ASCEA. Si è conclusa ieri, con una sentenza di assoluzione piena, il processo di appello per maltrattamenti in famiglia a carico di Luigi Sacco, padre di Jessica Sacco (nella foto), la 22enne di Mandia (frazione del Comune di Ascea) che si tolse la vita il 15 marzo 2015, lanciandosi dal balcone di casa durante l’ennesima lite tra il fidanzato e i familiari.
All’esito di una lunga udienza – nel corso della quale si sono susseguite l’animata requisitoria del Procuratore Generale (con richiesta di conferma della sentenza) e la altrettanto incisiva discussione della Difesa - la Corte di Assise di Appello di Salerno, dopo un’ora e mezza circa di camera di consiglio, ha pronunciato sentenza di assoluzione dell’imputato “perché il fatto non sussiste”, accogliendo l’impugnazione proposta e sancendo, così, che la ragazza non subì maltrattamenti.
Ribaltata, dunque, la sentenza di primo grado della Corte di Assise, con la quale il padre della ragazza era stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione, escluse le contestate aggravanti. Già assolto in primo grado, invece, il fratello della ragazza, Stefano Sacco.
Grande soddisfazione è stata espressa dal collegio difensivo, composto dagli avvocati Antonello Natale e Luca Palma: "Dopo oltre dieci anni di vicenda processuale e due gradi di giudizio, possiamo finalmente affermare che la verità storica dei fatti è emersa in maniera chiara e definitiva: Luigi Sacco è innocente e la sua fiducia nella Giustizia - come del resto la nostra - è stata ben riposta. Il Collegio giudicante ha letto e valutato attentamente le motivazioni delle ventinove pagine di appello, così come ha scrupolosamente ascoltato le argomentazioni esposte nel corso della discussione di oggi, prendendo una decisione mai banale come quella di ribaltare una sentenza. E’ una pronunzia che attendevamo con fiducia e che soprattutto meritava una famiglia di brave persone, già duramente segnata da una immane tragedia".
La Corte si è riservata 90 giorni per il deposito delle motivazioni, importanti per comprendere la lettura giuridica adottata per l’assoluzione dell’imputato.