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23 MAGGIO
23 MAGGIO
'Storie al Femminile', appuntamento speciale presso il cineteatro "De Filippo" di Agropoli
Comunicato Stampa
21 maggio 2025 12:22
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AGROPOLI. Appuntamento speciale con le “Storie al Femminile” la rassegna dedicata alla letteratura in rosa, organizzata dalla Fondazione de Stefano di Ogliastro Cilento. Per l’occasione, venerdì 23 maggio, dalle 17, nel foyer del cineteatro “Eduardo De Filippo” di Agropoli, non solo la presentazione di un libro, ma una riflessione profonda che aprirà un dibattito insieme a tanti ospiti, a partire da quanto vissuto dalla stessa autrice sulla propria pelle. “L’innocenza dei dinosauri” di Giovanna Ferrara, pubblicato postumo da Fuorilinea, è molto più di un memoir sulla malattia: è un romanzo-diario che intreccia desideri e dolore, amore e politica, amicizia e sofferenza in un equilibrio raro tra lucidità analitica e bellezza di scrittura. Ferrara, giornalista de Il Manifesto e studiosa di storia europea, scomparsa nel 2023 dopo una lunga battaglia contro una rara malattia polmonare, trasforma la sua esperienza personale in una potente riflessione comune.

Il libro si apre come un viaggio autobiografico nella vulnerabilità, dove la malattia diventa la lente per smascherare le dinamiche di potere che regolano il rapporto tra paziente e sistema sanitario. La scrittrice indaga con precisione la trasformazione del malato in “oggetto”, vittima di un sistema pubblico spesso inadeguato e delegittimante, soprattutto nei pronto soccorso, ribattezzati “lento-soccorso” per la loro incapacità di rispondere con umanità e tempestività. L’esperienza del ricovero, aggravata dalla pandemia di Covid-19, si trasforma in un corpo a corpo con le logiche dell’emergenza e le carenze strutturali di una sanità pubblica svuotata da tagli e logiche aziendali. Ferrara non si limita a raccontare la propria sofferenza, ma la sua analisi si fa politica, denunciando la spietatezza di un sistema economico che sacrifica la vita sull’altare del profitto e dei diktat europei. La pandemia, lungi dall’essere solo uno sfondo, diventa occasione per riflettere sull’inadeguatezza delle risposte pubbliche, sulle sospensioni delle cure e sulla necessità di interrogarsi sul proprio ruolo nel disastro collettivo. La sua scrittura, mai lamentosa ma animata da una “giustificata furia”, trasforma il dolore in una pubblica accusa e in una chiamata all’azione. Uno degli aspetti più toccanti del libro è la centralità dei legami umani: l’amicizia come antidoto alla solitudine, la solidarietà tra pazienti, la sorellanza che nasce nei reparti diventano l’unica vera risorsa per attraversare il dolore. In corsia, la condivisione dell’intimità e della fragilità genera alleanze inaspettate, capaci di restituire dignità e senso anche nei momenti più bui. Ferrara racconta con delicatezza questi incontri, mostrando come la cura reciproca tra vittime del sistema sia l’unica risposta possibile al cinismo e all’ottusità delle istituzioni. In definitiva, l’esperienza messa nero su bianco diventa una testimonianza potente, capace di parlare a chiunque abbia attraversato la fragilità, e di trasformare la sofferenza in uno strumento di comprensione e cambiamento collettivo. In dialogo, con il giornalista Alfonso Sarno, insieme a Barbara Riccio de Stefano, presidente della fondazione, ci saranno Roberto Mutalipassi, sindaco di Agropoli, Francesco Crispino, assessore alla Cultura del Comune di Agropoli, il magistrato Salvatore Russo, il regista Attilio Rossi e Angela Riccio, operatrice culturale ed esperta di comunicazione. Ingresso libero.

Un libro necessario, sostenuto nelle parole di Angela Riccio: “L’innocenza dei dinosauri è un testo “scrigno”, che con grazia e maturità giornalistica illumina le zone d’ombra della nostra società. Ferrara riesce a estrarre “l’oro tra le macerie” della malattia, esaltando tutto ciò che di buono la vita ancora può offrire, senza mai perdere vitalità o capacità di ridere con le amiche anche nei momenti più difficili. La sua voce, generosa e danzante, ci lascia un’eredità preziosa: la consapevolezza che la malattia è insieme esperienza intima e fatto politico, e che solo la solidarietà può restituire senso e speranza là dove il sistema fallisce”.

Dal dolore alla critica politica, il sindaco di Agropoli, Roberto Mutalipassi, interverrà ricordando innanzitutto la collaborazione attiva da decenni con la Fondazione de Stefano, sia per quanto attiene le problematiche sociali con lo sportello d'ascolto gratuito per le persone in difficoltà, sia per le tematiche culturali come il PAC e Storie al Femminile. Nel merito dell'argomento centrale del libro della Ferrara afferma: "In qualità di primo cittadino della città di Agropoli lamento da molti anni l'incongruenza di avere da decenni un grande ospedale costruito con denaro pubblico, ma, dopo la riapertura, mai entrato completamente in funzione a cause di tagli via via effettuati nel settore sanitario e non ho mancato di sottolineare lo stato di malessere e la sensazione di abbandono che provano i cittadini per una sanità non adeguatamente rispondente ai bisogni e alle necessità di un bacino di utenza importante e che diventa molto più significativo nei fine settimana ed, in particolare, nei mesi estivi. Più volte - continua Mutalipassi - ho chiesto, anche quale rappresentante dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento, di arrivare quanto prima a 100 posti letto tra medicina generale, riabilitazione e lungodegenza, il potenziamento dei servizi di primo soccorso, l'attivazione della camera iperbarica e di altri servizi con l'implementazione di quelli esistenti".

La malattia come scontro col potere. Magistrato di lungo corso, Salvatore Russo, aggiunge: “La sanità italiana è tecnicamente all'avanguardia per le emergenze e la rianimazione, ma lascia molto a desiderare la capillarità sul territorio, pur riconoscendo sia a tutt'oggi un enorme attrattore di risorse economiche che tende a sviluppare risvolti capitalistici degli investimenti. Ciò di cui abbiamo bisogno - sottolinea, inoltre -  non è solo il tecnicismo medicale, ma necessitiamo di una apertura di coscienza che valorizzi la dimensione umana dell'intervento sul malato. E su questo - Russo conclude - si dovrebbe lavorare molto con la formazione".



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