CASAL VELINO. Nel cuore del Cilento, dove la Dieta Mediterranea è nata e da cui ha conquistato il mondo, oggi si consuma un paradosso: spesso riceviamo segnalazioni di prodotti anonimi o di dubbia provenienza spacciati per tipici, piatti preconfezionati serviti come “tradizionali” o che usano il nome della Dieta Mediterranea come richiamo, senza rispettarne valori e filiera.
Di fronte a questa deriva, il Codacons Cilento scende in campo a tutela dei consumatori, dei produttori locali onesti e della vera cultura alimentare mediterranea. La Dieta Mediterranea non è una moda, né una semplice lista di alimenti. È uno stile di vita, fondato su prodotti locali, stagionali, semplici e sani, su un equilibrio tra cibo, natura, relazioni sociali e attività fisica. È grazie agli studi condotti negli anni ’50 dal fisiologo americano Ancel Keys a Pioppi, nel cuore del Cilento, che questo modello è stato riconosciuto a livello scientifico e nel 2010 elevato a Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.
Negli ultimi anni, il Codacons ha ricevuto numerose segnalazioni dai cittadini/consumatori: Ristoranti che servono formaggi industriali al posto di prodotti locali come il cacioricotta cilentano; sagre e feste che propongono piatti precotti, surgelati o privi di tracciabilità; etichette fuorvianti che sfruttano impropriamente il nome “Cilento” o “Dieta Mediterranea”.
Queste pratiche sono un inganno per il consumatore, ma anche una concorrenza sleale per le aziende agricole e artigianali serie, che con fatica e dedizione rispettano i disciplinari, la qualità e l’identità del territorio.
"Per porre fine a questa situazione, dichiara l’Avv. Bartolomeo Lanzara, resp. Codacons -, propone: Maggiore vigilanza sugli operatori commerciali e turistici che usano impropriamente marchi o riferimenti alla Dieta Mediterranea; creazione di un registro pubblico dei ristoranti, agriturismi e aziende che adottano e rispettano realmente i criteri della Dieta Mediterranea; marchio territoriale di qualità, riservato a chi utilizza ingredienti locali, stagionali e tracciabili; educazione alimentare nelle scuole e nei territori per consumatori consapevoli; Sostegno alle imprese agricole e artigianali del Cilento che fanno della Dieta Mediterranea un valore e non uno slogan. Questo danneggia i consumatori, ma soprattutto mina la credibilità e l’economia delle imprese agricole e artigiane serie, che con sacrificio mantengono in vita la vera tradizione alimentare mediterranea.
"Difendere i prodotti cilentani significa difendere l’identità culturale ed economica del nostro territorio. Non possiamo tollerare che l’immagine del Cilento venga usata come specchietto per vendere cibo anonimo o contraffatto” – conclude l’Avv. Lanzara.
Difendere la Dieta Mediterranea significa difendere i diritti dei consumatori, primo fra tutti quello all’informazione corretta. È inaccettabile che un turista paghi per un “piatto cilentano” cucinato con semilavorati di dubbia provenienza. È inaccettabile che un cittadino scelga un prodotto “tradizionale” che tradisce in tutto e per tutto la filiera locale.
Per tutelare i produttori virtuosi e la salute e fiducia dei consumatori, il Codacons Cilento invita chiunque riscontri irregolarità a inviare segnalazioni all’indirizzo:
codaconscilentocomunivelini@gmail.com
Vanno segnalati:
utilizzo scorretto di diciture come “Dieta Mediterranea”, “prodotto cilentano”, “tradizionale”; assenza di tracciabilità degli ingredienti nei menù; alimenti palesemente industriali venduti come artigianali o locali. Chi consuma ha il diritto di sapere cosa acquista, da dove viene e quale impatto ha sulla salute e sull’ambiente.
Il Codacons propone inoltre: creazione di un registro dei ristoranti e aziende “certificati Dieta Mediterranea”; campagne di educazione alimentare e tracciabilità obbligatoria dei prodotti serviti negli eventi a marchio “Cilento”; azioni legali contro l’uso ingannevole delle denominazioni protette.
“Difendere la Dieta Mediterranea – conclude Lanzara – significa difendere l’identità del Cilento, proteggere chi lavora onestamente e garantire a chi visita il nostro territorio un’esperienza gastronomica autentica e sana. Serve una mobilitazione collettiva: non possiamo più tollerare contaminazioni culturali, alimentari e commerciali che tradiscono il nostro patrimonio.”
"Non possiamo più assistere in silenzio – conclude l’avv. Lanzara – a una sistematica violazione del senso stesso della Dieta Mediterranea, simbolo di un’identità culturale e gastronomica che ha reso il Cilento noto nel mondo. La vera promozione del territorio parte dal rispetto concreto dei suoi valori, non da slogan vuoti o eventi di facciata. Segnalateci locali, attività, confezioni o iniziative che usano indebitamente il nome della Dieta Mediterranea o del Cilento per promuovere prodotti non conformi, non tracciabili o palesemente contrari alla qualità e alla tradizione», Il Codacons invita tutti i cittadini, operatori onesti, consumatori e turisti a segnalare ristoranti, sagre, strutture ricettive o aziende agricole che fanno uso ingannevole del nome "Cilento" o "Dieta Mediterranea", servendo prodotti non conformi, non tracciabili o palesemente non legati al territorio".
"Non possiamo accettare che il nome del Cilento venga usato come marchio di marketing senza alcun rispetto per l’identità culturale e alimentare che rappresenta", afferma Lanzara.
"La tutela passa anche dalla trasparenza: è un dovere verso chi produce seriamente e verso chi consuma con fiducia. La Dieta Mediterranea non è un elenco casuale di alimenti “che fanno bene”. È un modello alimentare basato sulla stagionalità, sulla biodiversità locale, sulla filiera corta. Olio extravergine d'oliva, cereali integrali, legumi, verdure fresche, frutta locale, pesce azzurro, latticini in modiche quantità e consumo moderato di vino: sono questi i pilastri autentici di un’alimentazione che unisce benessere e sostenibilità.
Eppure, proprio nel suo luogo d’origine, il Cilento, questa eredità è oggi a rischio. Sempre più spesso, infatti, prodotti industriali, surgelati o di dubbia provenienza vengono spacciati per “tipici”, sfruttando in modo improprio la reputazione della Dieta Mediterranea per attrarre turisti e consumatori".