ROSCIGNO. "Finalmente si prende atto della reale condizione in cui versano le aree interne del nostro Paese. Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che parla apertamente di declino irreversibile, rappresentano un atto di verità e di responsabilità politica. È il riconoscimento che un intero sistema di governo del territorio, fatto di frammentazione e immobilismo, ha prodotto effetti negativi, senza riuscire a migliorare in alcun modo la qualità della vita delle persone che vivono in questi territori." A dichiararlo è Pino Palmieri, sindaco di Roscigno, che da tempo solleva il tema della necessità di un profondo cambiamento nella gestione delle aree interne.
"Da anni sostengo che l’unica strada percorribile sia quella delle fusioni amministrative tra piccoli Comuni. Continuare a difendere l'indifendibile non rende un buon servizio alle comunità: molte amministrazioni locali, per dimensioni e risorse, non sono più in grado di garantire servizi essenziali. In tanti casi, si è arrivati a realtà comunali con popolazione e funzioni inferiori a quelle di un condominio. Non è questa l'autonomia che serve ai cittadini." Una responsabilità chiara, secondo il sindaco, è anche della Regione Campania, che si distingue negativamente rispetto ad altre regioni italiane:
"La Regione Campania non ha mai realmente incentivato il processo di fusione tra Comuni, al contrario di quanto accaduto, ad esempio, in Emilia-Romagna, Toscana o Piemonte, dove sono stati previsti veri sostegni economici e misure normative per accompagnare i percorsi di unificazione. Qui da noi tutto resta fermo, e la politica regionale continua a ignorare il problema." Il primo cittadino critica anche l’impostazione dei progetti della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI): "Per come sono stati concepiti, questi progetti si stanno rivelando uno sperpero di denaro pubblico, senza affrontare le cause strutturali dello spopolamento e della marginalizzazione. Non si risolvono i problemi dei territori con piccoli interventi episodici, ma con riforme coraggiose." "Ben venga quindi – conclude – la posizione assunta dal Governo. Ora auspico che si assuma decisioni conseguenti, imponendo la fusione obbligatoria di quei piccoli Comuni che, oggettivamente, non sono più in grado di reggere da soli. È tempo di una strategia nuova, concreta e senza ambiguità."