EBOLI. Si sono tutti dimessi dai rispettivi ruoli all'interno del Consiglio d'Amministrazione dell'Alma Seges e sono tornati in libertà i 12 arrestati per la maxi frode da oltre 12 milioni di euro per l'ottenimento dei contributi comunitari per l'agricoltura. La cooperativa di Eboli è al centro dell'inchiesta della Procura Europea EPPO di Napoli, che ha portato lo scorso 7 maggio alle ordinanze cautelari firmate dal gip del Tribunale di Salerno ed eseguite dalla Guardia di Finanza di Mondragone.
Lo stesso gip, Michela Albarano, ha così accolto le richieste del collegio difensivo di revoca dei domiciliari, non sussistendo più rischi di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. Nell'indagine sono coinvolti anche i titolari di ben 27 imprese agricole: 67 gli indagati, con il sequestro di beni per oltre 9 milioni e 500mila per l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Secondo gli inquirenti, l'Alma Seges figurava, illegittimamente, come Organizzazione di Produttori per accedere ai finanziamenti, attraverso la falsificazione di documentazione contabile ed extracontabile.
Ai 12 indagati tornati liberi è stato già notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, all'esito del quale la Procura Europea presso il Tribunale di Napoli, che ha condotto le indagini ed era contraria alla revoca dei domiciliari, dovrà stabilire se esercitare o meno l'azione penale.