SCAFATI. Nonostante le immagini rassicuranti di un fiume limpido circolate nei giorni scorsi, bastano poche ore per riportare alla realtà: il fiume Sarno e i suoi canali, nel territorio di Scafati, tornano a puzzare di marcio, letteralmente. L'acqua, divenuta scura nel centro cittadino e lattiginosa in periferia, è il segno evidente che l’inquinamento è tutt’altro che superato. Mentre i cittadini si indignano, chi dovrebbe agire preferisce scrivere lettere e scaricare responsabilità.
"È ora di dire basta ai soliti rimpalli e ai soliti annunci - dichiara Mario Santocchio, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia -. Ogni estate assistiamo allo stesso copione: immagini di degrado, esalazioni nauseabonde, silenzi e ritardi. E poi parte la stagione delle "letterine": si scrive all’Asl, al Noe, all’Arpac, pur di lavarsi le mani senza fare nulla di concreto".
Santocchio sottolinea le gravi carenze strutturali e politiche: "La nostra polizia municipale non è dotata di attrezzature adeguate per monitorare e intervenire in tempo reale. Non esiste una mappatura completa degli scarichi, e non abbiamo mai attivato una convenzione con le guardie ambientali. È evidente che manca la volontà politica di agire davvero. Il problema non è solo ambientale, è sanitario e sociale. È arrivato il momento di mettere da parte connivenze e interessi trasversali, e tutelare una volta per tutte la salute della città e dei suoi abitanti. Chi inquina deve pagare, chi tace è complice".