SALERNO. "Quanto accaduto in Spagna e in Portogallo con il blackout del 28 aprile è un segnale che non possiamo ignorare. In pochi secondi, circa 15 gigawatt di potenza – pari a oltre il 60% della domanda elettrica del Paese – sono venuti a mancare, lasciando milioni di cittadini senza energia. Si è trattato di un collasso improvviso, dovuto secondo le prime ricostruzioni alla disconnessione simultanea di impianti solari nel sud-ovest della penisola iberica. Un cortocircuito energetico che ha mostrato tutta la fragilità di un sistema costruito su basi ideologiche anziché scientifiche".
Lo dichiara il Cavaliere Domenico De Rosa, noto imprenditore salernitano CEO del Gruppo SMET, tra i principali operatori europei nel settore della logistica e da sempre promotore di un approccio razionale e tecnologicamente neutro alla sostenibilità: "Non mi stancherò mai di dirlo: la transizione energetica è un obiettivo che tutti condividiamo, ma non può essere realizzata imponendo dogmi calati dall’alto. Non possiamo costruire il futuro spegnendo il presente. Puntare tutto sulle fonti rinnovabili intermittenti, senza investimenti adeguati su sistemi di accumulo, infrastrutture resilienti e una reale diversificazione, ci espone a blackout, instabilità e rischi sistemici".
De Rosa sottolinea come la retorica ambientalista stia troppo spesso sostituendo il buon senso: "Stiamo assistendo a una deriva pericolosa. In nome dell’ambiente, si vietano motori endotermici, si demonizzano i carburanti fossili, si spinge sull’elettrificazione totale senza pensare alla tenuta delle reti. Ma un blackout come quello spagnolo dimostra che il sistema non è pronto. Non basta la buona volontà per far funzionare un Paese: serve competenza, equilibrio e visione strategica".
Per il CEO di Smet serve una “correzione di rotta radicale” nel modo in cui l’Europa sta affrontando il Green Deal: "Oggi più che mai dobbiamo adottare un principio di neutralità tecnologica. Non esistono soluzioni uniche. L’idrogeno, i biocarburanti, l’evoluzione dei motori endotermici a basse emissioni, il gas naturale, e ovviamente le fonti rinnovabili: tutto deve essere considerato. Tagliare fuori interi comparti produttivi, come si sta facendo con l’automotive tradizionale, non è solo miope, è pericoloso". Il blackout, secondo il Cavaliere De Rosa, non è stato solo un problema tecnico, ma l'effetto prevedibile di una visione distorta del progresso: "Quando si impongono scelte ideologiche, si finisce per compromettere la sicurezza, la competitività e la libertà dei cittadini. Non possiamo continuare a cambiare i comportamenti delle persone senza fornire alternative credibili, sostenibili e soprattutto funzionanti. La vera transizione non si fa contro l’industria, ma con l’industria".
Infine, un appello alle istituzioni europee e ai decisori politici: "È tempo di ascoltare chi produce, chi innova, chi trasporta e chi ogni giorno tiene in piedi l’economia reale. Servono politiche energetiche fondate sui dati, non sui desideri. Il blackout spagnolo è il segnale più chiaro che possiamo ricevere: se non cambiamo approccio, il buio non sarà un’eccezione, ma una pericolosa nuova normalità".