NAPOLI. A poco più di otto mesi dal tragico evento, svolta nelle indagini sull'omicidio di Chiara Jaconis, la turista 30enne morta a causa delle ferite riportate dopo essere stata colpita da una statuetta precipitata da un palazzo nei quartieri spagnoli. Secondo le indagini della Procura dei Minori la responsabilità sarebbe di un ragazzino di 13 anni con problemi comportamentali che per legge non è imputabile. Restano indagati invece i genitori del giovane per omicidio colposo in concorso e mancata sorveglianza.
Secondo quarto emerge dalle indagini il 13enne in questione avrebbe lanciato più volte oggetti dal balcone prima di allora senza però causare danni gravi fino a quel tragico 15 settembre. Un adolescente con disturbi comportamentale incline a compiere gesti e scatti d’ira, ed anche in quel caso si sarebbe trattato di un gesto d’impulso. I genitori ascoltati dagli inquirenti negarono il possesso della statuina incriminata dichiarando di non averla mai vista.
Chiara era in vacanza a Napoli, stava passeggiando nel cuore del centro cittadino quando fu colpita da una statuetta caduta da un balcone di un edificio di via Sant’Anna di Palazzo nei Quartieri spagnoli. La 30 enne di Padova morì dopo tre giorni di agonia in un letto dell’ospedale del mare.
Una vicenda scosse fortemente la comunità partenopea che subito si strinse attorno ai familiari di Chiara testimoniando il proprio dolore alla famiglia organizzando fiaccolate e iniziative in sua memoria.