permessi. Che possa pagare fino in fondo”. Con lei l’esercito di Santo, amici  e giovanissimi che si sono stretti alla famiglia. “Vogliamo giustizia, non deve succedere mai più una tragedia del genere”. Esibiscono un cartellino al collo con su scritto ‘L’Esercito di Santo‘, pagina creata su Tik Tok in memoria della vittima e contro la violenza. Davanti alla sede del Tribunale per i Minorenni tanti striscioni e foto che ricordano Santo Romano, ucciso per un movente assurdo: a fare scattare la lite sfociata nell’omicidio, infatti, fu un paio di scarpe Gucci sporcate. La vittima, giovane promessa del calcio, 19 anni, militava come portiere nella squadra di Eccellenza Asd.



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