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26 MAGGIO
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Salerno, "contro sfruttamento e vergogna del lavoro povero": presidio Cgil e Flai dinanzi Prefettura
Comunicato Stampa
23 maggio 2025 13:52
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SALERNO. In provincia di Salerno si continua a morire di fatica, in silenzio. Nei campi, nei magazzini, nei cantieri invisibili del nostro agroalimentare, dove troppo spesso il lavoro non libera ma opprime. Qui, dove le braccia dei lavoratori – per lo più migranti – sostengono l’economia agricola locale, il diritto resta un miraggio.

Lunedì 26 maggio, dalle 10:00 alle 12:00, la CGIL di Salerno e la FLAI CGIL saranno in presidio davanti alla Prefettura, per chiedere che si applichi fino in fondo la Legge 199 contro il caporalato e per denunciare l’abuso di appalti e subappalti al massimo ribasso, che riducono i diritti dei lavoratori a variabili d’impresa. Il presidio nasce dall’esigenza di riportare al centro del dibattito pubblico il bisogno di legalità che troppo si smarrisce tra le pieghe dell’indifferenza.

Restano critici infatti i dati diffusi dal Bollettino Metes 2024 su dati dell’Ispettorato del lavoro nazionale che fotografano una realtà ancora in piena emergenza strutturale in provincia di Salerno, nonostante la presenza della Sezione Territoriale per il contrasto al caporalato. Dunque, secondo il Metes, su base nazionale, quasi il 43% delle aziende agricole ispezionate nel 2024 presentava irregolarità. In provincia di Salerno il dato è ben peggiore: il 59,5% delle aziende agricole controllate è risultato irregolare. Una su due e spesso di più, il più delle volte Aziende medio piccole che creano concorrenza sleale nei confronti delle realtà più grandi. Dietro questi numeri ci sono lavoratori non dichiarati, paghe da fame, turni massacranti, contratti falsi o assenti.

Ci sono lavoratori immigrati che per i requisiti previsti dalla legge Bossi-Fini lavorano in condizioni di irregolarità, spesso sotto il ricatto del permesso di soggiorno o di un alloggio precario. 

È inaccettabile immaginare che lo sfruttamento nell’agroalimentare sia normalizzato dalla incapacità di trovare soluzioni definitive, benché tanto sia stato fatto in tal senso, negli ultimi venti anni e nonostante la presenza della Sezione Territoriale per il lavoro agricolo di qualità che è impegnata per il contrasto allo sfruttamento e caporalato. – spiega Alferio Bottiglieri, segretario generale della FLAI CGIL Salerno -. Ci sono ancora lavoratori impiegati anche dodici ore al giorno per un salario che anche se formalmente rispetta la paga prevista dai contratti nazionale e provinciale in realtà viene retribuita per meno giornate rispetto a quelle effettivamente lavorate.  Lo Stato deve farsi sentire, non solo con repressione, ma con prevenzione, attraverso più controlli, più ispettori e più coraggio. La Legge 199 del 2016 ha introdotto strumenti importanti per contrastare questi fenomeni, ma l'efficacia dipende dall'applicazione sul territorio e dalla vigilanza istituzionale».

Alle porte dell’estate, la richiesta di manodopera nel settore agroalimentare cresce vertiginosamente, trainata dalla necessità di raccolti intensivi. Ma senza un’adeguata regolamentazione, il passo verso l’illegalità è ancora più breve. La richiesta è dunque di intensificare i controlli perché nella bella stagione facilmente si superano facilmente i 40 gradi: in queste condizioni il lavoro nei campi diventa non solo faticoso ma anche pericoloso, è necessario trovare soluzioni adeguate, onde evitare una fuga dalle campagne dal momento che le nuove generazioni non sono disponibili alla precarietà del settore

"Chi denuncia spesso è lasciato solo – commenta Antonio Apadula, segretario generale della Cgil Salerno -. Il presidio del 26 maggio è un atto di resistenza civile. La fotografia che ci restituisce il Bollettino METES è drammatica. Solo nel 2024, in tutta la Campania, quasi il 70% delle aziende agricole controllate è risultata irregolare. Un dato che sale al 77% nei casi di appalto e subappalto, dove la frammentazione delle responsabilità diventa terreno fertile per l'illegalità. In provincia di Salerno, la situazione è ancora più allarmante: qui i lavoratori invisibili sono diventati la spina dorsale di un sistema economico che produce ricchezza sulla pelle di chi non ha voce, chiediamo un lavoro più sicuro, meno precario, con più diritti e più integrazione".

CGIL e FLAI chiedono una strategia strutturale: più ispettori del lavoro, un piano straordinario per l'emersione del lavoro nero, trasparenza nelle filiere produttive e un freno immediato alla logica degli appalti al ribasso, che favorisce solo illegalità e sfruttamento. Durante il presidio, una delegazione sindacale chiederà di essere ricevuta dal Prefetto per presentare proposte operative e un quadro aggiornato delle criticità.



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